Fa scalpore e stride con la logica solidaristica umana la storia di un operaio (come tanti altri) che, sfortunatamente, dopo 27 anni presso la stessa azienda, si ammala in modo grave (con conseguente trapianto di fegato) e viene licenziato “per sopravvenuta inidoneità fisica“.
Se da una parte la proprietà della società Oerlikon Graziano (che ha sede a Rivoli – Torino – Italia), non rappresentano certo il giovane onesto e generoso Filippo Derbley, padrone delle ferriere di Pont Avesnes amato dai propri operai, descritto nel romanzo Le Maitre des Forges del 1882, di Georges Ohnet, dall’altra il Ministro al lavoro, Giuliano Poletti, invece, sembra sostenere la parte dello smemorato di Collegno perché non ricorda di essere stato tra i prosecutori di pessime leggi nell’ambito lavorativo… l’ultima, in ordine di tempo, l’estensione a 360 gradi dei vaucher.
Giuliano Poletti esterna ai media tutto il suo stupore con frasi ad effetto:
“E’ una cosa inconcepibile, inaccettabile, sbagliata“
oppure
“Se una persona ha una situazione come questa – ha detto – l’azienda si deve prendere la responsabilità di garantirgli un’opportunità. Se le notizie dei giornali corrispondono alla verità, è un errore molto grave che l’azienda deve immediatamente recuperare”
Ma dove vive?
È, forse, il Ministro del lavoro di un’altro paese che non può intervenire con leggi adeguate?
Gli ultimi governi stanno letteralmente massacrando diritti acquisiti che davano indice di civiltà ad un paese per farci piombare nella barbarie più nera.
È il caso di riprendere quella solidarietà umana che ha saputo sviluppare progresso, benessere e dato un indirizzo chiaro alla nostra beneamata Costituzione… se fatta rispettare. Rispetto che si ottiene se esistono i presupposti che, solo, un partito serio (come era il P.C.I. – con i puntini) aveva saputo progressivamente ottenere.
Altro che farsi infinocchiare dagli emergenti politici che si spacciano di essere stati comunisti o di sinistra come sono gli innumerevoli casi dei vari Pisapia, Serracchiani… che hanno scelto, da tempo, da che parte schierarsi.
MOWA