Ali Abunimah
“Purtroppo i nostri peggiori timori si sono avverati,” ha detto Josef Schuster, presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei di Germania, del successo elettorale di Alternativa per la Germania nelle elezioni politiche di domenica.
Noto con le iniziali tedesche AfD, il partito nazionalista estremista ha conquistato circa 100 seggi nella Camera Bassa tedesca.
“Un partito che tollera opinioni di estrema destra nelle proprie fila e incita all’odio contro le minoranze del nostro Paese è oggi non solo presente in ogni parlamento dei singoli Stati, ma rappresentato anche al Bundestag [il parlamento federale, ndt.],” ha affermato Schuster.
Il partito è noto per ospitare ogni sorta di razzisti ed estremisti, compresi apologeti del passato militare della Germania e revisionisti dell’Olocausto.
E’ stato un disastro che i principali politici tedeschi si aspettavano.
Sigmar Gabriel, il ministro degli Esteri del Paese, all’inizio di questo mese aveva avvertito che se l’AfD avesse avuto un buon risultato nelle urne, “allora per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale avremo dei veri nazisti nel parlamento tedesco.”
Finanziatrice filo-israeliana appoggia i neonazisti
Mentre la Germania non ha bisogno di lezioni per imparare ad essere razzista, questa catastrofe può essere in parte attribuita a dirigenti israeliani e ai loro fanatici sostenitori: per anni hanno fatto causa comune con l’estrema destra europea, che demonizza i musulmani come invasori stranieri che devono essere respinti e persino espulsi per conservare la mitica purezza europea.
Ciò può essere attribuito anche ai dirigenti tedeschi che per decenni hanno rafforzato questo Israele razzista finanziando l’occupazione militare israeliana e l’oppressione dei palestinesi.
Quello che avviene in Germania è un’altra faccia dell’alleanza tra suprematisti bianchi e sionisti che ha trovato ospitalità nella Casa Bianca di Donald Trump.
Nelle ultime settimane i portabandiera liberal [definizione dei liberaldemocratici nel sistema politico statunitense, ndt.] “The New York Times” e ”The Washington Post” si sono messi alla ricerca delle ombre inesistenti di interferenze russe nelle elezioni tedesche.
Nel frattempo, come ha informato Lee Fang per “The Intercept” [sito di controinformazione statunitense, ndt.], il “Gatestone Institute”, il gruppo di studio di Nina Rosenwald, finanziatrice della maggiore industria dell’islamofobia, aveva inondato le reti sociali tedesche con “un costante flusso di contenuti infuocati sulle elezioni tedesche, centrato sull’alimentare timori nei confronti di immigrati e musulmani.”
Il “Gatestone Institute” è presieduto da John Bolton, l’ex diplomatico neoconservatore noto per il suo aggressivo appoggio all’invasione dell’Iraq.
Articoli di “Gatestone” che facevano appelli in merito alla cristianità “in estinzione” e che mettevano in guardia sulla costruzione di moschee in Germania sono stati regolarmente tradotti in tedesco e postati da politici e simpatizzanti dell’AfD.
Innumerevoli resoconti sostenevano che immigrati e rifugiati stavano violentando donne tedesche e portando nel Paese malattie pericolose, temi classici della propaganda nazista, utilizzati a suo tempo per incitare l’odio genocida nei confronti degli ebrei.
Tragica ironia, il padre di Rosenwald, un erede del patrimonio dei grandi magazzini “Sears”, utilizzò la propria fortuna per aiutare i rifugiati ebrei che fuggivano dalle persecuzioni in Europa.
Sua figlia ha preso un cammino diverso. Il giornalista Max Blumenthal ha definito Nina Rosenwald la “riccona dell’odio antimusulmano.”
Blumenthal ha scritto nel 2012 che Rosenwald “ha utilizzato i suoi milioni per cementare l’alleanza tra la lobby filo-israeliana e gli estremisti islamofobi.”
