I messinesi si approvvigionavano in Calabria: “Consegne a domicilio di stupefacenti a cadenza settimanale”
Un ferimento a colpi di fucile avvenuto il 27 settembre 2016 davanti ad un bar sul viale Regina Margherita, a Messina, e un altro avvenuto nel rione di Contesse, hanno fatto scattare l’avvio delle indagini dei carabinieri sfociate nell’operazione di ieri ribattezzata ”Scipione” che ha portato a 19 arresti, 18 in carcere e 1 ai domiciliari. Le indagini dei carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Messina hanno fatto emergere il vasto traffico di droga che viaggiava sull’asse Calabria-Sicilia. Dall’attività di indagine sono emerse le figure di Angelo Albarino e Giuseppe Selvaggio, poi diventato collaboratore di giustizia, che gestivano un gruppo che si riforniva di droga in Calabria da elementi riconducibili alla cosca Morabito Bruzzaniti Palamara che assicuravano la consegna a domicilio a cadenza settimanale di carichi di marijuana e cocaina. Inoltre è emerso che a fornire la droga erano i fratelli Salvatore e Costantino Favasuli e il cugino Giovanni Morabito nipote di Giuseppe Morabito detto Tiradritto. Le trattative per il narcotraffico avvenivano nei pressi di un locale di Albarino. La quantità di sostanza stupefacente arrivava ogni settimana sulle auto, nei doppi fondi, portata dai calabresi che pretendevano anche una maggiorazione per la consegna a domicilio. Albarino e Selvaggio si preoccupavano poi di distribuirla con l’impiego di alcuni pusher. Nel corso delle indagini si è scoperto inoltre che i calabresi nascondevano la droga in Calabria sotto la sabbia ad Africo Nuovo. “C’era un rapporto di collaborazione molto consolidato tra ‘ndrangheta calabrese e la criminalità messinese per lo spaccio della droga. – ha dichiarato il procuratore aggiunto Rosa Raffa in conferenza stampa – Per la prima volta accertiamo il recapito in territorio messinese con delle trasferte cadenzate per la consegna della sostanza stupefacente e la riscossione del denaro. In un caso abbiamo accertato un approvvigionamento di soggetti facenti parte del gruppo dei batanesi qui a Messina con stupefacenti provenienti dalla Calabria. La particolarità di questa indagine della consegna a domicilio della droga da parte dei calabresi – ha aggiunto – è dovuta probabilmente alla cautela usata dagli indagati calabresi e all’esigenza di essere sicuri del recapito e del pagamento. Dall’indagine infatti – ha concluso Raffa – emerge che c’è stata difficoltà nel recupero integrale delle somme dovute in prossimità delle visite dei calabresi“.
Gli arrestati
In manette a Messina nell’operazione ‘Scipione’ con le accuse di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, e reati contro il patrimonio, sono finiti: Angelo Albarino, 45 anni, Giovanni Bonanno, 47, Stellario Brigandì, 50, Fortunato Calabrò, 42, Santo Chiara, 43, Rinaldo Chierici, 49, Roberto Cipriano, 53, Giuseppe Coco, 43, Alessandro Duca, 42, Costantino Favasuli, 48, Salvatore Favasuli, 46, Adriano Fileti, 50, Stefano Marchese, 43, Giampaolo Milazzo, 49, Giovanni Morabito, 37, Francesco Spadaro, 40, Maria Visalli, 42, Marcello Viscuso, 49, Orazio Famulari, 45, (quest’ultimo agli arresti domiciliari).
05 Marzo 2020