di Pepe Escobar – Strategic Culture
[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
Mentre l’Organizzazione del Terrore dell’Atlantico del Nord de facto festeggia il suo 75° compleanno, portando il motto di Lord Ismay a vette sempre più elevate (“tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi”), quella spessa lastra di “Norwegian Wood” [legno norvegese] che si spaccia per Segretario Generale se ne esce con un’allegra “iniziativa” per creare un fondo da 100 miliardi di euro per armare l’Ucraina nei prossimi cinque anni.
Traduzione per quanto riguarda il fronte cruciale dello scontro NATO-Russia: uscita parziale dell’Egemone – già ossessionato dalla Prossima Guerra Eterna, contro la Cina; entra in scena l’accozzaglia di chihuahua europei straccioni e deindustrializzati, tutti profondamente indebitati e la maggior parte impantanati nella recessione.
Qualche QI superiore alla media della temperatura ambiente nel quartier generale della NATO a Haren, a Bruxelles, ha avuto la sfacciataggine di chiedersi come si possa trovare una tale fortuna, dato che la NATO non ha alcuna leva per raccogliere fondi tra gli Stati membri.
Dopo tutto, gli europei non saranno mai in grado di replicare la collaudata macchina di riciclaggio del denaro dell’Egemone. Per esempio, supponendo che il pacchetto di 60 miliardi di dollari proposto dalla Casa Bianca per l’Ucraina venga approvato dal Congresso degli Stati Uniti – e non lo sarà – non meno del 64% del totale non arriverà mai a Kiev: sarà riciclato all’interno del complesso industriale-militare.
Ma la situazione si fa ancora più distopica: Norwegian Wood, sguardo fisso robotico, braccia che si agitano, crede davvero che la sua proposta di mossa non implicherà una presenza militare diretta della NATO in Ucraina – o nel Paese 404; qualcosa che è già un dato di fatto sul terreno da un bel po’, a prescindere dalle crisi guerrafondaie di Le Petit Roi a Parigi (Peskov: “Le relazioni Russia-NATO sono ormai scese in un confronto diretto”).
Ora, al letale spettacolo da “Looney Tunes” sul fronte della NATOstan, si aggiunge l’esibizione delle portaerei dell’Egemone in Asia occidentale, che porta il suo Progetto Genocidio dotato di massacri e affamamento su scala industriale a Gaza a livelli indescrivibili – l’olocausto meticolosamente documentato e osservato in un contorto silenzio dai “leader” del Nord Globale.
La relatrice speciale dell’ONU Francesca Albanese ha riassunto correttamente il tutto: l’entità psicopatologica biblica “ha intenzionalmente ucciso i lavoratori della WCK [World Central Kitchen] in modo che i donatori si ritirassero e i civili di Gaza potessero continuare a affamarsi tranquillamente”. Israele sa che i Paesi occidentali e la maggior parte dei Paesi arabi non muoveranno un dito per i palestinesi”.
La “logica” dietro l’attacco deliberato colpo in tre passi al convoglio umanitario, chiaramente marchiato, di operatori che cercano di alleviavare la fame a Gaza, era quella di sviscerare dalle notizie un episodio ancora più orrendo: il genocidio-all’interno-di-un-genocidio dell’ospedale al-Shifa, responsabile di almeno il 30% di tutti i servizi sanitari a Gaza. Al-Shifa è stato bombardato, incenerito e ha visto l’uccisione a sangue freddo di oltre 400 civili, in diversi casi letteralmente schiacciati dai bulldozer, tra cui medici, pazienti e decine di bambini.
Quasi contemporaneamente, la banda psicopatologica biblica ha completamente sventrato la Convenzione di Vienna – cosa che nemmeno i nazisti storici avevano mai fatto – colpendo la missione consolare/residenza dell’ambasciatore iraniano a Damasco.
Si è trattato di un attacco missilistico contro una missione diplomatica, che gode dell’immunità, sul territorio di un Paese terzo, contro il quale la banda non è in guerra. E per di più uccidendo il generale Mohammad Reza Zahedi, comandante della Forza Quds dell’IRGC in Siria e Libano, il suo vice Mohammad Hadi Hajizadeh, altri cinque ufficiali e un totale di 10 persone.
Traduzione: un atto di terrore contro due Stati sovrani, Siria e Iran. Equivalente al recente attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca.
La domanda inevitabile risuona in tutti gli angoli delle terre della Maggioranza Globale: come possono questi terroristi de facto farla franca con tutto questo, ancora e ancora?
I nerbi del Totalitarismo Liberale
Quattro anni fa, all’inizio di quelli che in seguito ho definito i “Raging Twenties“, iniziavamo ad assistere al consolidamento di una serie di concetti intrecciati che definivano un nuovo paradigma. Stavamo acquisendo familiarità con nozioni come Circuit Breaker, il ciclo di feedback negativo, lo stato di eccezione, la necropolitica e il neofascismo ibrido.
Con l’avanzare del decennio, la nostra situazione potrebbe essere stata alleviata da un duplice barlume di speranza: la spinta verso il multipolarismo, guidata dalla partnership strategica tra Russia e Cina, con l’Iran che gioca un ruolo chiave, e tutto ciò unito alla totale rottura, in diretta, dell'”ordine internazionale basato sulle regole”.
