Mentre in Piaggio si avvicinano le elezioni rsu, nelle cooperative del Polo logistico di Pontedera i Cobas del lavoro privato continuano con le mobilitazioni e gli scioperi.
I cambi di appalto, l’applicazione delle tutele crescenti previste dal jobs act anche per i lavoratori e lavoratrici che hanno dieci o venti anni di anzianità di servizio (così potranno licenziare con un solo indennizzo risarcitorio gli operai per i quali il peso degli anni e le prescrizioni mediche rappresentano una limitazione della capacità lavorativa e agli occhi padronali sono meno sfruttabili), il passaggio dei part time a tempo pieno rappresentano, le questioni dirimenti come sottolineano i cobas lavoro privato
Per due giorni, il 5 e i 6 Maggio si sono fermati gli stabilimenti di Pontedera e Lugnano, scioperi al 70/80 % di adesioni, anche quello di ieri che ha visto partecipi solo i Cobas (il sicobas e la cgil sono entrati in fabbrica).
Lavoratori quindi ancora in sciopero alla cooperativa Dna già nell’occhio del ciclone per il licenziamento del delegato cobas Sandro Giacomelli che ha fatto il suo titorno in fabbrica il 2 maggio accompagnato dal comitato per la sua riassunzione e dai colleghi.
“E’ iniziato uno sciopero la mattina del 5 ma il giorno successivo i lavoratori non hanno accettato di rientrare in produzione giudicando insufficiente le proposte aziendali. E il cobas ha deciso di non lasciare soli i lavoratori, – ha detto il delegato Cobas, appena riassunto, Sandro Giacomelli . Lo sciopero poi si è concluso nel pomeriggio e un incontro con l’azienda è previsto il 9 maggio.
Alla base della forte protesta dei lavoratori il timore di perdere il posto di lavoro. Su 106 dipendenti 95 hanno aderito il primo giorno, il secondo con solo i cobas in scioperi le adesioni sono state piu’ basse ma superiori al 60%. “C’è stata grande adesione sui tre turni – ha dichiarato Giacomelli – da settembre dello scorso anno abbiamo sentore che Lintel e Dna se ne vogliono andare. Noi stiamo chiedendo una garanzia in solido al committente Ceva, se domani se ne va Lintel vogliamo garanzie che Ceva pagherà tutto”.
Come funziona l’appalto? C’è una casa madre, la Piaggio che in questi anni ha delocalizzato alcune importanti produzioni nel sud est asiatico, piu’ di 15 anni fa esternalizzo’ il magazzino di Lugnano alla Tnt, oggi Ceva logistic. Alla Ceva lavorano una settantina di operai\e, il suo appaltatore, la Dna , ne conta 110 che guadagnano meno dei colleghi della committenza perchè hanno un contratto , il multiservizi, piu’ sfavorevole degli altri (il commercio).
I Cobas , che sono stati i soli a scioperare il secondo giorno, al contrario del Sicobas e delle altre organizzazioni sindacali, spiegano la ragione dello sciopero.
“Ceva non ha fornito, fino a ora, risposte sufficienti, a pensarla cosi’ non solo i cobas ma anche i lavoratori. Non ci sono state confermate tutte le garanzie richieste, per questo una buona parte degli operai la mattina del sei ha deciso di proseguire con lo sciopero che noi abbiamo deciso di sostenere . Ormai il nostro interlocutore è Ceva, l’azienda committente che opera nel magazzino un tempo della Piaggio . E’ chiaro che per noi i lavoratori degli appalti sono quelli piu’ colpiti e con minori garanzie, negli anni passati alcuni cambi di appalto ci hanno lasciato senza un euro.
Per quanto mi riguarda – aggiunge Sandro Giacomelli- nessuna bandiera è stata messa su questo sciopero, noi al contrario di altri pensiamo che lo sciopero rappresenti un segnale da cogliere per il sindacato, un segnale di paura degli operai che nel passato hanno subito i contraccolpi negativi dei cambi di appalto perdendo quote importanti del tfr.
“Il sindacato non puo’ usare due pesi e due misure -chiude Giacomelli – prima di tutto vanno difesi gli interessi di classe e la paura di non avere una buona parte del tfr da parte di Ceva in caso di un cambio di appalto(oggi gestito da Intel) è alla base della protesta di questi operai, gli ultimi della catena produttiva al polo logistico visto che guadagnano 300 euro meno di quelli di Ceva con stipendi che a mala pena arrivano a 1100 euro al mese, con tanti part time per i quali viene richiesto il passaggio a full time. Siamo fiduciosi che nei prossimi giorni potremo costruire una vertenza unitaria con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, da parte nostra pensiamo che 3 questioni siano ineludibili:la applicazione di un contratto piu’ favorevole, il passaggio dei part time ai full time, garanzie del committente per tutto il tfr”.
07/05/2016