Open Data PNRR. Da mesi oramai vi è una mobilitazione continua nei confronti del Governo presieduto da Mario Draghi per chiedere maggiore trasparenza sull’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Anche noi, con riguardo alla città di Milano, abbiamo chiesto maggiore trasparenza affinché si possa realizzare davvero un monitoraggio civico sull’impiego delle risorse. Minore trasparenza significa minore capacità di controllo da parte dei cittadini, quindi un aumento delle possibilità per le organizzazioni mafiose di infiltrarsi nei lavori per le opere previste dal Piano.
Cos’è il PNRR
Il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea come il nostro paese intende investire i fondi stanziati nell’ambito del programma Next generation Eu (Ngeu).
Il nostro paese è il principale beneficiario del programma, con 191,5 miliardi di euro di fondi suddivisi tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi). A tali risorse si aggiungono circa 13 miliardi di euro di cui il nostro paese beneficerà nell’ambito del programma Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (React-Eu). Infine Il governo, con un apposito decreto legge, ha stanziato altri 30,62 miliardi che serviranno a completare i progetti previsti dal PNRR. In totale parliamo di
235,12 miliardi di euro
che verranno gestiti dall’Italia nei prossimi anni. Una cifra enorme, che può diventare la grande occasione per risollevare il nostro paese oppure l’ennesima occasione storica mancata di cui è costellata la nostra storia.
Questo dipenderà dal tasso di trasparenza nella gestione dei fondi. E purtroppo non ci siamo proprio su questo tema.
Open Data PNRR? Non sono Open
Le promesse di trasparenza del governo Draghi fino a questo momento sono state disattese. Nonostante l’annunciata volontà di aprire al mondo della società civile contenuta proprio nel Pnrr, il Governo elogiato dai media per la competenza è scivolato sulle più comuni buone pratiche in tema di open data.
La denuncia è partita dal sito “Dati Bene Comune“, che ha segnalato diverse criticità degli ultimi due file pubblicati sul sito italiadomani.gov.it, il sito ufficiale dedicato al PNRR.
Anzitutto, i file non sono open, perché sono sotto licenza (che ne vieta il riutilizzo). In più, sono sprovvisti di metadati, cioè quegli elementi che in informatica, quando sono associati a un oggetto, lo identificano, descrivendone contesto, contenuto e struttura. I metadati favoriscono la condivisione delle informazioni, la loro archiviazione e la ricercabilità nel tempo di un documento.
Come se non bastasse, vi sono parecchie incongruenze logiche nei dati. Per fare un esempio, nel file relativo alle scadenze (dove ogni voce è associata a una missione, a una componente e ad una o più misure), i riferimenti dei codici identificativi e quelli descritti nella colonna “misura correlata” non coincidono. Queste incongruenze, come ha denunciato OpenPolis, si ritrovano anche negli atti del governo.
Servono Open Data PNRR a regola d’arte
Non si tratta di problemi di poco conto. Dalla scarsa competenza con cui sono stati redatti, i (non) open data PNRR rischiano di ostacolare, se non addirittura boicottare, qualsiasi tentativo di monitoraggio civico dell’impiego delle risorse.
E, come insegna la storia di questo paese, ad avvantaggiarsene sarebbero solamente quei poteri occulti ed eversivi, di cui le organizzazioni mafiose sono solo un pezzo, che vogliono trasformare questa grande occasione di rilancio del nostro Paese nell’ennesima occasione storica mancata.
Non possiamo permetterlo. Ci uniamo alla richiesta di maggiore trasparenza e, per quanto riguarda la città di Milano, chiederemo al Sindaco di Milano Beppe Sala di farsi portavoce presso il governo di questa esigenza.
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