Pintus.- Qualsiasi modesto cronista di giudiziaria una qualche cognizione sui compiti e sul lavoro delle scorte indubbiamente ce l’ha.
Non perdere mai di vista la persona da proteggere, sostare in strada e in luoghi aperti in genere il minor tempo possibile; il senso è chiaro: è negli spostamenti che il potenziale bersaglio di un attentato si trova più esposto, pertanto il compito degli uomini preposti alla sicurezza sta nel ridurre al minimo queste esposizioni, anche per la loro incolumità e quella di ignari cittadini, oltre ovviamente quella del protetto di turno.
Detto questo, la vicenda dell’autobus di Roberto Fico, non è semplicemente demagogica, è una pura irragionevole mascalzonata. Una bravata populista che rasenta la scempiaggine.
Un politico, e neppure di razza, le regole le conosce e le osserva, consapevole che il ruolo istituzionale che ricopre necessiti di un costante monitoraggio in merito alla sua sicurezza. Inaccettabili le alzate d’ingegno che per far risparmiare qualche euro alla collettività, espongano a rischi altissimi anche la vita di persone innocenti.
Va detto che poi il risparmio non solo è virtuale, ma è inesistente, le blindate di scorta seguono comunque l’autobus con a bordo il Presidente della Camera e altri agenti sono impegnati a bordo dello stesso mezzo pubblico.
Un consiglio a Roberto Fico?
Segua le direttive degli uomini della scorta, non complichi loro un lavoro già di per sé delicato e difficile.
28 marzo 2018