Il ragionamento da fare è ben altro, non è in discussione la professionalità del personale delle cooperative , da discutere è invece l’organizzazione del lavoro all’interno delle strutture private, incluse quelle gestite dalle cooperative.
In primis il personale ausiliario, quando c’è, è ridotto all’osso e meno ore di lavoro significano minore attenzione per la pulizia.
Quando il personale ausiliario non c’è, le pulizie vengono effettuate dalle educatrici che cosi’ sottraggono tempo alle attività educative, al rapporto diretto con i bambini e le bambine.
Quanto poi agli orari, è bene sapere che un’educatrice con orario giornaliero di 8 ore non garantisce la stessa attenzione di una educatrice con orario di 6 ore,6 ore e30, orari lavorativi più lunghi equivalgono a carichi maggiori per le educatrici e un servizio peggiore per bambini\e.
Aumentare poi il numero di bambini senza spazi adeguati incide sulla loro sicurezza e sul loro benessere psicofisico, la tendenza di molte strutture private è quella di aumentare le domande anche quando incidono negativamente sulla qualità del servizio
I genitori dei bambini e delle bambine sappiano che il controllo da parte dei Comuni è spesso carente perchè si limita a un controllo standard , ragion per cui è bene che siano anche i genitori a monitorare quanti bimbi sono affidati a una singola educatrice, se sono rispettate le fasce orarie, capire in quali spazi stanno durante il giorno, in quanti dormono nello stesso spazio,quanto tempo e personale è dedicato alle pulizie, quante persone aiutano loro bimbi durante i pasti e quanto tempo hanno i bimbi per mangiare, se quando un bimbo viene cambiato tutti gli altri restano soli con un’educatrice.
Spetta ai genitori verificare le differenze di questi parametri tra la gestione diretta e quella indiretta di un servizio educativo e solo a quel punto potremo comprendere i vantaggi dei servizi a gestione diretta.
La qualità dei servizi educativi non è secondaria, si possono modulare gli orari in base alle esigenze lavorative (orari diversi tra nido e nido) ma altro discorso è pensare ai nidi come un luogo dove lasciare bambini per 10\12 ore al giorno con poco personale e con la logica del parcheggio a sostituire percorsi educativi degni di questo nome.
In allegato la lettera aperta ai cittadini utenti degli asili nido comunali
Lettera aperta ai cittadini utenti degli asili nido comunali
- Se è vero, come dicono gli amministratori, che non diminuiscono le risorse destinate alla gestione delle strutture educative e la scelta della chiusura sarebbe determinata solo dall’impossibilità di nuove assunzioni e di coprire con incarichi annuali i posti vacanti, perché non hanno spalmato le risorse attuali (gli educatori di ruolo) tra i 9 nidi esistenti ripensando tutta l’organizzazione complessiva dei nidi, gli orari di apertura e la gestione del servizio? La chiusura del nido S.Biagio poteva e doveva essere evitata.
- Se è vero, come sostengono gli amministratori, che prima di prendere decisioni così importanti avrebbero avviato un percorso partecipato con le famiglie e i lavoratori del settore, perché si sono solo limitati ad organizzare in fretta e furia alcuni incontri nel corso dei quali sono state fornite alle famiglie solo informazioni generiche e rassicuranti impedendo loro di incidere sulle scelte già assunte dall’Amministrazione? I bisogni delle famiglie dovevano essere ascoltati, i cittadini e le lavoratrici coinvolti nelle decisioni
- Un’Amministrazione corretta e trasparente avrebbe assunto le decisioni a testa alta, l’esatto contrario di quanto accaduto con i genitori convocati solo su dopo pressanti richieste di incontri e informazioni . E che dire poi del fatto che al personale del nido sia stata comunicata la decisione senza il minimo confronto? Perché nessuna dichiarazione del Sindaco sulla stampa cittadina? La città ha il diritto di essere informata, non addomesticata da qualche comunicato su Pisainformaflash, il giornale on line alle dirette dipendenze del Sindaco e con personale pagato con i soldi dei contribuenti.
- Nel 2007 il nido di via Rosellini chiuse e la struttura fu alienata, ma oggi arriva la beffa! Infatti non hanno deciso di chiudere un nido perché la struttura è fatiscente e necessiterebbe di grossi investimenti per manutenzioni straordinarie e ordinarie a garantire la sicurezza dei bambini e degli adulti, ma si chiude il S. Biagio per riaprirlo subito dopo con il personale delle cooperative alle quali verrà affidato il progetto 0-6. Il personale comunale, dopo molti anni di servizio, sarà “smistato” nelle strutture rimanenti , i bambini e i genitori si ritroveranno a non avere più le educatrici di riferimento. Un lungo lavoro fatto di corsi di aggiornamento, professionalità, cure e buone relazioni, di qualità dell’intervento educativo sarà spazzato via in un soffio. Ai genitori, ai cittadini chiediamo di riflettere su quanto sta accadendo, di non rassegnarsi ad un futuro nel quale i servizi a gestione diretta siano dismessi.