L’impero sa molto bene che nella geopolitica delle amministrazioni nordamericane, la Repubblica Bolivariana è come un sassolino nella scarpa, un esempio da ripetere, un modello per l’azione rivoluzionaria e quindi un progetto che va distrutto.
Il Venezuela soffre oggi il peggiore attacco nella storia della Rivoluzione Bolivariana.
Gli Stati Uniti sono decisi a far cadere il governo di Nicolás Maduro e, con altri governi oligarchici della regione e la OSA hanno violato tutte le norme del Diritto Internazionale che esistono, ed hanno riconosciuto un oppositore che si è proclamato «presidente» in un miting con alcuni nottambuli della destra più reazionaria che cercano quote di potere in un’ipotetica spartizione della torta, se si elimina l’attuale amministrazione legittima, democratica e rivoluzionaria.
Gli Stati Uniti, che hanno fretta d’incentivare il possibile scoppio di scontri che possono costare morti e feriti, non si abituano a che un governo della regione non accetti i loro ordini e non applichi il modello neoliberale capitalista che voglione imporre come modello.
Pretendono abolire, del Venezuela, prima di tutto il suo esempio, la sua resistenza, la sua permanente solidarietà con altri popoli, la costruzione di un modello di socialità che ha portato sino alla cima la realizzazione di programmi sociali inclusivi, che ha portato i servizi di salute, di qualità e gratuiti, a tutta la popolazione, che ha innalzato la bandiara di zero analfabetismo e prepara decine di migliaia dei suoi figli come professionisti universitari impegnati con la costruzione di un presente e un futuro migliori.
L’impero sa molto bene che nella geopolitica delle amministrazioni nordamericane, la Repubblica Bolivariana è come un sassolino nella scarpa, un esempio da ripetere, un modello per l’azione rivoluzionaria e quindi un progetto che va distrutto.
L’appetito statunitense per impadronirsi del Venezuela ha gli occhi puntati sulle risorse di questa nazione, sul suo petrolio, che è la maggiore riserva del mondo, sul suo oro e altri metalli che ne fanno una preda preziosa.
Ieri, quando un oppositore della destra reazionaria che non conosce nulla della Costituzione del paese e del Diritto Internazionale si è auto proclamato «presidente», tutto era pronto perchè Washington gli desse il visto buono e dietro al padrone i governanti di Argentina, Paraguay, Brasile, Colombia, Canada, Perù, Costa Rica e l’ Organizzazione degli Stati Americani (OSA) hanno appoggiato l’impostore.
Perchè non restino dubbi su qual’è il proposito degli USA, il presidente Donald Trump ha espresso nel suo account di Twitter che «i cittadini del Venezuela hanno sofferto per troppo tempo per colpa del regime illegittimo di Maduro. Oggi ho riconosciuto ufficialmente il presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana, Juan Guaidó, come Presidente interino del Venezuela», ha aggiunto Trump.
Immagino che in questa campagna mediatica con la quale si vuole avvelenare il mondo, le multinazionali petrolifere nordamericane stanno aspettando il loro turno per sfoderare i loro artigli e impadronirsi del petrolio.
Il Dipartimento di Stato e il Pentagono devono essere tra i primi a ricevere ordini per occupare questo paese, con l’ambizione di stabilire un dominio quasi completo in quello che dalla Dottrina Monroe, è stato sempre considerato il cortile posteriore degli Stati Uniti . ( GM – Granma Int.)