A Firenze nel reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Maria Annunziata è stato utilizzato il Taser per sedare un uomo per poi ricoverarlo in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). L’utilizzo della pistola elettrica è stato effettuato dai carabinieri, infatti, una pattuglia è intervenuta nell’ospedale poiché era stato segnalato un soggetto in forte stato di agitazione.
Ci chiediamo come è sia stato possibile ricorrere all’utilizzo del Taser in un reparto psichiatrico.
È il secondo utilizzo a Firenze, a due persone già conosciute dai servizi psichiatrici.
Infatti, la pistola elettrica è stata usata la prima volta in Italia il 12 settembre 2018 sempre a Firenze e sempre dai carabinieri per fermare un giovane musicista turco di 24 anni disarmato in stato di agitazione. Il ragazzo, in seguito al fermo, è stato ricoverato in TSO presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale S. Maria Nuova.
Quando non arriveranno il medico o l’infermiere a contenere, arriveranno i Taser?
Il fatto che l’uso della pistola elettrica in Italia venga fatto su più di una persona in stato di agitazione è perfettamente in linea con le intenzioni dell’azienda produttrice dell’arma, Taser International, ora AXON, che già nel 2004 riteneva la pistola elettrica “lo strumento più adatto a gestire persone emotivamente disturbate”.
Il Taser è considerato un dispositivo utile a garantire la sicurezza degli agenti. L’arma spara due dardi collegati alla pistola da cavi sottili. Quando il dardo colpisce il bersaglio, una scarica di corrente elettrica a impulsi provoca una paralisi neuromuscolare che concede agli agenti alcuni secondi per immobilizzare il soggetto. La pistola può anche essere premuta contro il corpo, causando dolore intenso. Le pistole in dotazione ai carabinieri non hanno bisogno di essere ricaricate e quindi possono sparare due colpi, ossia quatto dardi.
Dal 5 settembre 2018 in Italia il Taser è in fase di sperimentazione in dodici città italiane. La dotazione del Taser viene giustificata dalla non mortalità dell’arma, nonostante venga considerata dall’ONU uno strumento di tortura. Il Governo Italiano per mantenere la sicurezza dei cittadini, piuttosto che ridurre i casi di applicazione della violenza, preferisce dare alle forze dell’ordine la possibilità di sparare di più facendo meno vittime. Il Ministro dell’Interno Salvini, nel DDL Sicurezza ha inserito l’estensione dell’arma anche ai vigili urbani e alla Polizia ferroviaria oltre che alle altre forze di Polizia.
Nella ricerca “Shock tactics” della Reuters, su 1005 casi di morte legati all’uso del Taser, ben 257 vengono ricondotti all’uso dell’arma su soggetti con “disturbi psichiatrici e malattie mentali”; mentre in 153 casi il Taser è indicato come causa o come fattore che ha contribuito alla morte.
Ci preoccupa e allarma molto il fatto che si cominci ad usare il Taser su persone in difficoltà, in stato di agitazione o di crisi, per poi ricoverarle nei reparti psichiatrici. Ad oggi il TSO è un metodo coercitivo che obbliga il soggetto ad un trattamento farmacologico pesante e sradica la persona dal proprio ambiente sociale, rinchiudendola in un reparto psichiatrico, ignorando la complessità delle relazioni umane e sociali e molto spesso ledendone i diritti.
Noi ci opponiamo a tutto ciò! Il superamento delle crisi individuali passa attraverso un percorso comunitario e non attraverso l’utilizzo di metodi repressivi e/o coercitivi che risultano dannosi alla dignità dell’individuo. Ci chiediamo perché non venga attribuito alla rete sociale il giusto valore.
*Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
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16 Maggio 2019