Una puntuale e precisa testimonianza sul riemergente fenomeno fascista in Italia esposta dal giornalista de La Repubblica, Paolo Berizzi, in occasione dell’iniziativa dell’ANPI di Milano. Una valida analisi di quanto nulla sia cambiato nelle dinamiche, azioni, ecc. delle forze reazionarie alla ricerca di un successo politico.
Nota simpatica ed involontaria(?!) gaffe di Berizzi sull’appartenenza politica dell’altro relatore (Farina) che denota quanto sia difficile, anche per un giornalista attento, seguire le mutazioni delle varie forze politiche (e la “sinistra” non è da meno) visto che continuano a cambiare nome e, sicuramente, identità (il riferimento, in questo caso, era alla fulgida carriera del “cattivo maestro” Daniele Farina che passò dal centro sociale “antagonista“(?) Leoncavallo, PRC, SeL… a Sinistra Italiana).
Percorsi politici controversi di “personalità” che hanno favorito la disgregazione sociale e la conseguente frantumazione culturale di indirizzo democratico. “Personalità“, controverse, che hanno reso ancor più difficile per la popolazione aggregare gli oppressi su temi impegnativi quali la lotta di classe per il cambiamento socialista del Paese partendo, anche, dall’applicazione degli articoli della Costituzione.
Ci siamo, altresì, chiesti se tra i presenti alla bellissima iniziativa dell’ANPI, sentendo parlare il parlamentare (membro della Commissione Giustizia alla Camera), vi fosse, qualcuno che subì le cariche da parte degli Autonomi, provenienti dal Centro sociale Leoncavallo (stante le ricostruzioni fatte allora dalla Digos), al Primo Maggio dei sindacati confederali di qualche anno fa? E, soprattutto, se sia possibile dimenticare l’attacco di detti movimenti autonomi al P.C.I. bollati dispregiativamente come “parlamentaristi“?
Non si ricorda, e non ci sembra sia mai stata fatta, una formale abiura dei propri errori di quel percorso politico da parte di quel parlamentare che, oggi, è membro, nientemeno, della Commissione Giustizia alla Camera… Parlamentare che si schierò, e fece schierare gruppi di giovani del centro sociale, con tutta la sua veemenza ed energia contro una forza politica come il P.C.I. il cui segretario, Enrico Berlinguer, esprimeva concetti come questi:
…La prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appanaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, i quali hanno l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia.
Non è mai stato facile essere comunisti. L’assassinio di compagni Pio La Torre e Rosario Di Salvo sono la prova più recente che non è neppure mai finito il tempo in cui bisogna testimoniare persino con il sacrificio estremo la propria fedeltà alle grandi idee per cui tanti dei nostri compagni sono caduti. Ma vi sono oggi difficoltà anche meno aspre e più impalpabili, date dal fatto che i problemi si presentano in forma diversa e più complessa che per il passato, perché le contraddizioni medesime della società tendono ad essere non più solo quantitative ma a riguardare la qualità dello sviluppo, della vita, del modo di esser donne e uomini, del rapporto tra individuo e individuo, tra individuo e società.
Alla crisi delle vecchie forme della politica già corrisponde, se sappiamo vederlo, il nascere di forme nuove di impegno. E queste nuove forme non derivano soltanto dal fatto che molti partiti siano in crisi e altri, compreso il nostro, sentano difficoltà, ma derica dal fatto che avanzano, assieme a questioni nuove, nuove sensibilità.
Vi è, per esempio, un bisogno più grande che per il passato di veder pienamente utilizzato il proprio tempo e il proprio contributo. Non possiamo perciò rammaricarci se tanta attività dei partiti, effettivamente ripetitiva, non viene seguita. Ma vi è anche più informazione, più spirito critico, più avvertita vigilanza contro i luoghi comuni, e le frasi fatte. Ecco perché certo vecchio modo di fare politica oramai respinge nel mentre si sviluppa una spinta grande all’associazionismo, a forme nuove di aggregazione, a nuovi interessi… (Enrico Berlinguer – Milano, 1982)
In merito a Daniele Farina non vale il pensiero di Albert Einstein quando sosteneva che “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto” perché lo scienzato non avrebbe mai supposto che talune persone lo potessero esercitare in senso inverso e, men che meno, infischiandosene di quelle che sarebbero state le ricadute sulle nuove generazioni.
Lo staff di iskrae.eu