Attualmente l’epidemia di Covid-19 si sta diffondendo in tutto il mondo, nel contempo, sono comparsi anche dei “virus dell’informazione” e “virus politici”. Come ad esempio la fake news messa in circolazione da alcune forze occidentali anti-Cina secondo cui “Il virus si sarebbe diffuso in altri Paesi a causa di una prevenzione e un di controllo dell’epidemia inefficaci da parte della Cina”. Inoltre, il segretario di Stato USA Mike Pompeo ha addirittura diffamato la Cina accusandola di aumentare le difficoltà nel controllo dell’epidemia da parte degli USA fornendo dati incompleti, nel tentativo di imputare a Pechino la responsabilità dell’inefficacia americana.
In realtà, la comunità internazionale ha già da tempo emesso un giudizio oggettivo sugli sforzi profusi dalla Cina nella prenzione e nel controllo dell’epidemia. Nel rapporto di indagine rilasciato recentemente dal gruppo d’ispezione composto da esperti cinesi e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stato indicato che la Cina ha adottato le misure più coraggiose, flessibili e attive mai impiegate nella storia dell’umanità, grazie alle quali ha prevenuto o scongiurato almeno 100 mila contagi e ha costruito una prima forte barriera per impedire la diffusione a livello internazionale dell’epidemia. Secondo il ministro della Sanità egiziano, senza le misure di prevenzione decisive e tempestive adottate dal governo cinese, la situazione globale sarebbe diventata ancora più grave.
Il tentativo di Pompeo di imputare i problemi incontrati dagli USA nell’affrontare l’epidemia ai “dati cinesi incompleti” risulta del tutto infondato. Secondo quanto specificato dal presidente della Kuhn Foundation, Robert Lawrance Kuhn, la Cina, di pari passo con un controllo e una prevenzione efficace, ha proceduto attivamente, apertamente e trasparentemente a scambi di informazione e cooperazione con la comunità internazionale, dimostrando un senso di responsabilità che si addice al suo status di grande Paese. Pompeo dovrebbe piuttosto prestare maggiore attenzione alle lamentele, apparse sui social network di tutto il mondo in questi giorni, dei medici statunitensi che operano in prima linea: c’è carenza di reagenti rapidi, il che li costringe a pregare i dipartimenti della sanità di condurre i test sui pazienti sospetti. In ogni caso, anche il vice presidente statunitense Pence ha ormai ammesso: “Agli USA mancano tamponi e, per questo, non riusciamo a soddisfare la crescente domanda di test”. Basta confrontarle con la verità dei fatti per ridicolizzare le fake news messe in circolazione da Pompeo.
2020-03-07