Dopo queste rivelazioni viene spontanea una domanda:
“Visto che Scajola è stato Ministro dell’Interno, pochi anni fa, chi fu, veramente, a dare gli ordini contro i manifestanti del G8 di Genova?”
Gli appartenenti alle Forze dell’Ordine dovrebbero, ora, riflettere su chi, spesso, dà indicazioni di fare questo o quello… Non tutti, purtroppo, sono cristallini come vorremmo.
Infatti, la lista dei condannati (in forma definitiva) dell’ex Presidente del Consiglio e creatore, insieme a Dell’Utri, di Forza Italia è lunga.
MOWA
–Redazione – Con una capacità economica indiscutibile, con una forza chiara e con le capacità per essere “l’interlocutore politico” della ‘ndrangheta.
E’ il Claudio Scajola che esce dalle carte della Dda di Reggio Calabria che, l’otto maggio scorso, ha arrestato l’ex parlamentare Pdl, accusato di aver favorito la latitanza dell’ex amico, e collega, Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Gli investigatori avrebbero voluto per Scajola anche l’aggravante dell’aver favorito l’organizzazione malavitosa calabrese.
Una richiesta, questa, che per ora il gip ha respinto.
Restano comunque pesanti, però, le accuse dei pm della Direzione distrettuale antimafia. Scrivono gli inquirenti: Scajola e gli altri arrestati, come componenti di “un’associazione per delinquere segreta collegata alla ‘ndrangheta”, hanno posto in essere o comunque agevolato “condotte dirette ad interferire su funzioni sovrane quali la potestà di concedere l’estradizione”.
Secondo i pm era stato lo stesso Matacena, al momento a Dubai a scegliere l’ex collega come “interlocutore politico destinato ad operare su sua indicazione” in accordo con la ‘ndrnagheta. Nei piani del latitante, insomma, Scajola avrebbe dovuto avere un duplice ruolo: da un lato favorire la sua latitanza e gli spostamenti, dall’altro continuare a trattare e a fare affari con le ‘ndrine.
Il tutto senza dimenticare la moglie di Matacena, Chiara Rizzo.
Pare, infatti, che l’ex ministro attendesse la candidatura al Parlamento europeo – mai arrivata – e la probabile elezione per poter dare, col proprio stipendio, 15500 euro alla Rizzo, per l’anticipo di una nuova casa in fitto a Montecarlo.
E’ uno dei passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria nei confronti di Scajola ed altre sette persone, tra le quali la stessa Rizzo. Nel provvedimento è riportato il sunto di una telefonata intercettata dalla Dia, risalente al 4 aprile 2014. “Claudio – è scritto nella sintesi riportata nell’ordinanza – chiama Chiara e parlano della soluzione migliore affinchè Claudio possa dare 15500 euro a Chiara che deve dare l’anticipo per l’affitto di un nuovo appartamento senza che risulti il suo nome”.