Intervento dei compagni Georgios Toussas, del Comitato Centrale del KKE e Parlamentare Europeo e Raul Martinez, dell’Ufficio Politico del Partito Comunista dei Popoli di Spagna.
Georgios Toussas
Cari compagni,
Vi ringraziamo per l’invito all’iniziativa di presentazione della «Rivista Comunista Internazionale» (RCI) a Roma.
La RCI ha fatto la sua apparizione in una fase di recessione del movimento comunista internazionale, nell’ intervallo che è seguito dopo la vittoria della controrivoluzione nell’URSS e nei paesi dell’est e centro Europa. È comparsa in un’ epoca nella quale sorgono nuovi problemi per il movimento comunista, per lo sviluppo della contemporanea lotta di classe.
Probabilmente saprete che il KKE ha fatto tanti sforzi negli ultimi 20 anni, si è occupato sistematicamente del tema sul miglior coordinamento possibile del movimento comunista e sul come rendere la sua azione comune più efficace. Come risultato di questi sforzi c’è stata l’introduzione degli incontri Internazionali dei partiti comunisti ed operai, incontri, che sono stati abbracciati ed appoggiati da tanti partiti. Inoltre abbiamo contribuito nella nostra area, agli incontri dei partiti comunisti dei Balcani e dell’ est del mediterraneo, oltre agli incontri comunisti Europei, così come gli incontri tematici dei partiti comunisti. Abbiamo sviluppato strette relazioni bilaterali con tanti partiti comunisti, e su invito del KKE è stata fondata insieme con altri 28 partiti «l’iniziativa dei partiti comunisti e operai in Europa», una nuova forma di collaborazione dei partiti comunisti.
Allo stesso momento, crediamo che sia ancora valida la valutazione del nostro ultimo congresso che, quasi un anno fa, ha considerato la situazione del movimento comunista internazionale come caratterizzata da una crisi ideologica-politica ed organizzativa. Questa debolezza si esprime all’interno di condizioni di crisi capitalista internazionale, di acutizzazione delle contraddizioni inter-imperialiste, che si manifestano con guerre e interventi militari, ma anche con processi all’ interno delle unioni imperialiste, come per esempio l’UE, nella quale è probabile si debbano affrontare situazioni mai viste negli ultimi 50 anni, che vengono accompagnate con la guerra generalizzata ai diritti ed alle conquiste dei lavoratori.
Questa situazione pone dei compiti elevati ai partiti comunisti. Tanto più che in una serie di aree le forze dell’opportunismo proseguono l’offensiva contro la storia, le tradizioni e i principi del movimento comunista internazionale.
In Europa è stato fondato il cosiddetto «partito della sinistra Europea» (SE), con la partecipazione di alcuni partiti comunisti, principalmente quelli che hanno seguito in passato la corrente dell’ eurocomunismo. La presenza della SE è oggettivamente, e indipendentemente da scelte soggettive e dichiarazioni, l’accettazione della legalità borghese, la negazione della teoria del socialismo scientifico, delle tradizioni comuniste e dell’ esperienza delle rivoluzioni socialiste del ventesimo secolo. La SE promuove l’integrazione del movimento operaio nelle strutture dell’UE, mentre cerca l’espansione della sua azione, attraverso tante «reti» nel medio oriente, in Africa, nei paesi dell’ ex-URSS e in America Latina.
Particolarmente dannosa continua ad essere oggi la cosiddetta logica degli stadi per il socialismo. Percezione che si relaziona con la partecipazione dei partiti comunisti ai governi borghesi nel terreno della società capitalista e guida il movimento a salvare il capitalismo e il sistema borghese, trasformando i partiti comunisti in sudditi della socialdemocrazia, sempre nel nome dell’ «unità della sinistra». Questa percezione, che crede che il socialismo sia un «sogno impossibile», nel lontano «orizzonte», che sempre ci sarà ma non ci arriveremo mai, intrappola la lotta della classe operaia nei limiti del sistema, lotta per la «correzione» e non per il rovesciamento del sistema. Inoltre, critica il KKE e gli altri partiti che mostrano la necessità e attualità del socialismo, come «settarismo». E questo avviene al momento che nel nostro paese, grazie alla linea rivoluzionaria del KKE, migliaia di operai, disoccupati, agricoltori, lavoratori in proprio scendono in strada, lottano contro le misure anti-popolari, rafforzano la loro unità contro i monopoli e il capitalismo, aiutano il maturarsi delle condizioni soggettive in direzione del rovesciamento delle misure anti-popolari, ma anche del rovesciamento della barbarie capitalista.
