Gli operai in sciopero presso il fornitore UniCoop Panificio Toscano si sono fermati per rivendicare l’applicazione del CCNL dei Panifici Industriali riconoscimento dei livelli e degli scatti di anzianità maturati. Adesione totale dei panificatori e dei magazzinieri allo sciopero nel turno serale. Tensioni si sono registrate dopo che la polizia ha scortato all’interno della fabbrica una macchina di ‘crumiri’ chiamati dall’azienda per sostituire – illegalmente – i lavoratori in sciopero: una prassi illegale quanto consolidata ormai per il Panificio Toscano, che da mesi porta avanti iniziative di condotta antisindacale contro gli iscritti al Si Cobas (a cui da mesi viene impedito di svolgere un assemblea sindacale in fabbrica). A quel punto sono iniziati i blocchi ai cancelli. Scontri con le forze dell’ordine. Almeno 3 feriti ai cancelli dello stabilimento di Collesalvetti (Livorno).
Da mesi denunciamo una situazione intollerabile di paghe misere, mancato rispetto del CCNL e assenza di diritto alla pausa per i lavoratori.
Sono questi i “fornitori etici” di UniCoop?
L’accordo siglato da Uil e Cgil è l’ennesima paradossale truffa ai danni dei lavoratori: è proprio il contratto nazionale firmato anche da queste sigle sindacali a prevedere per i panifici a carattere industriale retribuzioni ben differenti da quelle oggi presenti a Panificio Toscano.
Ci vuole un bel coraggio a continuare a sostenere che un panificio da più di 110 dipendenti che rifornisce la grande distribuzione dei supermercati Coop e che produce con macchinari automatizzati sia un panificio “artigianale”.
La lotta andrà avanti puntando il dito contro UniCoop: dietro le campagne pubblicitarie sul “codice etico” dei propri fornitori ci sono realtà come queste che è l’ora che tutti i soci e i clienti Coop conoscano.
Fonte: SI Cobas
2 ottobre 2018
1 Comment
Ci scrive Marco V il 3 nov 2018, 11:44
Il modello neoliberista “puro” è molto semplice e chiaro: smantellamento del settore pubblico per quanto riguarda gli interventi in ambito sociale o assistenziale (welfare, pensioni, istruzione, sanità, ecc…) e conseguente privatizzazione delle risorse strategiche fondamentali. In secondo luogo la riduzione della spesa sociale si accompagna all’aumento di quelle militari e per la sicurezza che tendono a diventare indistinguibili… I problemi di carattere sociale non sono trattati semplicemente come questioni relative alla sicurezza e all’ordine pubblico, ma diventano il terreno di un vero e proprio conflitto “bellico”.
Vorrei sbagliarmi, ma il punto della questione mi sembra proprio questo…
Saluti
Marco V