di AMDuemila
“Questo è un procedimento che nasce da un fatto inquietante che è il sequestro di due ragazzini, uno dei quali di appena 13 anni”. E’ quanto ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri durante la conferenza stampa tenuta al Comando provinciale dei carabinieri per spiegare i dettagli dell’operazione “Sbarre” nell’ambito della quale sono stati arrestati 17 persone con l’accusa di traffico e spaccio di droga. Secondo il magistrato “i due minorenni erano assuntori di stupefacenti e avevano sottratto della droga all’organizzazione. Sono stati quindi sequestrati e rinchiusi in due locali, picchiati e minacciati con le pistole. Solo l’intervento di un parente dei due ragazzini, anche lui arrestato, ha consentito che la situazione si appianasse prima di diventare drammatica. La paura di ulteriori ritorsioni ha spinto i due ragazzini a fare una denuncia che è stata sviluppata e all’esito di quest’attività di riscontro, la compagnia di Reggio Calabria dei carabinieri ha delineato due organizzazioni che sono riferibili per contatti e una serie di rapporti con le cosche di ‘Ndrangheta, pur non essendo stato accertato un collegamento diretto con le famiglie mafiose”. Il riferimento del procuratore è stato alle cosche Serraino, Tegano e alla famiglia Molinetti. Proprio i legami con questi ambienti, seppur non operativi, secondo Bombardieri, hanno reso possibile l’operatività delle piazze di spaccio: “Questa indagine si collega anche a precedenti operazioni della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. – ha concluso – Per esempio uno dei principali arrestati Luigi Chillino era a capo di un’organizzazione che a sua volta era in contatto con Maurizio Cortese, il reggente della cosca Serraino”.
L’operazione eseguita quest’oggi ha messo in luce collegamenti della ‘Ndrangheta reggina con il Veneto, in particolare Jesolo (Venezia), e finalizzata al tentativo di aprire una piazza di spaccio di droga (cocaina). L’attività d’indagine che si è sviluppata dal mese di ottobre 2017 a marzo 2020, ha consentito di evidenziare l’esistenza di due distinti gruppi criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, operanti nel quartiere reggino di Sbarre. La vicenda che ha fatto scattare l’operazione nasce da un sequestro di persona a scopo di estorsione, avvenuto a Reggio Calabria nel settembre 2017, nei confronti di due minori, uno dei quali protagonista di un furto di stupefacente ai danni dell’organizzazione criminale. Tra gli arrestati anche l’uomo che ha tentato di aprire una “piazza di spaccio” in Veneto.
07 Settembre 2020
Foto di copertina di GRAS GRÜN