Luigi Grimaldi *
“Basta guardare la cartina geografica per capire che negli ultimi trent’anni chi si è allargato non è stata la Russia, è stata la Nato”. A sostenere questa tesi è stato il corrispondente della RAI da Mosca, Marc Innaro. Il tutto in prima serata, in diretta durante uno speciale del Tg2 dedicato alla crisi ucraina.
Ed ecco che istantaneamente scatta la censura che parte dai piani alti del PD: “In un momento in cui la propaganda di Putin agisce pervasivamente, dopo anni di rodaggio, è inammissibile che ci siano spazi di cedimento nel servizio pubblico. Un conto è la sacrosanta libertà di espressione dei giornalisti un altro essere megafono di una parte”. Cioé dopo una srisciante militanza nella progadanda della Nato, il PD intende reprimere la libertà di informazione e cancellare una verità storica accusando altri di essere “megafoni della propaganda”. Siamo veramente al limite. Il PD si conferma una grave malattia della nostra democrazia e speriamo presto gli italiani si liberino di queste vestali al servizio dello strapotere americano e della NATO. A dare il “LA” alla isterica reazione del PD (ormai russofobico come da ordini americani) è una giornalista ucraina, Olga Tokariuk (CHE DA TEMPO DA CONTO CON ENTUSIAMO DELLE IMPRESE DEL BATTAGLONE NEONAZIST AZOV NE DUNBASS), che pubblica un tweet che subito diventa virale negli ambienti che contano del PD (immediatamente le fa eco Matteo Grandi, che nel 2014 ha pubblicato per Fazi Arrivo Arrivo, La lunga corsa di Matteo Renzi da Twitter a Palazzo Chigi i cui libri sono presentati dal Dipartimento Cultura del Partito Democratico, Gruppo parlamentare Partito Democratico alla Camera dei Deputati ).
Olga Tokariuk è una giornalista ricercatrice non residente presso il Center for European Policy Analysis (CEPA) con sede a Washington. CEPA è regolarmene finanziata dalla Fondazione Smith Richardson.
Secondo un articolo nell’edizione del 18 aprile 1981 di The Nation, la Fondazione Smith Richardson non solo ha agenti della CIA che esaminano le sovvenzioni, ma fornisce anche formazione manageriale alla CIA e al Dipartimento della Difesa attraverso un’organizzazione affiliata
La giornalista è una redattrice di Hromadske Radio. Un progetto mediatico in Ucraina, con sede a Kiev, che il governo del Regno Unito ha pubblicizzato e sostenuto finanziariamente fin dagli esordi in base ad un piano stabilito Giovedì 4 e venerdì 5 settembre in Galles durante un importante incontro della NATO dedicato alla crisi in Ucraina dell’est, alla presenza di Bark Obama.
I fondi del Regno Unito per Hromadske, iniziati nel 2015, erano destinati allo “sviluppo delle trasmissioni radiofoniche per le regioni di Donetsk e Luhansk”, le regioni a maggioranza russa che hanno dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina dopo la rimozione del presidente Yanukovich nel 2014.
Il progetto nel Regno Unito (nato nelle stanze dei servizi segreti britannici) è stato chiamato “Donbas calling”, un riferimento alla regione dell’Ucraina orientale al centro di un conflitto armato di lunga e della persecuzione da parte dei neonazisti del battaglione Azov dei separatisti filo-russi.
Il governo del Regno Unito ha concesso a Hromadske Radio 243.094 sterline all’anno fino al 2016 per diventare un “fornitore di informazioni” nella regione con l’obiettivo di raggiungere un “audience fino a un milione di persone nell’Ucraina orientale” e per “fornire notizie di qualità”.
L’anno successivo, il governo del Regno Unito ha aumentato il suo sostegno a 350.000 sterline per aiutare Hromadske a entrare nel Donbas “dove la fiducia nel governo centrale è scarsa, l’accesso ai media indipendenti è limitato e l’impatto della disinformazione russa è significativo”.
I fondi britannici hanno sostenuto “l’installazione di 16 trasmettitori FM nelle aree controllate dall’Ucraina lungo la linea di contatto e la “zona grigia” a est”, raggiungendo un pubblico stimato di due milioni di persone.
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* Autore televisivo
Scrittore e giornalista