La spaccatura della democrazia in Bolivia dimostra una situazione che potrebbe ripetersi in altre democrazie della regione, ha messo in allerta l’ex ministra di Salute, Gabriela Montaño.
In un’intervista col mezzo di comunicazione argentino Letra P, Montaño, in condizione di rifugiata politica nel paese australe, ha dichiarato che i confronti violenti sulle strade dopo il golpe di Stato del 10 novembre scorso contro l’ex presidente Evo Morales, hanno lasciato un saldo di 36 morti, più di 1500 detenuti e centinaia di feriti.
“Oggi i diritti e le libertà costituzionali non sono garantiti, c’è un’enorme restrizione alla libertà di espressione, una persecuzione politica ad ex funzionari del presidente Evo Morales ed, inoltre, un utilizzo del tribunale per portare a termine questa persecuzione”, ha denunciato.
Inoltre, ha ricordato che le elezioni generali del 20 ottobre scorso realizzate nella nazione andino amazzonica sono state vinte dal binomio Evo Morales-Alvaro Garcia Linera, del Movimento Al Socialismo (MAS), con più del 10% sul suo concorrente più vicino, Carlos Mesa, della conservatrice Comunidad Ciudadana.
“Questo implica che quasi il 50% della popolazione ha optato per un nuovo mandato di Evo Morales. C’è un’intenzionalità dei golpisti di proscrivere il MAS e pretendere negare i diritti politici di questo 50%”, ha sottolineato.
Davanti alla decisione del governo de facto, diretto dall’autoproclamata presidentessa Jeanine Añez, di militarizzare le strade, l’ex titolare della Salute boliviana ha assicurato che è una dimostrazione della paura che ha della popolazione e, per imporre le sue posizioni, ricorre alle forze armate ed alla Polizia per potere governare.
Secondo lei, ha considerato come una deficienza la mancanza di preparazione del popolo per affrontare un golpe di Stato.
“Avevamo dovuto preparare di più la gente per rispondere ad un golpe di Stato e non solamente centrarci nel dibattito elettorale, dato che la destra in Bolivia ha avuto sempre la predisposizione di seguire la via violenta”.
“Non preparare sufficientemente la risposta per uno scenario violento ha facilitato il cammino ai golpisti”, ha enfatizzato.
Sulle future elezioni generali del 3 maggio prossimo, Montaño ha sottolineato la necessità di una partecipazione internazionale più definita per garantire la trasparenza del processo elettorale, mentre menzionava l’Organizzazione delle Nazioni Unite ed istituzioni specializzate come il Centro Carter (Georgia, Stati Uniti).
“Non può essere solamente l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) o l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid, per le sue sigle in inglese)”, ha commentato.
Ha definito come compito fondamentale quello di mantenere l’unità ed Evo Morales come pietra angolare nella costruzione all’interno del MAS, un ruolo che ha considerato importante nonostante si trovi fuori dal territorio boliviano dovuto alla persecuzione del regime golpista.
Ig/nmr
Buenos Aires, 20 gen