Michele Marsonet
Pakistan, in mondo viene informato della scomparsa dell’ex presidente Musharraf, capo di Stato dal 2001 al 2008 con Colpo di Stato, solo dall’Esercito. E col Paese lacerato in fazioni, gli autoritarismi attualmente al potere con sostegno occidentale (Usa), censurano anche Wikipedia per ‘blasfemia’. E ne impediscono la lettura in tutto il Paese. Noi ci associano a Wiki, e chiediamo a Michele Marsonet di dirci qualcosa di ieri, Musharaff appunto, per aiutarci a capire la deriva dell’attuale classe dirigente alla guida di un enorme Paese con oltre 200 milioni di abitanti e tante bombe atomiche.
Pakistano del dopo India britannica
La scomparsa, all’età di 79 anni, dell’ex presidente pakistano Pervez Musharraf, è importante anche se era in esilio e non aveva da tempo un ruolo attivo nella vita politica del suo Paese.
Musharraf, nato in India e poi fuggito in Pakistan con la famiglia quando aveva 4 anni, dopo il crollo dell’impero britannico e la sanguinosissima divisione tra i due Paesi nel 1947, era un miliare di carriera che si era in seguito dedicato all’attività politica.
Tra laicismo e radicalismo islamico
In una nazione caotica come il Pakistan, potenza atomica nella quale le frange più radicali dell’Islam hanno sempre svolto un ruolo importante, nel 1999 aveva capeggiato un golpe militare che gli consentì di essere presidente dello Stato dal 2001 al 2008.
Fece molto per tenere a freno le formazioni jihadiste che prosperano nel Paese ma, come sempre accade con i politici pakistani, era anche una personalità ambigua.
Onnipotenti servizi segreti
La sua educazione britannica lo spingeva a stringere relazioni più strette con l’Occidente. Era inoltre fondamentalmente laico, ragion per cui non vedeva di buon occhio la forte influenza del radicalismo islamico nel suo Paese.
Com’è noto, tuttavia, alcuni settori delle forze armate pakistane, e in particolare il potente servizio segreto ISI, non hanno mai preso le distanze dai fondamentalisti, cercando di utilizzarli a fini di politica interna.
Complicità afghane e Bin Laden
Musharraf cercò di contrastare questa tendenza riportando qualche successo, ma mai completo. Fece per esempio intervenire l’esercito contro i talebani afghani, sapendo che potevano contare su forti appoggi in Pakistan, anche per motivi di affinità etnica e linguistica.
Aderendo alla richiesta di George W. Bush, consentì che il Pakistan diventasse la base delle operazioni americane contro i talebani e Al Qaeda dopo l’attentato alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001. Ma non riuscì mai a fornire un appoggio totale a causa delle resistenze interne (anche da parte dei militari).
L’assassino come strumento politico
Fu inoltre accusato di essere il mandante dell’assassinio di Benazir Bhutto, accusa poi confermata dai tribunali pakistani, che non ebbe conseguenze pratiche perché Musharraf si rifugiò all’estero, a Dubai.
Ben poco fece per migliorare i rapporti con la Federazione Indiana, nemico storico del Pakistan e altra potenza atomica dell’area. Rapporti ulteriormente peggiorati dopo l’avvento a New Delhi del premier induista Narendra Modi.
Stabilità ed equilibri perduti
Nonostante la sua ambiguità, Musharraf è comunque stato un punto di riferimento stabile, mentre negli anni più recenti il caos politico e istituzionale in Pakistan è aumentato in modo allarmante.
7 Febbraio 2023