Tuttavia, affermare che la strada da percorrere sarà lunga e tortuosa è la madre di tutti gli eufemismi.
Allora, per citare Bowie, l’esteta supremo scomparso: Where Are We Now? [Dov’è che ci troviamo?] Prendiamo questa analisi molto acuta del sempre avvincente Fabio Vighi dell’Università di Cardiff e modifichiamola ulteriormente.
Chiunque applichi il pensiero critico al mondo che ci circonda può percepire il collasso del sistema. Si tratta davvero di un sistema chiuso, facilmente definibile come il Totalitarismo Liberale. Cui bono? Lo 0,0001%.
Non c’è nulla di ideologico in questo. Seguiamo il denaro. Il ciclo di feedback negativo che lo definisce è in realtà la spirale del debito. Un meccanismo criminalmente antisociale tenuto in piedi da – che altro – una psicopatologia, acuta quanto quella esibita dai genocidiste biblici in Asia occidentale.
Il Meccanismo è messo in atto da una triade.
- L’élite finanziaria transnazionale, le superstar dello 0,0001%.
- Subito sotto di essa, lo strato politico-istituzionale, dal Congresso degli Stati Uniti alla Commissione Europea (CE) di Bruxelles, nonché i “leader” delle élite comprador del Sud Globale e del Sud.
- L’ex “intellighenzia”, ora essenzialmente hackers a pagamento, dai media al mondo accademico.
Questa ipermediatizzazione istituzionalizzata della realtà è (corsivo mio), di fatto, il Meccanismo.
È questo meccanismo che ha controllato la fusione della “pandemia” prefabbricata – completa di ingegneria sociale hardcore venduta come “lockdown umanitari” – in, ancora una volta, Guerre Eterne, dal Progetto Genocidio a Gaza all’ossessione della russofobia/ cancel culture insita nel Progetto Guerra per Procura in Ucraina.
Questa è l’essenza della Normalità Totalitaria: il Progetto per l’Umanità da parte delle atrocemente mediocri autoproclamate “élite” del Grande Reset dell’Occidente collettivo.
Ucciderli dolcemente con l’IA
Un vettore chiave dell’intero Meccanismo è l’interconnessione diretta e viziosa tra l’euforia tecno-militare e il settore finanziario iper-inflazionistico, ora in preda all’IA.
Si tratta, ad esempio, di modelli di IA come “Lavender”, testati sul campo nel laboratorio del campo di sterminio di Gaza. Letteralmente: intelligenza artificiale che programma lo sterminio degli esseri umani. E sta accadendo, in tempo reale. Chiamiamolo Progetto Genocidio AI.
Un altro vettore, già sperimentato, è insito nell’affermazione indiretta della Medusa tossica dell’CE Ursula von den Lügen: essenzialmente, la necessità di produrre armi come vaccini Covid.
Questo è il fulcro di un piano per utilizzare i finanziamenti dell’UE da parte dei contribuenti europei per “aumentare il finanziamento” di “contratti congiunti per le armi”. Si tratta di una conseguenza della spinta della von den Lügen a produrre i vaccini Covid – una gigantesca truffa legata alla Pfizer per la quale sta per essere indagata e probabilmente smascherata dalla Procura dell’UE. Nelle sue stesse parole, parlando della proposta di truffa sulle armi: “L’abbiamo fatto per i vaccini e il gas”.
Chiamiamolo “Armamento dell’Ingegneria Sociale 2,0”
In mezzo a tutta l’azione in questa vasta palude di corruzione, l’agenda dell’Egemone rimane abbastanza palese e sfacciata: mantenere la sua egemonia militare – in diminuzione – prevalentemente talassocratica, a prescindere da tutto, come base per la sua egemonia finanziaria; proteggere il dollaro statunitense; e proteggere quei debiti incommensurabili e impagabili in dollari statunitensi.
E questo ci porta allo squallido modello economico del turbocapitalismo, venduto dai media collettivi dell’Occidente: la spirale del debito, il denaro virtuale, preso in prestito senza sosta per far fronte all'”autocrate” Putin e all'”aggressione russa”. Questo è un sottoprodotto chiave della cruda analisi di Michael Hudson sulla sindrome FIRE (Finance-Insurance-Real Estate).
L’Uroboro interviene: il serpente si morde la coda. Ora la follia intrinseca del Meccanismo porta inevitabilmente il capitalismo dei casinò a ricorrere alla barbarie. Una barbarie senza limiti – come quella del Crocus City Hall e del Progetto Genocidio di Gaza.
Ed è così che il Meccanismo genera istituzioni – da Washington a Bruxelles ai centri del Nord globale fino alla genocida Tel Aviv – ridotte allo stato di assassini psicotici, alla mercé della Grande Finanza/”FIRE” (oh, che favolose opportunità immobiliari fronte mare disponibili nella Gaza “vuota”).
Come possiamo sfuggire a questa follia? Avremo la volontà e la disciplina di seguire la visione di Shelley e di evocare, in “questa scura vasta valle di lacrime”, lo Spirito trascendente della bellezza – dell’armonia, dell’equanimità e della giustizia?