Quante volte ci siamo sentiti dare delle risposte poco concrete (e attendibili) rispetto a quelli che sono i nostri diritti?
Pisa farà, a fine mese, un laboratorio con l’obiettivo di spiegare le ragioni della giustizia fiscale e come applicare l’articolo 53 della Costituzione.
Ipotesi che persegue l’appello lanciato al “Brancaccio” per la costruzione di assemblee territoriali tematiche…
Lo staff di iskrae
Sabato 30 settembre alle ore 11:00
Pisa, Sala Arsenale 2, Via san Martino 69
Pisa laboratorio per la giustizia fiscale: applichiamo l’articolo 53 della Costituzione
Riprendendo anche l’appello lanciato al “Brancaccio” per la costruzione di assemblee territoriali tematiche per la costruzione di un programma dell’alternativa, la Rete delle città in comune e Diritti in Comune promuovono per sabato 30 settembre a partire dalle 11 una tappa della carovana delle Piazze dell’alternativa che dallo scorso giugno sta attraversando le nostre città.
Diritti in Comune è un percorso che in questi mesi a Pisa stanno portando avanti Una città in comune, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Possibile in vista delle prossime elezioni amministrative pisane del 2018.
Al centro della discussione sarà il tema della giustizia fiscale a partire dai principi sanciti nell’articolo 53 della nostra Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”) e sempre più disattesi.
Infatti a partire dagli anni ottanta la tassazione personale del reddito in Italia ha subito continue riforme che hanno ridotto drasticamente la progressività delle imposte. Basti pensare che mentre nel 1981 le aliquote sui redditi delle persone fisiche più elevati raggiungevano il 70% oggi ci si ferma al 45%. Questo processo è avvenuto mentre è aumentata la disuguaglianza: un paese in cui la ricchezza nelle mani del 20% più ricco è pari a circa l’80% di quella totale; e dove inoltre la povertà non accenna a diminuire (i dati dell’ISTAT, relativi al 2015, rilevano di più di 1 milione e mezzo di famiglie in povertà assoluta, pari a più del 6% delle famiglie residenti in Italia).
La riduzione della progressività dell’imposizione fiscale è avvenuta in contemporanea ad una drastica riduzione dei trasferimenti dallo stato agli enti locali e ai comuni in particolare, con la conseguente esternalizzazione e privatizzazione di molti servizi necessari e il peggioramento della qualità del servizio svolto. L’aumento dei costi dei servizi sta colpendo in particolare le famiglie più in difficoltà, esponendole a maggiori rischi di esclusione sociale.
Il nostro obiettivo è quello, a partire dagli enti locali, di lavorare ad una netta inversione di tendenza. Vogliamo con questa iniziativa proporre la nostra città come un vero e proprio laboratorio per la giustiziai fiscale individuando proposte concrete muovendo da una riformulazione in senso fortemente progressivo di tutti i tributi locali, dalla necessità di una redistribuzione della ricchezza attraverso una adeguata tassazione delle grandi rendite immobiliari e da un pacchetto di provvedimenti che rendano concreta la lotta alla evasione ed elusione fiscale.
Partire dalle città per la costruzione di una nuova politica fiscale nel nostro paese è una priorità ineludibile.