Foto: Carrai Marco, imprenditore presidente della Cys4
No, questo è troppo!
Se qualcuno ha intenzione di privatizzare i servizi segreti lo dica apertamente che faremo manifestazioni per evitare che ciò avvenga.
Un’operazione decisamente vergognosa quella che stanno realizzando questi illegittimi parlamentari (come dichiarato dalla Corte Costituzionale) che non parlano più di ripristinare la legge sulle elezioni, che sicuramente li vedrebbe scartati dagli italiani perché, oltre a decidere la modifica della Costituzione, si permettono (di farne un’altra delle loro facendola fuori dal vaso) di assegnare la gestione della cyber security dello Stato ad un tal Marco Carrai.
Non solo!
Questo Carrai è troppo incollato ad interessi con Stati stranieri, come, anche, riportato dai media, e addirittura, con esperti di informatica israeliani. Un paese (quello israeliano), teocratico che si sciacqua la bocca con parole come democrazia e, poi, la cronaca di tutti i giorni ce lo fa conoscere per quello che è realmente: occupante sionista, razzista di prima categoria e asservito ad interessi imperialistici, come quelli anglofoni. Non dimentichiamo che il Mossad (servizio segreto d’Israele) si era proposto di dare armi all’organizzazione terroristica italiana delle Brigate Rosse negli anni ’70. Un’ organizzazione terroristica, quella delle BR, equivoca nei propri fini, che aveva sequestrato e ucciso l’onorevole Aldo Moro, protagonista del compromesso storico con il PCI e in ottimi rapporti sia politici che commerciali con il mondo arabo.
Non ci dicano che siamo anti-semiti per avere detto questo di Israele perché farebbero un grosso e macroscopico errore come ben spiegato da una loro autorevole concittadina.
Un paese (Israele) che non vuole dire al mondo quali siano i suoi confini territoriali e che non ha mai rispettato le risoluzioni dell’ONU, tanto da occupare aree sempre più consistenti sino a intraprendere nuove aggressioni nei confronti di altri Stati confinanti come l’ultimo della serie: la Siria.
Anzi, ci chiediamo come le persone possano avere il doppio passaporto o fare il militare in Israele. O sono di uno Stato o di un altro come tutte le persone normali, nessuno li trattiene nello scegliere quale dei due preferiscano. L’ingerenza scatta quando non si capisce quali interessi stiano tutelando…. di quale Stato.
L’esempio della inquietante ingerenza la troviamo con il caso di Fiamma Nirenstein (cittadina israeliana dal 2013) designata da Benyamin Netanyahu come ambasciatrice d’Israele in Italia, con doppio passaporto e con il figlio, di primo letto, nell’Aise, il servizio segreto estero dell’Italia, che presta servizio a Roma dopo essere stato impiegato in piazze importanti come Washington e Bruxelles nonostante “i regolarmenti interni del Servizio indica che le nostre spie non possono avere relazioni o rapporti di parentela stretta con personale diplomatico estero“.
Altro particolare inquietante sono i controlli dei porti aerei che sono in mano da decenni ai servizi di sicurezza riconducibili ad Israele. Qualche esempio nei pdf sottostanti:
ICTS Europe Mossad società sistemi sicurezza
Altro che viaggiare “sereni” e “pacifici“…
MOWA
Carrai e i rapporti con l’intelligence di Israele
Amico di Renzi. E vicino a Reuven Ulmansky, veterano dell’esercito di Tel Aviv. Legami adatti a un ruolo nella cyber security? M5s: «Crepe tra premier e Servizi».
di Alessandro Da Rold e Davide Gangale
20 Gennaio 2016Doveva diventare uno «007 con licenza di uccidere», diretto dipendente del Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis) di Giampiero Massolo.
Scavalcando persino il sottosegretario con delega ai Servizi Marco Minniti.
Ma rischia di finire come uno dei tanti consulenti renziani del ”Giglio magico” di Palazzo Chigi, con tutta probabilità senza neppure uno staff che lo affianchi.
Dopo le polemiche di questi giorni esce ridimensionato il ruolo che potrebbe avere Marco Carrai, il ”Richelieu” di Matteo Renzi, nel settore della cyber security dove il governo ha deciso di investire 150 milioni di euro.
A confermarlo è stato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi durante il Question time alla Camera.
E sono almeno due i motivi che hanno frenato l’ascesa del testimone di nozze del presidente del Consiglio nelle sacre stanze dello spionaggio in Italia.
QUEI LEGAMI CON ISRAELE. Innanzitutto gli interessi economici e politici dello stesso Carrai con Israele.
Un rapporto molto stretto che vede ‘Marchino’ impegnato spesso a Tel Aviv o a ricevere il primo ministro Bibi Netanyahu a Firenze.
In secondo luogo l’eccesso di potere che il premier avrebbe voluto concentrare su di sé affidando un ruolo così delicato a un amico senza esperienze nel settore: una questione politica che le opposizioni continuano a contestare, in particolare il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.
CONFLITTO TRA INTELLIGENCE. «È evidente e più che giustificato che i Servizi segreti dello Stato non vogliano intromissioni di Paesi esteri in un ambito così delicato come quello della cyber security. Il problema sono i rapporti di Carrai con Israele».
