DANILO TOSARELLI – MILANO
Voglio tornare sui fatti di Pisa, esaminando con cognizione di causa.
Perchè quelle cariche agli studenti hanno colpito l’immaginario pubblico.
E perchè hanno evidenziato l’incultura e la dabbenaggine di troppi italiani.
Non può essere che quei fatti dividano gli italiani come fossero 2 tifoserie.
Chi è a favore della Polizia e chi è contro la Polizia. Non rendiamoci ridicoli..
Mi fa sorridere, la scelta del partito della Meloni di recarsi subito nelle Questure.
Per portare la loro solidarietà alla Polizia, a prescindere. Non si accusa La Polizia.
Ma la Polizia non ha bisogno di difese d’ufficio. Conosciamo tutti il suo valore.
Si tratta di valutare quell’episodio nello specifico e di esprimere un giudizio di merito.
Senza ambiguità. Per me le Forze dell’Ordine sono uno strumento utile e necessario.
In qualunque contesto sociale, occorre qualcuno preposto a far rispettare le leggi.
Dopodiché, non è che nel momento in cui indossi una divisa hai sempre ragione.
Anche Mattarella ha ritenuto eccessive le cariche sui manifestanti pro Palestina.
Una evidente sproporzione tra offesa e difesa. E chi ne mastica sa cosa intendo.
Nessuno ha dichiarato, che tra gli studenti vi fossero persone armate e pericolose.
Un manifestante che insulta e sputa, non può essere manganellato. E’ chiaro?
Estremizzo volutamente, per far comprendere cosa potrebbe generare una reazione.
Comprendo quanto possa essere difficile accettarlo, ma tu svolgi un ruolo particolare.
Devi far rispettare le leggi vigenti, ma anche tu lo devi fare, perchè rappresenti lo Stato.
Se l’adunata viene considerata pericolosa, il Funzionario di O.P. ha un sacro dovere.
Impartire l’ordine ai manifestanti di disperdersi, con ordini udibili, magari con megafono.
Meglio ancora con i famosi 3 squilli di tromba che preannunciano l’eventuale carica.
Solo a quel punto viene giustificato l’uso della forza fisica, perchè prevista e necessaria.
A qualcuno risulta che tale protocollo sia stato rispettato? Sono particolari rilevanti.
Davvero è pensabile che questi giovani manifestanti non sarebbero scappati prima?
Benedetti squilli di tromba. “Uomo avvisato mezzo salvato”. Ma il preavviso c’è stato?
Ho indossato anche io per 32 anni una divisa e so quanta pazienza e tempra serva. Tanta.
Certamente. Svolgere compiti di ordine pubblico è alquanto faticoso, difficile e complicato.
Ma è una responsabilità che non si può delegare a nessuno. Tocca a chi svolge quel lavoro.
Piaccia o no, esistono regole che vanno rispettate, perchè questo prevede una democrazia.L’articolo 17 della nostra Costituzione prevede il diritto di manifestare. Meno male. Sacro.
Va però dato preavviso alle Autorità 3 giorni prima, come previsto dall’art. 18 del TULPS.
Non è richiesta autorizzazione, ma il diritto di riunirsi può essere negato dal Questore.
Per motivi di Ordine Pubblico che però devono essere motivati, perchè si nega un diritto.
Il Viminale ricorda che nel 2024 le manifestazioni sono aumentate. 1994 nei primi 2 mesi.
Sono il 40% in più rispetto al 2023, ma sono esplose drammatiche tensioni internazionali.
Il Viminale però ammette che quelle con criticità sono diminuite. Dal 3,5% al 1,6%. Meglio.
Voglio evidenziare in positivo questo aspetto. Il Paese esprime sentimenti e partecipazione.
Ma non ci sono solo le guerre, esistono i tanti problemi sociali certamente non meno gravi.
E questi problemi hanno necessità di avere un’espressione di popolo, la protesta nelle piazze.
Ma se il diritto a manifestare è il sale della democrazia, non da tutti è gradito. Può dar fastidio.
Inutile negarlo. I fatti accaduti a Genova nel 2001 durante il G8 hanno lasciato il segno.
Mai generalizzare, ma è vero che basta una goccia d’aceto per rovinare il migliore dei vini.
Ecco perchè la questione dei codici identificativi diventa una garanzia in più per i cittadini.
In merito, già nel 2012 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione importante.
Introdurre un codice identificativo su divise o caschi di chi svolge compiti di ordine pubblico.
La stragrande maggioranza dei Paesi lo hanno fatto, altri continuano a fregarsene.
Oltre ad Austria, Olanda, Cipro e Lussemburgo, anche l’Italia è fra questi. Perchè tutto ciò?
In merito, le varie proposte di legge si sono perse nei tanti cassetti di Camera e Senato.
Le prime risalgono al 2001 dopo le violenze delle Forze dell’Ordine durante il G8 di Genova.
Violenze definite atti di tortura, da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
E’ stato proprio l’ex capo della Polizia Gabrielli ad ammettere le gravissime responsabilità.
Favorevoli da sempre ad introdurre i codici identificativi sono la sinistra ed il centrosinistra.
Contrari da sempre la destra, il centrodestra, la Lega ed alcuni sindacati di Polizia.
I sindacati di polizia temono che possano pregiudicare la sicurezza personale dell’agente.
Il renderlo riconoscibile e diventare facile bersaglio per i manifestanti. E’ comprensibile.
E’ possibile una soluzione che eviterebbe questi rischi. Ti riconosce solo l’Autorità preposta.
Variare ad ogni evento di piazza i codici identificativi, invece che tenersi sempre lo stesso.
Eviterebbe i rischi sopracitati, ma consentirebbe la riconoscibilità richiesta anche dalla UE.
L’attuale Ministro degli interni Piantedosi esclude l’introduzione di questi codici identificativi.
L’Italia si ostina a dire NO, come se negli altri Paesi Europei fossero tutti degli sprovveduti.
Il Ministro ed i partiti di centrodestra, dichiarano che sarebbe un atto di sfiducia verso la Polizia.
Non sono d’accordo. E sono nauseato da queste continue e sterili strumentalizzazioni politiche.
Possibile che questo Paese, sia perennemente immerso in una asfissiante campagna elettorale?