La stampa occidentale racconta di presunti droni lanciati da Hezbollah verso Israele, ma nasconde le violazioni quotidiane che Tel Aviv compie contro il Libano.
di Moe Ali Nayel – The Electronic Intifada
Beirut, 27 maggio 2013, Nena News –
Recentemente un suono dai cieli di Beirut ha riportato alla mente ricordi spiacevoli: il rombo lontano dei caccia israeliani mentre la gente andava a dormire. Un rumore che ha portato con sé immagini e ricordi dell’ultima guerra che Israele ha scatenato in Libano, 33 giorni di guerra durante l’estate del 2006. Mentre scrivo, qui dal mio ufficio vicino al centro della città sento il minaccioso brontolio dei jet israeliani, che annunciano le loro incursioni illegali nello spazio aereo libanese.
Ma questo minaccioso comportamento contro il Libano non esiste, o almeno non esiste per la stampa occidentale. Se i siti di informazione hanno rotto il monopolio dei media mainstream coprendo e analizzando gli sviluppo globali, c’è ancora tanta strada da fare. La politica israeliana di espropriazione gode di supporto incondizionato da parte degli editori di New York, Parigi e Londra, un pregiudizio ancora non ben compreso da parte delle opinioni pubbliche occidentali.
Il 25 aprile, questi editori hanno messo in prima pagina la notizia di un presunto drone (o UAV) che dal Libano ha raggiunto la Palestina storica, accompagnandola con reportage e commenti basati sulle informazioni date dal governo israeliano e da fonti militari, come le uniche verità sull’incidente. L’aviazione israeliana ha detto di aver abbattuto il drone diverse miglia dalla costa della città di Haifa, dopo essere entrata nello spazio aereo israeliano. Il vice ministro della Difesa israeliano, Danny Danon, ha accusato Hezbollah di aver lanciato il drone: “Stiamo parlano di un altro tentativo di Hezbollah di inviare un drone in territorio israeliano”, ha detto alla Army Radio.
Poco dopo l’annuncio israeliano, Hezbollah ha pubblicato una dichiarazione con cui negava la responsabilità del lancio, in contrasto con quanto accaduto l’ottobre dello scorso anno, quando Israele dichiarò di aver abbattuto un drone in Negev e Hezbollah orgogliosamente rivendicò il lancio e celebrò la dimostrazione della sua forza tecnologica.
Da parte sua, un portavoce dell’UNIFIL, la missione di interposizione dell’ONU, ha annunciato dopo la dichiarazione israeliana del 25 aprile: “Abbiamo saputo dalla stampa che l’aviazione israeliana ha abbattuto un drone e stiamo investigando”. Come parte del suo mandato di peacekeeping, l’UNIFIL ha radar lungo tutta la costa per monitorare l’intero spazio aereo libanese e poche ore dopo il portavoce Andrea Tenenti ha detto che le Nazioni Unite non potevano confermare che il drone fosse stato lanciato dall’area del Sud del Libano dove opera la missione.
Fatti scomodi. Così Hezbollah ha negato la responsabilità e l’UNIFIL non ha confermato che il drone fosse partito dal Sud del Libano, ma questi fatti sono troppo scomodi per diventare una buona storia. Questa nuova minaccia contro Israele è bruciata nelle pagine dei maggiori media occidentali come The Los Angeles Times, The Washington Post, France 24, The Daily Telegraph e la BBC, che doverosamente hanno riportato la preoccupazione per la sicurezza di Israele. Povero Israele: uno degli eserciti più forti del mondo, seduto su un arsenale nucleare.
Questi nuovi rapporti dimostrano i pregiudizi sistematici dei media occidentali quando si parla di Israele. Mentre tutte le notizie hanno parlato della violazione di Hezbollah contro i confini israeliani e la sua sovranità e la minaccia che rappresenta per i civili israeliani, nessuno ha menzionato le violazioni israeliani quotidiane della sovranità libanese e la minaccia per i cittadini libanesi. Senza questo, un lettore potrebbe facilmente confondere l’aggressore con la vittima.
E poi è giunta la fonte univoca dei fatti a fornire informazioni e dare giudizi. Il 26 aprile – il giorno dopo il presunto drone venisse abbattuto – il governo israeliano ha iniziato a spostare la sua narrativa fino a puntare in maniera ambigua il dito contro l’Iran, invece che accusare direttamente Hezbollah. Intanto un articolo dell’8 maggio pubblicato sul quotidiano libanese As-Safir raccontava che in realtà un drone israeliano era stato intercettato dai miliziani mentre volava verso il Libano. Secondo fonti anonime vicino ad Hezbollah e fonti diplomatiche occidentali citate dal quotidiano, quando l’aviazione israeliana si è resa conto che il drone non era più sotto controllo, lo ha abbattuto sopra il Mediterraneo. Tale opzione sembra più plausibile, vista la dichiarazione dell’UNIFIL e il diniego di Hezbollah.
Terrore quotidiano. Israele utilizza diversi metodi di terrorismo contro il Libano ogni giorno: F-16 e F-15 volano e compiono finti raid e i droni occupano i nostri cieli – tutto in violazione della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. Cittadini libanesi vengono rapiti lungo il confine, le mine israeliane e le bombe a grappolo continuano ad attendere le loro vittime in territorio libanese, per non menzionare la continua occupazione militare israeliane in alcune aree libanesi.
Se l’ONU condanna solo occasionalmente queste azioni di aggressione da parte israeliana, il fatto che ci ricordino di continuo di rispettare la legge internazionale e le responsabilità del Libano si ferma al confine Sud. E anche il giornalismo obiettivo si ferma al confine Sud, sembra, visto che nell’ultimo mese le violazioni israeliane contro lo spazio aereo libanese si sono intensificate, ma nessuno ne ha parlato nella stampa occidentale.
Da giornalista, ho provato a inviare storie ai media mainstream sulle costanti violazioni israeliane della sovranità libanese e a volte sono stato abbastanza fortunato da ricevere una risposta che mi diceva che la storia non era rilevante.
Il detto dice che il vero giornalismo pubblica quello che altri non vogliono raccontare: tutto il resto sono pubbliche relazioni. Pubblicando le dichiarazioni israeliane come fossero fatti e ignorando la realtà in Libano e Palestina, i giornalisti mainstream mostrano come sono bravi nell’arte delle pubbliche relazioni.