di Giorgio Cremaschi
Franco Nasso è stato appena rieletto segretario generale della Filt CGIL. Ho intenzione di denunciarlo alla commissione di garanzia, una volta si chiamavano probiviri, perché prendano provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. So che è molto difficile che ciò accada e anzi è più probabile che alla fine la giustizia interna della CGIL persegua il denunciatore e non il denunciato. Ma lo faccio lo stesso perché il comportamento indegno di questo dirigente non può essere accettato e sopportato. Franco Nasso ha invitato Mario Moretti, rinviato a giudizio per la strage di Viareggio, al congresso nazionale del sindacato dei trasporti della CGIL, che si è tenuto a Firenze a cento chilometri dal massacro. (…)
Poi di fronte alle proteste dei familiari delle vittime, che avevano annunciato un presidio di fronte al congresso, ha chiesto all’amministratore delegato delle ferrovie di non venire per evitare “tensioni estranee”.
Non vergognandosi di aver definito come tensioni chi ha avuto i propri cari bruciati vivi, quando i familiari di Viareggio si sono presentati a Firenze, Nasso ha chiuso loro i cancelli in faccia e li ha tenuti fuori per ore. Quando poi si è reso conto che lo scandalo dilagava sulla rete e sui mass media, alla fine ha benignamente accettato di far entrare una delegazione. Che è stata controllata persona per persona in modo che da evitare la presenza di pericolosi infiltrati.
Tra questi infiltrati pericolosi c’era Riccardo Antonini, ferroviere iscritto alla Filt e licenziato da Moretti perché ha prestato le sue competenze ai familiari di Viareggio. Antonini è una di quelle persone di cui un sindacato dovrebbe essere fiero, entusiasta, grato del fatto che appartenga alle proprie fila. Invece Nasso non lo ha voluto al congresso. Gli ha negato l’invito, la delega, l’entrata in sala, tutto. E questo non per una mostruosa par condicio: non può venire al congresso Moretti che è l’oppressore, allora non entra neppure la sua vittima Antonini. No, perché la discriminazione Nasso l’ha decisa prima, negando a Riccardo l’invito al congresso già prima che saltasse il suo dibattito con l’imputato per la strage.
Per non avere Antonini in sala Nasso ha dovuto poi violare tutte le regole del congresso. Nonostante che la minoranza, di cui il ferroviere di Viareggio fa parte, avesse diritto a 11 delegati, Nasso ha deciso che gliene spettavano solo 9. È stato negato il diritto alla sostituzione di un delegato assente e si è rifiutato il recupero proporzionale dei resti. Guarda caso in questo modo è saltata la delega di Riccardo Antonini.
Ma non è bastato. Siccome gli altri delegati della minoranza avevano sostenuto il diritto di Antonini a essere delegato e quello dei familiari di Viareggio a parlare nel congresso, Nasso ha voluto punirli. Ha fatto votare al congresso una clausola illegale che ha impedito alla minoranza di presentare una propria lista e poi, ovviamente, l’ha esclusa dal direttivo nel quale aveva pieno e formale diritto di entrare.
Come si vede Nasso pur di perseguitare Riccardo Antonini ha violato tutte le regole della CGIL, ma soprattutto si è comportato in modo indegno.
Tutta la vergogna del congresso Filt si è dispiegata attraverso la esecuzione delle disposizioni impartite da Nasso, che però non si è mai esposto di persona, non ha neppure avuto il coraggio di metterci la faccia. La CGIL non riconquisterà fiducia e credibilità fino a che persone come Nasso potranno rappresentarla.
Per questo, superando il disgusto, e anche la vergogna per non aver avuto la forza di impedire quanto è avvenuto, denuncerò Nasso alla commissione di garanzia per abuso di potere e violazione dei principi fondanti lo Statuto della CGIL. So bene che nella CGIL di oggi è molto difficile che Nasso sia chiamato a rispondere di comportamenti per i quali, nella CGIL di Di Vittorio, non avrebbe potuto fare la minima carriera. Ma voglio che si sappia che dovrebbe essere punito.
Ps. Al congresso della Filt era presente anche Susanna Camusso, che ancora una volta di fronte a sopraffazioni indegne, commesse da chI la sostiene, ha girato la testa da un’altra parte. Ma su questo torneremo.
05 Aprile 2014