Oggi la Pisa antifascista si mobilita intorno ai principi della solidarietà sociale, della democrazia e del sano patriottismo che hanno caratterizzato la Resistenza partigiana, il più grande grande fenomeno popolare della nostra storia a cui dobbiamo la liberazione dal criminale governo di Mussolini e dai suoi alleati nazisti.
Scendere oggi in piazza è un dovere per ogni cittadino che ami le libertà sociali e individuali e che rifiuti l’ideologia della violenza, del razzismo, dell’omofobia.
La questione dell’antifascismo è cruciale e sempre più d’attualità non solo per porre un argine al proliferare sul territorio nazionale ed europeo di gruppi “fascistoidi” che ammorbano il tessuto sociale e culturale, con i loro principi mortiferi, ma soprattutto perché gli intendimenti fascisti, caratteristici di una visione statuale aziendalistica, quindi individualistica, stanno permeando in modo subdolo l’impostazione dello Stato grazie all’opera dei vari governi degli ultimi vent’anni Renzi compreso, stravolgendone la democraticità di base.
Lo vediamo dalle modifiche apportate e quelle che apporteranno alla Costituzione – antifascista appunto – in senso classista e autoritario, che stanno trasformando in modo inesorabile le istituzioni politiche democratico-repubblicane verso forme “fascistiche” di accentramento (Senato di non eletti, presidenzialismo o premierato assoluto, governatorati regionali, sindaci sempre più assimilabili ai podestà fascisti) con sempre maggiore potere autoreferenziale, a discapito della collettività e della società civile.
Sappiamo bene che i fascisti nel periodo di crisi del capitalismo e di conseguenti “controriforme” alzano la testa legittimati e finanziati dal potere dominante capitalistico, del quale loro rappresentano (come le mafie) nient’altro che lo stolido braccio armato, per difendere con la forza bruta lo status quo. Ma noi scenderemo sempre in piazza per impedirglielo e difendere i principi di eguaglianza e libertà che hanno caratterizzato la lotta partigiana, facendo dell’Italia per decenni uno dei Paesi più civili al mondo, certamente superiore agli Usa e suoi alleati.
Bisogna impedire infatti che questi “gendarmi” del potere costituito, prima nazista e oggi anglo-israeliano, abbiano voce in capitolo, poiché hanno fatto parte della storia più retriva e antidemocratica di questo paese: prima portandolo alla rovina e alla guerra nel ventennio fascista. Poi, foraggiati e addestrati dalla Nato e da centrali dell’eversione come l’Aginter press e la Stay behind (Gladio) in ottica anticomunista, sono stati artefici insieme ai servizi segreti nazionali e atlantici della strategia della tensione che ha destabilizzato, con grande spargimento di sangue, il paese da nord a sud: da Portella della Ginestra in Sicilia del 1 maggio1947, alle bombe di Piazza Fontana a Milano nel 1969, alla strage davanti alla Questura di Milano nel 1973, di Piazza della Loggia a Brescia nel 1974, al treno Italicus nel 1974, sino a giungere alla strage di Bologna nel 1980 con 85 morti e oltre 200 feriti e poi alla strage del treno 904 del 1983.
Il fascista per sua natura ha bisogno per sentirsi utile strumento di sottomettersi a qualunque autorità infatti è sempre al servizio di ogni padrone.
Il fascista è un uomo abbruttito nell’intimo, la cui rozzezza è caratteristica di chi disprezza ciò che non comprende, cerca di distruggerlo attraverso l’atto violento: ha la testa sempre rivolta nel passato.
L’ideologia fascista ha una unica caratteristica fondamentale: riuscire a far sentire “valorosi” i servi idioti del capitale. Tanto più uno è idiota tanto più il fascismo lo fa sentire orgoglioso di sé.
Ora e sempre Resistenza
Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa
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Pisa 14 marzo 2015 – ciclostilato in proprio