Non prenderanno bene vertici e affiliati della Gran Loggia di palazzo Vitelleschi la partecipazione della guest star Paolo Mieli al meeting internazionale del Grande Oriente che si tiene a Rimini il 6, 7 e 8 aprile. Lo storico e giornalista, infatti, aveva preso parte a novembre 2017 ad un altro meeting da novanta, organizzato dalla seconda obbedienza massonica (per numero di iscritti) di casa nostra al Teatro Piccolo Eliseo di Roma, tenendo una “lectio magistralis”.
Conteso da cappucci e grembiulini, quindi, il pluridirettore del Corriere della Sera. Che proprio sulle colonne del quotidiano di via Solferino, a dicembre, aveva scritto un ampio reportage sul mondo massonico, sottolineandone lo spirito rivoluzionario e stigmatizzando tutti i pregiudizi e le ‘esagerazioni’ che troppo spesso lo circondano, quasi sempre causati – si arguisce – da ignoranza di stampo storico e filosofico.
Nei link in basso potete trovare un paio di articoli sulla partecipazione di Mieli alla convention della Gran Loggia d’Italia. E anche sulla singolar tenzone in seno al Corsera, con l’ex direttore Ferruccio De Bortoli e l’attuale numero uno Luciano Fontana super tifosi Opus dei e della sua corazzata “Sorella Natura”.
IL GRAN MEETING DEL GOI AL PALACONGRESSI DI RIMINI
Partiamo dal prossimo evento riminese, che si svolgerà nella consueta, capientissima location del Palacongressi. Attesa una folla da 3000 e passa, per la tre giorni incentrata sul tema “Liberi di Conoscere”: un appuntamento – viene illustrato sul sito del GOI – “che invita tutti alla conoscenza, ad andare oltre le apparenze, i luoghi comuni, i pregiudizi e che ha il cannocchiale di Galileo Galilei come emblema, adottando così un logo dalla grande carica simbolica”. E viene aggiunto: “Questo è lo spirito che anima i massoni del Goi in un periodo particolare della storia della Massoneria italiana che rivela una forte intolleranza nei confronti dei liberi muratori, intransigenza che è stata sotto gli occhi di tutti anche durante le ultime elezioni politiche”.
Stefano Bisi – il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia da circa 4 anni – ha più volte avuto modo di contestare le posizioni del leader 5 Stelle Luigi Di Maio, così come quelle dell’ex segretario Pd Matteo Renzi. Mesi fa, poi, la polemica al calor bianco con la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, colpevole non solo di aver chiesto le liste massoniche di alcune regioni meridionali, ma soprattutto di aver attaccato la segretezza delle stesse liste e la ‘permeabilità’ alle infiltrazioni mafiose.
Sul fronte dei ‘misteri’ è sempre aperta la polemica sul ruolo che il Grande Oriente ha giocato nelle travagliate e anche tragiche vicende del Monte dei Paschi di Siena, l’istituto di credito epicentro di quel “groviglio armonioso” (senese e non solo) spesso evocato dallo stesso Bisi. Il quale ascese alla carica di Gran Maestro ad un anno esatto dalla morte di David Rossi, il responsabile della comunicazione Mps, e proprio nel giorno della prima richiesta di archiviazione del bollente caso ad opera del pm Aldo Natalini. Il primo di una serie di clamorosi flop (errori, orrori & omissioni d’ogni sorta e una seconda richiesta di archiviazione, tanto per gradire) culminati, alla fine, nell’apertura di una nuova inchiesta da parte della procura di Geneva, che finalmente dovrà far luce su Rossi “suicidato” e sui buchi neri nelle indagini delle toghe senesi.
Ma torniamo all’appuntamento del Palacongressi di Rimini. Non solo Mieli, tra gli ospiti d’onore, ma anche altri giornalisti, magistrati, filosofi e teologi.
PENNE DOC & TOGHE RAMPANTI
In prima fila Annalisa Chirico, penna griffata di Panorama e del Giornale, nella vita compagna di Chicco Testa, l’ambientalista passato ai fasti dei grandi enti come l’Enel, al cui timone sedeva a inizio 2000. E’ stata lì lì per candidarsi in parlamento, la Chirico: tra le fila di Forza Italia?, vi chiederete. No, tra quelle del Pd, voluta da Matteo Renzi in persona. La candidatura, poi, è abortita, un po’ come è successo con la star di vaccini & provette, Roberto Burioni, guarda caso un iscritto al Grande Oriente d’Italia: e forse è stata proprio questa circostanza, in extremis, a far rientrare la stra-annunciata nomination del camice bianco che vuol dare lezioni di vaccini al premio Nobel Luc Montagnier! E non si contano, sul Corsera, gli sperticati elogi indirizzati dal Mieli pro Vax a Mago Burioni: Dio li fa e poi li accoppia.
Altro volto noto di giornalismo e politica quello di Daniele Capezzone, ex portavoce del Popolo della Libertà e di Forza Italia, e prima segretario nazionale del Partito Radicale e animatore della storica radio fondata da Marco Pannella. Non è nuovo alle convention massoniche, Capezzone.
Così come è già abituato a platee di cappucci & grembiulini un altro relatore eccellente sul palco di Rimini, David Monti, passato alle cronache, una quindicina d’anni fa, per l’inchiesta Phoney Money condotta quando era un rampante pm alla procura di Aosta: un’inchiesta in cui, guarda caso, facevano capolino ombre massoniche, in compagnia di miliardari, vip russi, politici (anche della nascente Lega Nord), faccendieri e chi più ne ha più ne metta. Fu ovviamente un flop, vista la smisurata ampiezza delle indagini che arrivavano fino al Vaticano. E finì in naftalina anche l’inchiesta gemella – Cheque to Cheque – partorita dalla procura di Torre Annunziata, in provincia di Napoli.
MA ANCHE IL SUPER TEOLOGO
Passiamo a un quarto relatore da novanta. Si tratta del filosofo Vito Mancuso, a zonzo per l’Italia, in queste settimane, per presentare la sua ultima creatura, “Il bisogno di pensare”. Ne ha parlato anche nel salotto di Corrado Augias, “Quante Storie”. E proprio con Augias scrisse nel 2009 il libro che lo lanciò nel mondo dell’editoria, “Disputa su Dio e dintorni”, al quale hanno poi fatto seguito i meno gettonati “Conversazioni con Carlo Maria Martini”, a quattro mani con Eugenio Scalfari (2012) e “Il caso o la speranza”, insieme a Paolo Flores d’Arcais (2013). Il nuovo profeta della “teologia sistemica” oggi insegna alla facoltà di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Nel corso della lectio magistralis al Piccolo Eliseo Mieli sottolineò: “La storia della massoneria è una storia articolata e complessa, dove ci sono molti soggetti. Trattarla come un’organizzazione criminale nel suo insieme contiene una riproposizione dei giudizi più arcaici e più reazionari della storia di questi 300 anni. L’idea che un’intera organizzazione che ha questa complessità venga trattata con il modo di fare di ogni erba un fascio, è un modo che non va bene nella cultura moderna”.
Questo in occasione del meeting promosso dalla Gran Loggia d’Italia degli ALAM (Antichi Liberi Accettati Muratori) di palazzo Vitelleschi, che conta su circa seimila affiliati (come detto è la seconda numericamente in Italia, mentri il Goi ne ha oltre 16 mila).
Cosa dirà ora, Maestro Mieli, davanti ai tremila fans che si affolleranno a Rimini per ascoltare il suo Verbo in occasione dell’annuale convention indetta dal Grande Oriente d’Italia? Staremo a sentire.
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