L’esperto di intelligence chiede l’anonimato per spiegare a Lettera43.it quella che è davvero una delle ragioni che in queste ore sta turbando i Servizi italiani.
Il problema di Carrai infatti si chiama Unità 8200, termine che dice molto agli esperti militari, perché si tratta dell’unità di Difesa dell’Israel defence force sotto il comando del Direttorato dell’intelligence militare israeliana incaricata dello spionaggio di segnali elettronici, decrittazione e cyber warfare.
In pratica è la Nsa israeliana in rapporti col Mossad.
Ma quali sono i legami con l’Unità 8200 del ”Gianni Letta di Greve in Chianti”?
Reuven Ulmansky, il contatto di Carrai
Reuven Ulmansky: ovvero uno dei soci della Wadi Ventures di Jonathan Pacifici e Marco Bernabè, società di consulenza con sede a Tel Aviv con cui Carrai intrattiene rapporti molto stretti.
Incroci societari che portano fino alla nota start-up Cys4, consulenze economiche e persino tecnologiche con il padre di Bernabè, il noto Franco, ex numero uno di Telecom Italia.
Carrai sta provando da mesi a cercare clienti per la Wadi in Italia e nello stesso tempo in un articolo del 23 ottobre 2014 sul Corriere della sera sponsorizzò l’acquisto da parte dell’Unione europea del gas israeliano proveniente da Leviathan, che potrebbe ridurre in parte la dipendenza dal gas russo.
Territori spinosi dove si incrociano gli interessi delle nostre aziende pubbliche.
GUERRE ECONOMICHE. Ma chi è Ulmansky?
Un veterano della 8200 con un curriculum di livello, esperto nel settore militare, tutt’ora consulente della Israel Aircfraft Industries, principale industria aeronautica israeliana.
«Lo spionaggio è il secondo mestiere più antico del mondo», spiega l’esperto.
«Riguarda la sottrazione di informazioni sensibili ad altri Stati, con cui come possiamo vedere si conducono guerre economiche ai nostri tempi».
APPALTI MILITARI A RISCHIO. Quindi quale sarebbe il problema di Carrai? «Per un Paese non è accettabile che un altro Paese possa condividere queste informazioni. Basti pensare alla possibilità di interessi economici, come nel caso in cui una nostra azienda come Finmeccanica decida di affrontare una gara per la vendita di armamenti. Se la conoscono anche gli altri, hanno la possibilità di metterci le mani».
Tofalo (M5s): «Appetiti sui fondi per la cyber security»
Della questione si è occupato anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che si è riunito in via straordinaria mercoledì 20 gennaio.
Proprio per discutere dell’eventuale affidamento all’imprenditore fiorentino di un ruolo di primo piano nella gestione della sicurezza informatica in Italia.
A parlare con Lettera43.it è Angelo Tofalo, deputato del Movimento 5 stelle e membro del Copasir: «La Cys4 di Marco Carrai è poco più di una start-up. Il punto qui è un altro: l’impressione è che ci sia qualche potere forte, più forte di Renzi, che vuole papparsi i 150 milioni di euro per la cyber security stanziati dalla legge di Stabilità».
«CARRAI PERICOLOSO». Carrai non può vantare, però, esperienze e competenze nel ramo.
Cosa porterebbe allora in dote?
«Solo contatti. Buone relazioni con agenzie estere attive nel business della cyber security, soprattutto americane e israeliane», conferma Tofalo.
«Realtà già note alle cronache parlamentari».
Quale possa essere la veste che Carrai si appresta a indossare, al momento, non è chiaro nemmeno al Copasir.
In aula alla Camera il ministro Maria Elena Boschi ha lasciato aperta la porta della consulenza tecnica: «È facoltà del governo avvalersene», ha detto il ministro.
Tensione nel governo tra Renzi e Minniti
Ma nella sua risposta all’interrogazione di Sel c’è un altro passaggio che Tofalo trova significativo: «Il ministro Boschi ha detto che l’unica autorità politica preposta alla gestione dei servizi sicurezza è Marco Minniti. Una strana rassicurazione, dal momento che nessuno qui ha attaccato Minniti».
Come si spiega allora? «Boschi ha ritenuto necessario fare questo passaggio. Chissà a chi rispondeva, forse a qualcun altro nel governo. A mio avviso tra Renzi e Minniti si sta aprendo qualche crepa».
L’OMBRA DI LUCA LOTTI. Non è un mistero che Luca Lotti, altro esponente di spicco del ”Giglio magico” insieme con Carrai, ambisca a prendere un giorno il posto del fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema.
In ogni caso secondo il Movimento 5 stelle la figura di Carrai non è adatta all’incarico, nemmeno se si trattasse di una consulenza: «Anche in veste di consulente, Carrai o chi per lui avrebbe accesso a informazioni riservate dell’Aise, dell’Aisi e del Dis, potrà mettere mano ai nostri pc di servizio e il Paese corre il rischio di tornare indietro a 30 anni fa, allo spettro di strutture parallele».
Per questo spetta a Matteo Renzi chiarire quali siano le sue intenzioni: «Venga a riferire al Copasir. Il Movimento 5 stelle ha chiesto ufficialmente la sua convocazione».
Twitter @ARoldering e @davidegangale