I cittadini di Albano Laziale si ribellano per la scelta di svolgere la cerimonia funebre nella loro città.
La tensione aumenta quando arrivano i neonazisti di Militia.
di Massimo Lauria
Nessuno lo vuole, ma qualcuno se lo piglia. E purtoppo è toccato ai cittadini di Albano Laziale (Roma) essere protagonisti dell’ennesima pagina triste che coinvolge l’ex ufficiale delle Ss Erich Priebke. Neanche da morto il nazista – responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, e di molte altre vicende dopo la guerra – smette di fare danni, dice il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero. E così, all’arrivo dell’auto con a bordo la salma di Priebke, la folla di manifestanti ha tentato di bloccare il carro scagliandosi contro. Sono volati calci e pugni, ma il mezzo è comunque riuscito a varcare la soglia della Cappella lefevbriana del Sacro cuore di Gesù, protetta da un cordone di polizia.
La tensione, già alta per la decisione del Prefetto di revocare l’ordinanza del sindaco di Albano che vietava il passaggio della salma in città, è cresciuta ancora all’arrivo di un gruppo di neonazisti di Militia, venuti ad assistere alle esequie di quello che considerano una sorta di padre spirituale. «Siamo qui per partecipare al funerale, entrerà una delegazione di 5 o 6 persone. Siamo qui per ricordarlo perché fa parte del nostro mondo. Comunque entreremo a titolo personale, oggi è un giorno in cui si rispetta una morte. Un funerale come per qualsiasi altra persona». A prendere la parola è Maurizio Boccacci, leader del movimento neofascista, noto alle forze dell’ordine.
«La decisione del Prefetto di revocare l’ordinanza del sindaco di Albano è un grave errore – commenta ancora Ferrero -. Priebke torni a casa sua, la sua salma venga seppellita in Germania. Di certo non in Italia, dove il capitano delle SS, che non si è mai lontanamente pentito né scusato, ha provocato tante morti e tanto dolore. Il nazista Priebke continua a fare danni, anche da morto. La mia solidarietà al primo cittadino di Albano che giustamente ha cercato di impedire che il feretro transitasse nel paese che amministra». Non si placa la rabbia dei presenti, che hanno urlato “Priebke boia” e “vergogna Stato italiano, vergona”.
L’ex capitano delle Ss non è soltanto il boia delle Ardeatine. Durante e dopo la Seconda guerra mondiale, infatti, Priebke si è macchiato di crimini atroci, influenzando la politica internazionale nel periodo della Guerra fredda. L’ha raccontato Franco Fracassi – autore de L’Internazionale nera e di Quarto Reich – pochi giorni fa su Popoff. Dopo la guerra l’ex ufficiale nazista è stato il «tesoriere dell’internazionale nera, colui che finanziava le stragi e le spedizioni skinhead, colui che pagava le campagne elettorali dei partiti neonazisti, che forniva fondi per i colpi di Stato e che stipendiava gli avvocati che difendevano i picchiatori, gli stragisti e i camerati sfuggiti a Norimberga».
Per Giuseppe Celli, coordinatore della Rete Civica dei Cittadini/e, è inammissibile la decisione del Prefetto romano Giuseppe Pecoraro di autorizzare la cerimonia funebre. Oltretutto rinnegando formalmente il divieto dello stesso sindaco di Albano. Critiche e dubbi stanno piovendo su Pecoraro, proprio alla vigilia della manifestazione del 19 ottobre a Roma. «Autorizzare le esequie di Erich Priebke ad Albano Laziale equivale a dare una pugnalata all’anima fortemente antinazifascista non solo di Albano ma di tutti i Castelli Romani, che ancora oggi piangono i propri concittadini, massacrati nell’eccidio delle Fosse Ardeatine – ha detto Celli -. Albano oggi è stata umiliata e per di più costretta ad assistere allo spettacolo indecoroso e desolante dei saluti romani di chi non si vergogna di portare omaggio ad un assassino. La mia solidarietà va ai cittadini di Albano e ai familiari delle vittime».
15 ottobre 2013