I litigi e le aggressioni che stanno infuocando l’estate pescarese pongono forti interrogativi sul degrado crescente di posti in vista in una Pescara che così tanto tranquilla non lo è più.
Gesti di balordi. Certo. Spaccio. Certo. Carente e troppe volte vano impiego di forze dell’ordine. Può darsi. Tra i fatti recenti di cronaca Abbiamo anche avuto l’esplosione di una bomba carta esplosa davanti un centro estetico il 17 luglio scorso e l’incendio doloso al cantiere navale Nautica Pescara di Sambuceto, in via Aterno dove ignoti gettano benzina sulle barche e poi appiccano il fuoco. Il problema è anche qui quello che c’è ma non si vede: c’è una costellazione di episodi simili, anche più gravi e quello verificatosi a Montesilvano non è certo il primo atto intimidatorio doloso (il rogo doloso che distrugge il Bar Max il 21/07/2013 come la gelateria Davide e Katia il 24/07/2010 o il Pub 664 il 23/01/2017) e, anzi, gli episodi sono tantissimi nel tempo, alcuni inquietanti; prendiamo ad esempio principio di incendio doloso allo Stabilimento La Capannina il 6/05/2019 e l’uomo che a più riprese il 7 luglio successivo si presenta con casco e mazza a minacciare titolare dello stesso locale o i quattro principi di incendio doloso a distanza che vedono vittima “L’Accademia del Gusto” sempre a Pescara.
Quello che dovrebbe inquietare di più è quello che si presuppone si “muova” sopra a quanto visibile e percepibile all’occhio umano: spaccio di droga, estorsione, riciclaggio, corruzione rappresentano il noccio della questione “sicurezza”, ovvero come la crescente mafia nigeriana che ha preso piede un po’ ovunque, gruppi criminali autoctoni e esterni all’Abruzzo marchiano il territorio con i loro affari sono il cardine, l’”origine del male” ed a questo che si dovrebbe puntare il dito, creare “coscienza sociale”.
Ci sono interi quartieri in cui la gente comune viene vessata e sopravvive, più che vive il proprio territorio (pensiamo anche alle tante minacce ricevute in passato dall’associazione ‘Insieme per Fontanelle’) ma guai darne una visione ristretta a un determinato quartiere. È forse questo il problema cardine: localizzare e focalizzarsi a solo una zona, una famiglia o un etnia o una provenienza geografica come unica “malata” o “vittima”…
Facendo un parallelismo rispetto a quello che succede altrove: la famosa testata al giornalista Piervincenzi da parte di Roberto Spada, ha, oltre a scatenare un polverone di carattere nazionale, aperto delle crepe a quel muro di omertà e resistenza nel lido ostiense pervaso negli anni di bombe carta, intimidazioni, denunce e ritorsioni. A Pescara lo stesso Piervincenzi ha dapprima in più occasioni evidenziato che Pescara ha un sottobosco criminale che poco ha da invidiare a posti più “famosi”, poi è venuto in quel di Pescara e ha subito un trattamento non molto dissimile (13 febbraio 2019). A Ostia dopo l’aggressione si sono susseguiti arresti, indagini e un quadro ben più definito degli episodi di stampo mafioso avvenuti nella località balneare, a Pescara N U L L A.
NON BASTANO FILM, RICORRENZE O LIBRI CHE TRATTANO LA CRIMINALITÀ
Purtroppo si tende, specie dalle nostre parti, a dissimulare il fenomeno criminale e mafioso visto in tv o sul web e quella che è la realtà di tutti i giorni.
Piccoli esempi: conosceremo e interessa ancora a qualcuno la verità su Roberto Straccia e Alessandro Neri?
La criminalità organizzata o comune devasta l’intero territorio e tutto il tessuto socio economico dove attecchisce. Lo infetta, “droga” il mercato libero. Immaginate come ci siano attività che aprono in poco tempo e poi magari chiudono con altrettanta disinvoltura e senza sopportare quell’ansia, sacrificio che presuppone l’investimento dei propri risparmi in un’attività frutto del proprio sudore… Resta solo lavoro pagato male, insicurezza quotidiana e sfiducia in un territorio ai vertici nazionali per MQ. Centri commerciali / popolazione residente.
……ALTRO CHE ESERCITO…….
Occorre perseguire,chiedere maggiori controlli a chi produce e distribuisce merce contraffatta, non solo e soprattutto il venditore e compratore finale (ad esempio ricorderete il mercatino etnico a Pescara chiuso a maggio del 2016, cosa rimane delle successive dichiarazioni fatte alla stampa, in cui l’area di risulta è stata paragonata a Scampia, con tanto di “vedette”, “ombre” della camorra, “principale snodo della contraffazione del Sud Italia” e addirittura di “prostituzione maschile”? ).
Occorre prestare attenzione al trafficante di droga non solo e soprattutto quando arriva sulle strade e nei locali. Occorre attenzionare il riciclaggio di denaro sporco che devasta il sistema economico legale a favore di chi si piega a logiche criminali e, come ricorda la recente relazione della DIA, sempre più imprenditori preferiscono fare affari con le organizzazioni criminali, più che denunciare. Le amministrazioni piuttosto che lanciare proclami dovrebbero scandagliare il sistema appalti e sub appalti di competenza.
Davide Ferrone
Associazione Antimafie Rita Atria Abruzzo
Movimento delle Agende Rosse “P. Borsellino-G. Falcone” Abruzzo
04/08/2019