Secondo Blumenthal, oltre a finanziare una serie dei più noti demagoghi antimusulmani, Rosenwald “ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’AIPAC, il braccio principale della lobby israeliana in America, e ricopre ruoli direttivi in una serie di importanti organizzazioni filo-israeliane.”
Il partito di Anders Breivik
In un profilo il giorno successivo le elezioni, “The Jerusalem Report”, pubblicato dal giornale [israeliano] di destra “Jerusalem Post”, ha fornito alla vice segretaria dell’AfD Beatrix von Storch una tribuna per esporre l’ideologia antimusulmana del suo partito.
“The Jerusalem Report” ha anche citato il politologo tedesco Marcel Lewandowsky che ha spiegato che “i membri dell’AfD vedono l’Unione Europea come traditrice dell’eredità cristiana dell’Europa perché ha lasciato entrare i musulmani. L’opinione è che l’islamizzazione dell’Europa sia stata provocata dall’UE.”
“La sostituzione” da parte dei musulmani, ha spiegato Lewandowsky “è il centro dei timori degli elettori dell’AFN.”
Ciò significa che il centro dell’ideologia del partito è indistinguibile da quella di Andres Breivik, il norvegese che nel luglio 2011 ha assassinato decine di suoi concittadini, soprattutto adolescenti che partecipavano a un campo giovanile del partito Laburista, col pretesto di bloccare l’“islamizzazione” dell’Europa.
Uno dei maggiori beneficiari della generosità di Rosenwald, secondo Blumenthal, è stato Daniel Pipes, l’influente demagogo filoisraeliano e antimusulmano che Breivik ha citato 18 volte nel suo famoso documento.
Ammirazione per Israele
La vice-segretaria dell’AfD von Storch, che siede nel parlamento europeo, ha anche utilizzato l’intervista di “The Jerusalem Report” per esporre la posizione filo-israeliana del suo partito, confrontando il nazionalismo tedesco all’ideologia sionista di Israele.
Secondo “The Jerusalem Report”, von Storch è una dei fondatori di “Friends of Judea and Samaria” [“Amici di Giudea e Samaria”, la denominazione israeliana della Cisgiordania, ndt.], un gruppo di estrema destra nel parlamento europeo che appoggia la colonizzazione illegale della terra palestinese occupata da parte di Israele.
Curiosamente, questo gruppo conta tra le sue persone di riferimento il capo del “Consiglio Regionale di Shomron”, un’organizzazione di coloni nella Cisgiordania occupata.
“Israele potrebbe essere un modello da seguire per la Germania,” ha detto von Storch a “The Jerusalem Report”. “Israele è una democrazia che ha una società libera e pluralista. Israele cerca anche di preservare la propria cultura e le proprie tradizioni uniche. Lo stesso potrebbe essere possibile per la Germania e per ogni altra Nazione.”
L’identificazione di Von Storch con Israele riprende quella del demagogo nazista USA Richard Spencer, che ha descritto la propria visione di uno “Stato etnico” ariano come “sionismo bianco”.
Anche la presidentessa dell’AfD Frauke Petry ha espresso appoggio alle colonie israeliane nella Cisgiordania occupata. In febbraio ha detto alla rivista ebrea di destra “Tablet” [periodico ebreo statunitense, ndt.] che la sua unica visita in Israele le ha dato un’impressione positiva del Paese.
“Improvvisamente l’immagine che hai è alquanto diversa da quella che si ha quando si vive lontano,” ha detto.
I dirigenti dei coloni israeliani hanno preso nota. Mentre il mondo è scosso dal successo elettorale dell’AdF, Yehuda Glick, un parlamentare nel partito Likud, del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha twittato che tutti quelli che sono “in preda al panico” per via dell’AfD possono star sicuri che Petry sta lavorando “intensamente” per espellere ogni elemento antisemita.
25 September 2017
Tratto da
(traduzione di Amedeo Rossi)