Con il bombardamento statunitense di qualche settimana fa su una presunta base dell’ISIS,con i voli di ricognizioni che partono da Sigonella econ le forze speciali sul posto per preparare l’arrivo di migliaia di soldati francesi, italiani, inglesi e statunitensi, è di fatto già partito il nuovo intervento militare in Libia. Per legittimarlo e scatenare l’inferno manca solo la foglia di fico della richiesta di intervento da parte dell’incerto governo libico, sebbene le grandi potenze abbiano fatto capire che non tollereranno ancora per molto questa situazione di stallo.L’Italia, che ha già inviato 4 cacciabombardieri AMX presso la base di Trapani Birgi ed ha concesso agli USA l’uso della base di Sigonella, guiderà, con la benedizione degli USA, questa nuova missione militare. Come rivelato dalla stampa statunitense, il centro operativo di comando è già stato costituito a Roma. Di fronte al “ salto di qualità” delle basi USA e NATO in Italia, sempre più dotate di ordigni nucleari; di fronte alla scellerata scelta del governo Renzi di competere per avere un ruolo primario nei progetti bellici imperialisti; di fronte al pericolo incombente di un nuovo impegno militare italiano in Libia, è quanto mai urgente mobilitarsi per fermare la guerra . Il governo Renzi ha concesso l’autorizzazione per la partenza di droni armati statunitensi dalla base di Sigonella verso la Libia precisando che “l’utilizzo delle basi non richiede una specifica comunicazione al Parlamento”. La Sicilia viene gettata così sulla prima linea del fronte. In questi anni straordinarie mobilitazioni popolari si sono sviluppate in Sicilia contro l’installazione a Niscemi della grande macchina da guerra globale USA chiamata MUOS e contro un interosistema di basi militari che, da Sigonella a Trapani-Birgi e Pantelleria, ha trasformato la nostra isola in una piattaforma di aggressione, facendo pagare enormi prezzi alla popolazione in termini di salute, devastazione ambientale, mancato incremento occupazionale, irreparabili danni ai prodotti agricoli.
Dobbiamo subito dire no a questa nuova aggressione al popolo libico!
Diciamo NO perché chi è causa di problemi non può ergersi a soluzione degli stessi. E le potenze imperialiste occidentali, con la NATO, hanno provocato l’esplosione della situazione libica con l’intervento militare del 2011, lasciando poi che il vuoto politico creato venisse riempito da fazioni, bande, tribù in conflitto tra loro e con le potenze straniere.
Diciamo NO perché le guerre non portano la pace, come sostengono vertici militari e governi: le guerre provocano lutti, dolore, devastazione, odio e violenza infinita.
L’intervento militare in Libia, con la scusa di stroncare l’ISIS e stabilizzare il paese, servirà solo ai fabbricanti e ai commercianti di armi per arricchirsi con l’apertura di un nuovo “mercato”; servirà solo a soddisfare le mire espansioniste delle grandi potenze e, innanzitutto, dello Stato italiano, che già in passato ha martoriato quella terra. Questa guerra, fortemente voluta dagli USA, dall’Unione Europea e dalla NATO, provocherà inevitabili reazioni, trasformando il territorio italiano e la Sicilia in particolare in obiettivi di attentati e atti di ritorsione, e andrà ad alimentare quella spirale bellica, che dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Siria all’Ucraina, dallo Yemen all’Africa sub-sahariana, sta coinvolgendo l’intero pianeta avvicinandoci sempre più ad un nuovo disastroso conflitto mondiale. Con la scusa di aiutare il popolo libico, questa guerra in realtà garantirà solo gli interessi delle multinazionali del petrolio e gli equilibri del terrore nel Mediterraneo, ormai trasformato in una area super militarizzata, chiusa ai profughi ed ai migranti, ma aperta ai mercanti di morte e alle avventure delle potenze imperialiste. Pretendiamo – e lottiamo – per un Mediterraneo smilitarizzato, per la chiusura di tutte le basi militari e delle fabbriche di armi, perché siano i popoli, oggi sottomessi, a liberarsi dai loro oppressori, con il supporto solidale e internazionalista di tutti coloro che sono impegnati a costruire una società libera dalle guerre, dal razzismo, dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla donna, dell’uomo sull’ambiente. La vera minaccia alla pace proviene dall’interventismo dei nostri governanti e delle classi dominanti per la difesa dei loro interessi, dalla militarizzazione della nostra terra, dagli enormi investimenti in strutture e strumenti di guerra a scapito del lavoro, dei servizi sociali, del benessere collettivo, della salvaguardia del territorio.
Il movimento NoMuos ha da anni individuato lo stretto nesso tra militarizzazione e politiche liberticide e di repressione dei migranti, nesso confermato dal grave ruolo diretto che la Nato sta assumendo nella militarizzazione delle politiche migratorie. Grande importanza assume la manifestazione nazionale NoFrontex il prossimo 16 aprile a Catania, città scelta per diventarne sede centrale . Invitiamo chi condivide le nostre idee a mobilitarsi, ovunque e come meglio crede, contro l’intervento militare in Libia; facciamo sentire alta la protesta; costruiamo un forte movimento di opposizione alle politiche avventuriere e imperialiste di cui il governo Renzi è protagonista e complice.
Le scelte guerrafondaie del governo fanno presagire la prossima entrata in funzione, con tutti i mezzi, delle micidiali parabole Muos a Niscemi, nonostante il sequestro sia stato confermato dalla Cassazione, come se già non bastassero le 46 antenne NRTF, che da 25 anni devastano la riserva SIC della Sughereta.
A partire dai prossimi giorni (a Niscemi dal 9 all’11 marzo entreranno in funzione le antenne NRTF ed il MUOS-tro) e dal 12 marzo, giorno in cui in Italia si manifesterà contro la guerra, dovremo tutti/e impegnarci a dare vita a una forte mobilitazione permanente per la smilitarizzazione della Sicilia , la chiusura di tutte le basi militari USA e Nato e l’uscita dell’Italia dalla Nato.
La Sicilia non è zona di guerra, via le basi Usa-Nato dalla nostra terra!
Invitiamo a partecipare alle prossime iniziative in preparazione a Niscemi, Catania… e ovunque in Sicilia e in Italia
Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos
06/03/2016