Cari compagni,
Questa questione delle «fasi», ovvero sul carattere della rivoluzione in avvenire è in relazione con l’analisi della realtà, che ogni partito comunista svolge. Il KKE rimane fedele al pensiero leninista sull’imperialismo, ha una posizione chiara contro ogni unione imperialista, dal momento che quella viene costruita con i «materiali» dei monopoli, della rendita capitalista e delle rivalità inter-imperialiste.
Purtroppo, oggi tanti partiti comunisti dichiarano la loro fedeltà al marxismo-leninismo, ma si sono dimessi dalla sua sostanza, sulle questioni, come l’imperialismo, le associazioni transnazionali, le cosiddette «potenze emergenti», con la loro posizione sulla socialdemocrazia, su centro-sinistra, sull’opportunismo. La posizione sull’ uso di tutte le forme di lotta per affrontare in modo vincente la violenza dei capitalisti, dell’intervento imperialista. Creano illusioni parlamentari, scomunicano il socialismo che abbiamo conosciuto. Proiettano delle percezioni sbagliate, circa «modelli» del socialismo, che negano le leggi scientifiche della rivoluzione e costruzione del socialismo.
Saprete che per questi problemi, ma anche per altri simili problemi, per i quali non è l’ora di discutere adesso, come partito ci siamo espressi apertamente e in pubblico.
Come partito ci rendiamo conto che vi è la necessità dell’istituzione di un polo adeguato del movimento comunista mondiale , una forma distinta di coordinamento e cooperazione a livello internazionale e regionale più elevato rispetto a quello che è stato conquistato fino ad ora con le riunioni dei partiti comunisti e operai.
.In questa direzione si trova il contributo alla creazione della ” Rivista Comunista Internazionale”, che si basa sulla percezione comune che abbiamo conquistato, per la difesa dei principi del marxismo – leninismo , dell’internazionalismo proletario per la necessità della rivoluzione socialista e la costruzione di una società socialista , come indicato nella “Dichiarazione di Istanbul”.
Per quanto riguarda la Rivista C.I non si tratta di una rivista informativa oppure una rivista per lo scambio di idee. Tutto ciò lo risolviamo con altre edizioni. Come affermato nella Dichiarazione di Istanbul: è una rivista che sviluppa il dialogo e la riflessione all’interno di una precisa base ideologica. E’ un passo avanti per:
– La difesa e la documentazione scientifica della necessità oggettiva del Partito Comunista, del Partito di Tipo Nuovo, dei principi leninisti di costituzione e di funzionamento, in conflitto con le concezioni liquidatorie che promuovono la logica di integrazione e di diffusione in più ampi gruppi opportunisti, in nome dell’unità della sinistra.
Per la promozione del ruolo di avanguardia della classe operaia nella lotta di classe, per il rovesciamento del capitalismo, il progresso sociale , il socialismo, in conflitto con la pratica antiscientifica opportunista di sostituzione della classe operaia con un mosaico di forze piccolo-borghesi battezzate come il nuovo soggetto rivoluzionario .
-Per la rivelazione delle barbarie imperialiste e per il contributo allo sviluppo della lotta contro gli organismi imperialisti, come la NATO, l’Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, OSCE ecc
-Per la difesa decisiva della storia del movimento comunista e l’ulteriore studio critico dell’esperienza storica , che rafforzerà la lotta dei partiti comunisti, in lotta contro la revisione anticomunista e diffamatoria della storia. In lotta contro i diffamatori, le offensive forze anticomuniste del capitale, la storia revisionista .
Quindi, possiamo dire che si è aperta una strada , anche se siamo ancora all’inizio . Le difficoltà sono molto grandi , ma il fatto principale è quello di capire il significato profondo di questo sforzo e i requisiti che genera questa conquista per far si che si stabilizzi nel tempo.
