Foto: Il presidente Obama con il suo consigliere per l’America Latina, Ricardo Zuñiga, e la consigliera nazionale di sicurezza, Susan Rice. © Casa Bianca
USA, Germania, Canada, Israele e UK hanno lanciato la ‘Operazione Gerico’. Di nuovo, l’amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un governo che le resiste
Ancora una volta, l’amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un regime politico che le resiste. Il 12 febbraio, un aereo Academi (ex Blackwater) travestito da aereo dell’esercito venezuelano doveva bombardare il palazzo presidenziale e uccidere il presidente Nicolas Maduro. I cospiratori avevano pianificato di mettere al potere l’ex deputata María Corina Machado e di farla immediatamente acclamare da ex presidenti latinoamericani.
Il presidente Obama aveva già avvertito. Nella sua nuova dottrina di Difesa (National Security Strategy), scriveva: «Noi stiamo al fianco dei cittadini il cui esercizio della piena democrazia sia in pericolo, come nel caso dei venezuelani». Eppure, poiché il Venezuela è, dopo l’adozione della Costituzione del 1999, uno dei paesi più democratici del mondo, questa frase lasciava presagire il peggio per impedirgli di continuare nel suo percorso di indipendenza e di ridistribuzione della ricchezza.
Era il 6 febbraio 2015. Washington finiva di mettere a punto il rovesciamento delle istituzioni democratiche del Venezuela. Il colpo di Stato era stato pianificato per 12 febbraio.
Per rafforzare la sua azione economica, il presidente Obama ha firmato, il 18 dicembre 2014, una legge che impone nuove sanzioni contro il Venezuela e molti dei suoi dirigenti. Ufficialmente, si trattava di punire le persone che avevano represso le proteste studentesche. In realtà, dall’inizio dell’anno, Washington pagava un salario – quattro volte più alto del reddito medio – a persone inserite in bande affinché attaccassero la polizia. Gli pseudo-studenti avevano ucciso così 43 persone in pochi mesi e avevano seminato il terrore per le strade della capitale.
Ex numero 2 dell’Isaf in Afghanistan, il generale Thomas W. Geary è ora responsabile dell’intelligence presso SouthCom.
L’azione militare era soggetta alla supervisione del generale Thomas W. Geary, dal SouthCom a Miami, e di Rebecca Chavez, dal Pentagono, e subappaltata all’esercito privato Academi (ex Blackwater); una società ora amministrata dall’ammiraglio Bobby R. Inman (ex capo della NSA) e John Ashcroft (ex Attorney General dell’amministrazione Bush). Un Super Tucano, immatricolato N314TG, acquistato dall’impresa della Virginia nel 2008 per assassinare Raul Reyes, il n. 2 delle Farc colombiane, doveva essere camuffato da aereo dell’esercito venezuelano. Doveva bombardare il palazzo presidenziale di Miraflores e altri bersagli tratti da una lista di una dozzina di obiettivi predeterminati, tra cui il Ministero della Difesa, la direzione dei servizi segreti e il canale televisivo dell’ALBA, TeleSur. Mentre l’aereo stazionava in Colombia, il quartier generale operativo di “Gerico” era stato installato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà con la partecipazione dell’Ambasciatore Kevin Whitaker e del suo vice Benjamin Ziff.
Alcuni alti ufficiali, in attività o in congedo, avevano registrato in anticipo un messaggio alla nazione in cui annunciavano di aver preso il potere al fine di ristabilire l’ordine. Era previsto che essi sottoscrivessero il piano di transizione, pubblicato il 12 febbraio mattina da El Nacional e redatto dal Dipartimento di Stato USA. Un nuovo governo sarebbe stato formato, condotto dall’ex deputata María Corina Machado.
Il colpo di Stato doveva mettere al potere María Corina Machado. Il 26 gennaio, ha ricevuto a Caracas i suoi principali complici stranieri.
María Corina Machado è stata la presidente della Súmate, l’associazione che ha organizzato e ha perso il referendum revocatorio contro Hugo Chávez Frias, nel 2004, già allora con i soldi del National Endowment for Democracy (NED) e i servigi del pubblicitario francese Jacques Séguéla. Nonostante la sua sconfitta, fu ricevuta con tutti gli onori dal presidente George W. Bush, nello Studio Ovale, il 31 maggio 2005. Eletta rappresentante dello Stato di Miranda nel 2011, è apparsa improvvisamente, il 21 marzo 2014, come capo della delegazione panamense per l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Fu immediatamente destituita dalle sue funzioni di deputata per aver violato gli articoli 149 e 191 della Costituzione.
Per facilitare il coordinamento del golpe, María Corina Machado ha organizzato a Caracas, il 26 gennaio, un simposio, intitolato «Potere del cittadino e Democrazia oggi», a cui hanno partecipato la maggior parte dei personaggi venezuelani e stranieri coinvolti.
Nessuna possibilità: i servizi segreti militari venezuelani sorvegliavano personalità sospettate di aver fomentato un precedente complotto che puntava ad assassinare il presidente Maduro. Lo scorso maggio, il procuratore di Caracas aveva accusato María Corina Machado, il governatore Henrique Salas Römer, l’ex diplomatico Diego Arria, l’avvocato Gustavo Tarre Birceño, il banchiere Eligio Cedeño e l’uomo d’affari Pedro M. Burelli, ma costoro hanno disconosciuto le e-mail, sostenendo che erano state falsificate dall’intelligence militare. Naturalmente, erano tutti in combutta.
Nello stare sulle tracce di questi cospiratori, l’ntelligence militare ha scoperto l’«Operazione Gerico». La notte dell’11 febbraio, i principali leader della trama e un agente del Mossad sono stati arrestati mentre la sicurezza aerea è stata rafforzata. Altri sono stati recuperati il giorno 12. Il giorno 20 le confessioni ottenute hanno permesso di fermare un complice, il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma.
Il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, era l’ufficiale di collegamento con Israele. Si è recato segretamente a Tel Aviv, il 18 maggio 2012, per incontrarsi con Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman. Rappresentava il capo dell’opposizione venezuelana, Henrique Capriles Radonski.
Il presidente Nicolas Maduro è immediatamente intervenuto in televisione per denunciare i congiurati. Mentre a Washington, la portavoce del Dipartimento di Stato faceva ridere i giornalisti che si ricordavano del colpo di Stato in Honduras organizzato da Obama nel 2009 – per stare all’America Latina – o, più recentemente, del tentato colpo di stato in Macedonia, nel gennaio 2015 – per riferirci al resto del mondo -, quando affermava: «Queste accuse, come tutte le precedenti, sono ridicole. È una questione di politica di lunga data, gli Stati Uniti non sostengono transizioni politiche con mezzi incostituzionali. Le transizioni politiche devono essere democratiche, costituzionali, pacifiche e legali. Abbiamo visto più volte che il governo venezuelano sta cercando di distogliere l’attenzione dalle proprie azioni, accusando gli Stati Uniti o altri membri della comunità internazionale per gli eventi in Venezuela. Questi sforzi riflettono una mancanza di serietà da parte del governo del Venezuela nel far fronte alla grave situazione cui è chiamato a porre rimedio.»
Per i venezuelani, questo colpo di Stato non riuscito pone una questione grave: come far vivere la democrazia, se i principali leader dell’opposizione si ritrovano in carcere per i crimini che stavano per commettere contro la democrazia?
Gli Stati Uniti contro il Venezuela
– Nel 2014, sembravano rinunciare al loro obiettivo e sostennero gruppi anarchici per vandalizzare e destabilizzare il paese, è la Guarimba [4].
NOTE
22 febbraio 2015