Alcuni giorni fa il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha tenuto un discorso, nel corso del quale ha calunniato di nuovo l’azienda tecnologica cinese Huawei definendola una “minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti” e affermato ridicolmente che le aziende cinesi “non perseguono profitti”. Dietro l’abuso del concetto, si può vedere un’America arrogante che danneggia le regole del mercato.
In qualità di più grande fornitore di apparecchiature di telecomunicazione del mondo, negli ultimi 30 anni Huawei ha costruito oltre 1.500 reti in più di 170 Paesi e regioni, servendo più di 3 miliardi di persone. Ma non si è mai verificato un incidente di sicurezza informatica simile al “caso Snowden” o a “WikiLeaks”. I politici statunitensi utilizzano il potere nazionale per costringere i loro alleati a schierarsi contro la tecnologia cinese, che riflette la loro mentalità da gioco a somma zero e i loro pregiudizi ideologici.
Il 29 luglio, durante un’audizione del Congresso degli Stati Uniti, quando agli amministratori delegati delle tre aziende giganti tecnologiche statunitensi – Apple, Google e Amazon – è stato chiesto “se ritengono che la Cina abbia rubato la tecnologia delle aziende americane”, tutti i tre hanno risposto: “Non ci sono prove”.
Essendo la Cina un grande Paese in via di sviluppo che ama la pace, risponderà con fermezza e razionalità nell’affrontare un’America irragionevole che si fa strada sgomitando.
2020-07-31