A cura di Enrico Vigna
Dal 29 febbraio al 2 marzo rappresentanti delle varie fazioni palestinesi, pur avendo posizioni spesso profondamente diverse su molte questioni nella regione, stante la situazione di guerra e genocidio contro il proprio popolo, hanno accettato questa Conferenza sulla situazione in Medio Oriente, grazie al lavoro della Russia all’interno del progetto di “ Dialogo inter-palestinese”, da tempo avviato dal Ministro russo Lavrov. Erano presenti 14 organizzazioni palestinesi, da Hamas, ai Fronti Popolari, OLP, Fatah, Jihad islamica e altri.
Il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e i paesi africani, il viceministro degli Esteri della Federazione Russa, M. Bogdanov, che ha proposto la piattaforma per l’incontro, svoltosi nel palazzo del Ministero degli Esteri, ha rilasciato una dichiarazione, dove ha sottolineato un clima di collaborazione e dialogo tra tutte le fazioni, al di là di posizioni e giudizi su molti aspetti molto diversificati: “…La composizione è stata più o meno la stessa dei due precedenti incontri interpalestinesi, con la presenza di 14 organizzazioni, da quelle che fanno parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ma anche strutture che non sono in essa incluse come Hamas e la Jihad islamica. Ora abbiamo invitato anche loro…L’obiettivo della Russia è favorire e aiutare le varie forze palestinesi ad accettare di unire politicamente i loro ranghi…”.
Questo il comunicato finale delle organizzazioni presenti:
“Le fazioni palestinesi riunite nella città di Mosca. esprimono la loro gratitudine e apprezzamento alla leadership russa per aver ospitato i loro incontri e per il suo sostegno alla causa palestinese. Nel mezzo dell’aggressione criminale sionista che il nostro popolo sta affrontando, le fazioni hanno evidenziato lo spirito costruttivo e positivo che ha prevalso durante l’incontro. Hanno concordato che i loro incontri continueranno nei futuri cicli di dialogo per raggiungere un’unità nazionale globale che comprenda tutte le forze e le fazioni palestinesi nel quadro dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, come unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese.
Le fazioni hanno affermato il loro accordo sui compiti urgenti che il popolo palestinese deve affrontare e i loro sforzi congiunti per realizzarli, tra cui:
Affrontare la criminale aggressione “israeliana” e la guerra genocida condotta contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e ad Al-Quds, con il sostegno, l’appoggio e la partecipazione degli Stati Uniti.
Resistere e fermare i tentativi di scacciare il nostro popolo dalla sua patria, la Palestina, soprattutto nella Striscia di Gaza o in Cisgiordania e Al-Quds, e affermare l’illegittimità degli insediamenti e dell’espansione degli insediamenti secondo le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio Generale Assemblea delle Nazioni Unite.
Lavorare per revocare il brutale assedio sul nostro popolo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e garantire la consegna di aiuti umanitari, vitali e medici, senza restrizioni o condizioni.
Costringere l’esercito di occupazione a ritirarsi dalla Striscia di Gaza, impedendo i tentativi di consolidare la sua occupazione o il controllo su qualsiasi parte della Striscia di Gaza con il pretesto delle zone cuscinetto e aderendo all’unità di tutte le terre palestinesi in conformità con la Legge Internazionale.
Rifiutando qualsiasi tentativo di separare la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania, compreso Al-Quds, come parte degli sforzi volti a privare il popolo palestinese del diritto all’autodeterminazione e a stabilire il proprio stato libero, indipendente e pienamente sovrano su tutte le terre palestinesi occupate, con Al-Quds come capitale, in conformità con le risoluzioni internazionali.
Sostenendo e appoggiando l’eroica fermezza del nostro popolo in lotta e la sua resistenza in Palestina, la sua volontà di sostenere il nostro popolo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, soprattutto ad Al-Quds, e la sua coraggiosa resistenza nel superare le ferite e la distruzione causate dalla guerra di aggressione criminale, per ricostruire ciò che l’occupazione ha distrutto e per sostenere le famiglie dei martiri, dei feriti e di coloro che hanno perso la casa, le proprietà e i mezzi di sussistenza.
Affrontando le cospirazioni dell’occupazione e le sue continue violazioni contro la benedetta Moschea di Al-Aqsa, i suoi attacchi alla libertà di culto durante il mese sacro del Ramadan, impedendo ai fedeli di raggiungerla e insistendo nel resistere a qualsiasi danno alla Moschea di Al-Aqsa, la città di Al-Quds e le sue santità islamiche e cristiane.
Pieno sostegno ai valorosi prigionieri uomini e donne nelle carceri che sono sottoposti a varie forme di tortura e oppressione, e determinazione a dare priorità a ogni sforzo possibile per liberarli dalla prigionia dell’occupazione.
Sottolineando la difesa dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA) e il suo ruolo vitale nella cura dei rifugiati palestinesi fino al loro ritorno e all’attuazione della Risoluzione 194 delle Nazioni Unite.
Le fazioni palestinesi rendono omaggio al Sudafrica per il suo sostegno al popolo palestinese e per il suo ruolo fondamentale nel portare il caso giudiziario davanti alla Corte internazionale, di giustizia e per far ritenere l’occupazione “israeliana” responsabile del crimine di genocidio.”.
Nella conferenza si è discusso anche di approntare un programma per un apparato di sicurezza congiunto, sia per proteggere i territori già sotto controllo, sia per liberare quelli catturati dall’occupazione, sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza.
Il Ministro degli Esteri russo S. Lavrov, dopo la Conferenza ha sottolineato che: “…il dato estremamente significativo e rilevante, è quello che, nel comunicato adottato al termine della riunione di Mosca, le fazioni palestinesi, per la prima volta si sono espresse ad una disponibilità a rispettare la piattaforma dell’OLP. Questo è un buon passo avanti affinché diventino veramente uniti e parlino la stessa lingua con il mondo esterno…Così come, sulla base dei colloqui, i palestinesi hanno adottato una dichiarazione finale consensuale… “, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Con questo ennesimo atto, la Russia conferma di voler cercare anche nell’area medio orientale soluzioni negoziali, politiche e costruttive verso scenari di pace e non di guerra e conflittualità.
Con il “Formato Mosca” per il “Dialogo inter-palestinese”, Mosca rafforza la sua influenza geopolitica nell’area, assumendo nei fatti un ruolo di mediazione centrale in questo processo,: il Cremlino mantiene rapporti di lavoro con tutti i partecipanti all’incontro, evita giudizi categorici, ritenendo che i palestinesi debbano definire da soli il loro futuro. In sostanza, il progetto di Mosca è il tentativo di far mettere in atto concretamente e senza cancellazioni, gli accordi che erano stati raggiunti in Algeria, Il Cairo e Doha, ma che non hanno mai preso forma definitiva.
Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG – 7 marzo 2024