In Palestina si persevera con l’annessione dei territori, da parte dei teocratici israeliani, andando contro le leggi internazionali di cui l’ONU dovrebbe essere garante ma che, in realtà, non interviene per ripristinare gli assetti di quell’area geografica come se ci fosse un silenzio/assenso con l’operato dell’occupante.
Infatti, i sionisti israeliani continuano la loro opera di occupazione arbitraria di un territorio, strategicamente importante nello scacchiere internazionale degli interessi di potenze occidentali e sapendo benissimo di avere dalla loro parte complicità imperialistiche ma, soprattutto, con un’ONU inattiva nel mandare i caschi blu a tutela di un popolo, come quello palestinese, che sta subendo da oltre 60anni un autentico genocidio.
ONU se esisti ancora e sei, di nuovo in piedi per la tutela delle leggi che gli Stati ti hanno demandato, batti un colpo.
MOWA
Israele continua l’occupazione illegale dei territori palestinesi
In atto il trasferimento di 1.300 ebrei etiopi nei territori occupati e la costruzione di un muro che impedisce ai palestinesi l’accesso agli uliveti.
Israele sta trasferendo 1.300 ebrei etiopi nei territori occupati. L’operazione è iniziata nel 1984, quando 8mila ebrei etiopi furono dislocati in Palestina ed è proseguita nel 1981, con lo spostamento di 14.200 ebrei etiopi, avvenuto in 13 ore.
Al fine di cambiare la demografia sociale, Israele prevede che gli ebrei di tutto il mondo emigrino nei territori occupati. Questo scrivono i rappresentanti della Palestina presso le Nazioni Unite in una risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza, che condanna la costruzione illegale degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi.
Intanto, giovedì 7 aprile Israele ha iniziato la costruzione di una nuova parte del muro di separazione che taglierà l’accesso dei palestinesi ai loro uliveti, rubando altra terra. Le gru hanno eretto blocchi di cemento alto otto metri a sud di Gerusalemme e nei pressi di Betlemme.