Cari compagni,
Attualmente sono stati pubblicati 4 numeri della R.C.I e si sta preparato il 5 ° . La procedura della pubblicazione, prevede la discussione collettiva dei rappresentanti della nostra Redazione e consente di discutere come compagni e modellare congiuntamente la redazione della rivista. Tale dibattito sarebbe impossibile da fare e concludere nel corso degli incontri internazionali, dal momento che lì partecipano partiti, che apertamente hanno intrapreso una mutazione e la rimozione della visione del mondo marxista-leninista.
Nessun partito, né naturalmente il KKE, può imporre la sua opinione, le sue considerazioni agli altri P.C.
Tuttavia, riteniamo importante il fatto che i diversi punti di vista sulle varie questioni non si debbano nascondere, ma si debba cercare di superarle costruttivamente , sempre però sui principi della nostra visione del mondo. La strategia comune non è data. Deve essere sviluppata. Le condizioni per lo sviluppo di un concetto strategico comune non si formano nascondendo le opinioni di ogni partito, ma con la rivelazione dei disaccordi e con il raggiungimento massimo possibile di un accordo politico sulla base del marxismo – leninismo, sulla base della lotta contro l’imperialismo e l’opportunismo .
L’unità del Movimento Comunista Internazionale è desiderata ma non è scontata. Come unità non intendiamo i rapporti superficiali fra P.C che camuffano le posizioni. Così, nonostante i significativi passi avanti fatti negli ultimi 20 anni nel coordinare le azioni sui temi dello sviluppo della solidarietà tra i partiti comunisti e dei lavoratori, il problema dell’unità del movimento comunista internazionale rimane, dal momento che questa richiede prima di tutto la configurazione del concetto strategico comune per la conquista dell’unità ideologica. Tale unità può esistere solo nella direzione del superamento della crisi del Movimento Comunista Internazionale.
La creazione della RCI si sta muovendo nella direzione del superamento della crisi . L esperienza che proviene sia dal nostro paese che dagli altri, da diversi PC e comunisti è incoraggiante per la RCI. Oggi è disponibile in 7 lingue (inglese, spagnolo, russo, francese, greco, portoghese e italiano) . Presto speriamo di averla anche in tedesco e in turco.
Certo , ci sono questioni da affrontare, poiché le parti coinvolte nella RCI hanno anche diverse considerazioni legate a programmi o altri documenti e a volte ci sono delle difficoltà. Poi su alcune questioni ogni partito può avere fatto una ricerca profonda o meno profonda. In poche parole esiste il fenomeno di un diverso livello di profondità di analisi sulle diverse questioni teoriche, diversa esperienza individuale che può avere un partito rispetto ad un altro, la cui rivista teorica partecipa alla RCI. Questo è logico e fino a un certo punto non può minacciare il futuro della RCI.
In ogni caso siamo ottimisti : In un modo o nell’altro il progetto della creazione di un “polo comunista” avrà successo! Poiché è necessario che il movimento comunista internazionale abbia una comune strategia rivoluzionaria!
Con questi pensieri vi trasmettiamo i nostri saluti più fraterni dalla Grecia, dove come comunisti a maggio dobbiamo dare una tripla battaglia elettorale dura, per le elezioni comunali, regionali e le elezioni per il parlamento europeo. La proposta politica del KKE richiede un forte movimento operaio, che sarà l’avanguardia della alleanza popolare. All’interno di questa alleanza la classe operaia, i contadini poveri, i lavoratori autonomi, i giovani e le donne delle famiglie popolari e i pensionati stanno unendo le loro forze contro i monopoli, contro il capitalismo per diventare forza di rovesciamento. La proposta politica del KKE prevede la socializzazione dei mezzi di produzione, la pianificazione centrale dell’economia, l’uscita del nostro paese dalla UE e dalla NATO, con il potere operaio popolare. Al centro di questo sforzo è il rafforzamento del KKE dappertutto, nei sindacati e nelle altre organizzazioni del movimento di massa , nei comuni e le regioni, nel parlamento e nel Parlamento europeo.
