Foto: Paolo VI col Patriarca ortodosso Atenagora con un’evidente saluto massonico...
Noi dell’appartenenza di Paolo VI alla massoneria ne avevamo parlato abbondantemente molti anni orsono. Siamo riusciti, con l’avvento di iskra, a metterlo in rete il 23 aprile 2010, e si trova esattamente nel mezzo dell’articolo: Biografia di Toni Negri (prima parte) Potere Operaio, Superclan – Uomini, culture, tecniche dell’eversione imperialista
Il passaggio in questione su Paolo VI dell’articolo:
“Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini nasce alle ore 22 del 26 settembre 1897 a Concesio nei pressi di Brescia ed è il secondogenito di Giorgio e Giuditta Alghisi. E sin qui tutto normale. Ma analizzando con più attenzione il parentado troviamo che da parte di madre, tra gli Alghisi, le presenze massoniche non mancano, tant’è che sui loro tombali, nel cimitero di Verolavecchia, si trovano dei bassorilievi di indiscutibile simbologia massonica.
Montini di “grandi imprese” ne ha fatte molte: tra queste ricordiamo quella del lontano 1942, quando da Segretario di Stato ha organizzato per conto di Earl Brennan dell’OSS, i servizi segreti americani durante la seconda guerra mondiale, una rete spionistica che utilizzava la struttura diplomatica del Vaticano per far giungere a Washington le mappe dell’industria bellica giapponese. Operazione nota col nome in codice di Progetto vascello.
La seconda impresa è stata quella di aver permesso la fuga dei criminali nazisti, fascisti e degli ustascia croati: Montini aveva sotto la sua supervisione l’ufficio che rilasciava i documenti per l’espatrio dei “rifugiati”. Una rete di complicità lavorava per impedire la cattura di personaggi come Walter Rauff, l’inventore delle camere a gas mobili; questo criminale venne usato congiuntamente dal Vaticano e dagli americani, dal 1944 al 1949, con lo scopo di mettere in piedi un’organizzazione capace di far fuggire molte migliaia di agenti Gestapo ed SS, da usare in seguito in funzione anticomunista. Usarono per i loro loschi traffici dalla Caritas Internationalis, al vescovo Alois Hudal del Collegium Teutonicum, al prete Krunoslav Draganovic, consigliere del dittatore croato Ante Pavelic. Questa rete era chiamata la “via dei conventi”.”
Siamo felici di constatare che anche altri comincino ad avere dubbi sulla doppia (tripla) appartenenza di detto “servitore di Dio“.
La Chiesa fermerà il processo di beatificazione di Paolo VI? Dubitiamo fortemente ma come si suol dire “le vie del Signore sono infinite!”
MOWA
Il prossimo 19 ottobre Papa Francesco proclamerà Beato Papa Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini. Ma su di lui ci sono anche ombre, non solo luci. Il pentito di mafia Calcara: “Era un massone, lui e il cardinale Macchi erano vicini a pezzi deviati dei servizi segreti e di Cosa Nostra. E sull’omicidio Calvi…”
VIDEO: Salone del Libro di Torino: il pentito di mafia Vincenzo Calcara presenta il suo libro – parte 3
Il prossimo 19 ottobre Papa Francesco proclamerà Beato Papa Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini. Dall’anno successivo, la giornata dedicata dalla Chiesa alla celebrazione del ricordo del Papa bresciano potrebbe essere il 29 maggio. Il miracolo a lui attribuito è un fatto del 2001, quando negli Stati Uniti si è verificata la guarigione di un bimbo ancora nella pancia della madre invocando nella preghiera proprio Paolo VI. Ma dietro le luci c’è anche qualche ombra?
Una risposta arriva dal libro di Vincenzo Calcara (curato da Simona Mazza). Calcara, pentito di mafia, è l’uomo che era stato incaricato da Francesco Messina Denaro, il padre di Matteo attuale boss latitante di Cosa Nostra, di uccidere il giudice Paolo Borsellino. Calcara è stato per molti anni addentro alle operazioni di mafia e ha conosciuto anche i legami di Cosa Nostra, in particolare quella trapanese, con pezzi deviati delle istituzioni.
Calcara arriva a descrivere cinque diverse “entità“, che a suo dire sarebbero strettamente connesse e coinvolte in molti dei misteri e delle stragi che hanno afflitto la storia italiana del secondo dopoguerra. Cosa Nostra, ‘ndrangheta, Massoneria, Servizi Segreti deviati e Chiesa: ecco le cinque entità di cui parla Vincenzo Calcara anche nel suo libro “Le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino“.
Da sempre la Chiesa cattolica si considera inconciliabile con la massoneria. Ma, sul piano del potere temporale, le commistioni d’interessi e le frequentazioni con le logge segrete sono esistite, come prova il sodalizio finanziario tra monsignor Paul Casimir Markincus, patron dello Ior, e i piduisti Roberto Calvi e Michele Sindona.
Più volte e da più parti si è parlato di Paolo VI come di un massone. Don Villa, nemico giurato del cardinale Montini, scoprì che, sulla porta di bronzo della Basilica di San Pietro raffigurante lo stesso pontefice, Paolo VI era rappresentato con una stella a cinque punte sulla mano, vale a dire un pentalfa massonico, che fu poi prontamente rimosso.
Nel suo libro Calcara scrive che Paolo VI faceva parte “dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro quando era ancora cardinale”. Lui, insieme al cardinal Macchi, erano secondo Calcara in testa alla cosiddetta “Entità del Vaticano”, in grado di influenzare la vita politica ed economica italiana. Secondo quanto racconta Calcara lo stesso Vaticano ebbe un ruolo nella morte di Roberto Calvi, “attorno a cui vi erano dei Massoni collegati a Cosa Nostra”.
Calcara racconta di un incontro tra esponenti delle diverse entità: “Erano presenti tutti: Bernardo Provenzano, Francesco Messina Denaro, il vero braccio destro del Triumvirato della Commissione di Cosa Nostra, il potente uomo politico, il Cardinal Macchi, il notaio Albano, Francesco Nirta di San Luca… entrarono uno a uno come se stessero adempiendo a qualche prassi burocratica, per presenziare a una squallida cena ‘statale’, dove il potere era di casa (…) Dopo i soliti convenevoli, si misero attorno al tavolo accuratamente imbandito e iniziarono a parlare. Ricordo che quel giorno erano tutti incazzati con Calvi. Fra le altre cose il Cardinale Macchi, riferendosi al Dott. Calvi, pronunciò questa frase: ‘Gli ho garantito la mia protenzione facendo ricadere la colpa su Marcinkus, ma questo indegno non ha creduto! Lui è molto furbo”. “Con queste parole”, conclude Calcara, “si era decretata definitivamente la condanna a morte del Dott. Calvi”.
6 giugno 2014