di Renata Girardi
Anne Boyer, Saggista e poetessa statunitense, vincitrice del premio Oscar per la Saggistica nel 2020, si dimette dal New York Times Magazine in forte dissenso con i vertici e la Direzione del NYT.
La sua coscienza critica nei confronti del sistema statunitense, contro il liberalismo estremo di un paese che non conosce più i Valori di cui si fregia, diventa esplosiva nel suo capolavoro del 2020 “Non morire”.
Questa opera che trasuda dolore unito ad una visione disincantata della macchina sanitaria statunitense che condanna i cittadini a percorsi diversi in base alla propria disponibilità economica ed al censo, diventa un manifesto eclatante di denuncia verso la mancanza di welfare e di valori tipica dell’imperialismo USA.
La sua lettera di dimissioni merita di essere letta integralmente, per la durezza e obiettività con cui denuncia le modalità con cui i media descrivono, oppure omettono, la feroce guerra condotta da Israele sui palestinesi.
“Mi sono dimessa da redattrice di poesia del New York Times Magazine. La guerra dello Stato israeliano appoggiata dagli Stati Uniti contro il popolo di Gaza non è una guerra per nessuno.
Non c’è sicurezza in essa o da essa, né per Israele, né per gli Stati Uniti né per l’Europa, e soprattutto non per i molti ebrei calunniati da coloro che affermano falsamente di combattere in loro nome. Il suo unico profitto è il profitto mortale degli interessi petroliferi e dei produttori di armi.
Il mondo, il futuro, i nostri cuori: tutto diventa più piccolo e più difficile con questa guerra.
Non è solo una guerra di missili e invasioni di terra. E’ una guerra in corso contro il popolo palestinese, un popolo che ha resistito per decenni di occupazione, sfollamento forzato, privazione, sorveglianza, assedio, imprigionamento e tortura.
Poiché il nostro status quo è l’espressione di sé, a volte il modo più efficace di protesta per gli artisti è rifiutare. Non posso scrivere di poesia in mezzo ai toni “ragionevoli” di coloro che mirano ad acclimatarci a questa irragionevole sofferenza.
Niente più eufemismi macabri.
Niente più paesaggi infernali verbalmente sterilizzati.
Niente più bugie guerrafondaie.
Se questa rassegnazione lascia un vuoto nelle notizie delle dimensioni della poesia, allora questa è la vera forma del presente”, conclude Anne Boyer.
19 Novembre 2023