Raul Martinez
Sono tempi di lotta
Compagni del Partito Comunista in Italia, compagni del Partito Comunista di Grecia,
compagne e compagni:
a nome del Comitato Centrale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna, vorrei ringraziarvi per l’invito a partecipare a questo importante evento ed estendere ai comunisti italiani e alla classe operaia italiana il nostro più fraterno saluto rivoluzionario.
Il nostro Partito segue con entusiasmo il processo di riorganizzazione del Partito Comunista dell’Italia.
Alcune decadi passate sono state caratterizzate, nei nostri Paesi, dalla lotta contro chi, in nome dell’eurocomunismo, ha distrutto il Partito Comunista, ora, invece, i tempi sono caratterizzati dalla fraterna collaborazione dei marxisti-leninisti, che saranno capaci di riorganizzare le forze del movimento operaio classista per lanciare la controffensiva. In questo compito potrete sempre contare sull’appoggio internazionalista proletario dei comunisti spagnoli del P.C.P.E., e dei Collettivi dei Giovani Comunisti.
Viviamo tempi difficili e pericolosi. La crisi generale del capitalismo, iniziata con il trionfo della Rivoluzione d’Ottobre, esprime nella sua fase attuale, con chiarezza, i limiti storici della formazione capitalista nel suo periodo di declino, nella sua fase superiore e ultima.
L’imperialismo va verso la reazione in tutti i terreni. Più si sviluppa la crisi capitalista più cresce loi sfruttamento che sopporta la classe operaia; milioni di operai sono condannati alla disoccupazione, in un incontenibile processo di distruzione delle forze produttive; i settori popolari sono colpiti e cresce l’esclusione sociale e la povertà. Secondo dati recenti, circa il 30% dei bambini spagnoli vivono in povertà, dall’inizio della crisi del 2007, circa quattro milioni e mezzo di lavoratori sono stati condannati a vivere una situazione di esclusione sociale.
Non c’è futuro per la classe operaia nel capitalismo. Le classi dominanti hanno scatenato, con una disciplina di ferro, una guerra generalizzata contra la classe operaia. Tanto nei Paesi dell’Unione Europea, come nel resto dei Paesi capitalisti, sotto una o un’altra forma di gestione, la classe operaia è colpita senza scrupoli dal potere dei monopoli.
Il capitale è una forza internazionale e la lotta si manifesta a livello internazionale. Pertanto, la classe operaia deve convertirsi anche in una forza internazionale.
Senza dubbio, il movimento comunista continua a essere immerso in una profonda crisi organizzativa, politica e ideologica.
Il trionfo controrivoluzionario in Unione Sovietica e negli altri Paesi socialisti, insieme alla pressione multiforme dell’opportunismo, specialmente dell’eurocomunismo, hanno condotto alla dissoluzione, all’indebolimento e al disarmo ideologico di molti Partiti comunisti. Hanno condotto alla negazione della teoria rivoluzionaria, alla negazione del marxismo-leninismo e dei principi di organizzazione e funzionamento del Partito di nuovo tipo.
Hanno portato alla rinuncia a lottare per il socialismo-comunismo.
Però, non sono state solo sconfitte.
Nel quadro della lotta storica tra le posizioni rivoluzionarie e le posizioni opportuniste, nel seno del movimento comunista e operaio, si è mantenuto vivo il filo rosso leninista. Ci siamo mantenuti fedeli ai principi e per questo ora siamo in grado di procedere alla riorganizzazione e al rafforzamento di un movimento comunista in chiave rivoluzionaria e, ogni giorno, è sempre più riconoscibile la nascita di un polo rivoluzionario, marxista-leninista, che si manifesta in differenti Paesi.
Il P.C.P.E. è tra i fondatori della Rivista Comunista Internazionale, che ha cominciato a muovere i suoi primi passi nell’anno 2008. Sino a oggi abbiamo pubblicato, in lingua castigliana, quattro numeri della Rivista e stiamo preparando l’edizione del quinto numero. Ogni nuovo numero è accompagnato dall’organizzazione di decine di manifestazioni pubbliche in tutto il Paese.
Per il P.C.P.E. la continuità e il rafforzamento della Rivista assumono un’enorme importanza, perché sappiamo che si tratta di uno strumento fondamentale per la conquista dell’unità politico-ideologica del movimento comunista sopra una base marxista-leninista, condizione essenziale per il superamento di una profonda crisi del movimento, e tutto questo non potrà accadere senza un confronto diretto e fermo con le correnti opportuniste che operano nel seno del movimento operaio.
Dobbiamo rafforzare il fronte ideologico:
per contribuire alla riorganizzazione teorica e ideologica del movimento comunista internazionale.
per rafforzare la partecipazione dell’avanguardia della classe operaia nel processo rivoluzionario.
per difendere i principi leninisti dell’organizzazione e del funzionamento del Partito.
per dimostrare la necessità di lottare contro le unioni imperialiste, come l’U.E., la N.A.T.O., ecc.
per difendere l’esperienza storica del movimento comunista e seguire la tradizione rivoluzionaria
della Comune di Parigi, della Rivoluzione di Ottobre, dell’Internazionale Comunista e il contributo
dell’Unione Sovietica e altri Paesi socialisti.
Per il P.C.P.E., che quest’anno celebra il 30° anniversario della sua nascita, l’appoggio del movimento comunista internazionale, i lavori della Rivista Comunista Internazionale, sono una priorità. Così come lo sono i lavori dell’Iniziativa Europea dei partiti Comunisti e Operai, in corrispondenza con il carattere internazionalista proletario del nostro Partito, e, ancora di più quest’anno, nel quale le elezioni per il Parlamento Europeo ci offrono la possibilità di chiarire, alla classe operaia e ai settori popolari, il carattere reazionario dell’Unione Europea, alleanza interstatale imperialista e organizzata contro la classe operaia, i popoli e le forze socialiste, confrontandoci con le posizioni utopiche e reazionarie del denominato Partito della Sinistra Europea.
Compagni, il P.C.P.E. pensa che si avvicinino tempi difficili nei quali la nostra coordinazione internazionale più che un’opzione si converte, giorno dopo giorno, in una necessità.
Gli ultimi successi in Ucraina, e in altre parti del Mondo, confermano che le contraddizioni inter imperialiste si stanno acuendo e pongono all’ordine del giorno il pericolo di una nuova guerra imperialista generalizzata, proprio nell’anno in cui si compie il centenario della Prima Guerra Mondiale.
E’ la continuazione della politica imperialista, ogni giorno più violenta, che mette a rischio il futuro dell’Umanità. Precisamente a questo tema dedichiamo il quinto numero della Rivista Comunista Internazionale.
Per noi è motivo di orgoglio essere qui alla presentazione dell’edizione italiana della Rivista. Si avvicinano tempi difficili e tutti gli sforzi internazionalisti non basteranno.
Voglio approfittare di questa tribuna per denunciare l’intensificazione della violenza statale e della repressione capitalista contro il movimento operaio nel mio Paese. Sono tempi di lotta.
Nella mobilitazione del passato 22 marzo, a Madrid, la polizia antisommossa ha sparato proiettili di gomma conto i manifestanti e un compagno di soli diciannove anni, dei Collettivi Giovanili Comunisti, è rimasto gravemente ferito, perdendo un occhio. Questo è solo un esempio del futuro che il capitalismo prepara per la classe operaia dei nostri paesi, esercitando una violenza estrema contro chiunque manifesti.
Compagni, il cuore dei comunisti spagnoli ancora batte quando sentono il nome della Brigata Garibaldi.
Settantotto anni fa l’Internazionale Comunista è stata capace di mobilitare i volontari della libertà di cinquantaquattro Paesi per lottare insieme al proletariato spagnolo contro il nazi-fascismo.
Fu uno dei più eroici esempi d’internazionalismo proletario della storia.
Questo spirito e questa pratica fedele ai principi, ispira oggi il lavoro del P.C.P.E.
Potete contare sui comunisti spagnoli nelle dure e decisive battaglie che stanno per arrivare.
Viva l’internazionalismo proletario e il marxismo-leninismo!
Via la Rivista Comunista Internazionale!
ROMA 5 APRILE 2014