A proposito dei rinnovi contrattuali nella Pubblica Amministrazione
In vista delle elezioni europee è assai probabile la sottoscrizione dei contratti nei 4 comparti in cui è suddivisa la Pubblica amministrazione: cosa non si farebbe del resto per prendere voti?
Come consuetudine si diffondono cifre sui futuri aumenti senza mai discernere tra paga base, salario accessorio, omettendo di dire che nella spesa preventivata sono incluse anche le indennità di vacanza contrattuale già erogate.
Persistono anche le disparità economiche e giuridiche esistenti tra i vari comparti della Pubblica amministrazione. Ma torniamo ai rinnovi soffermandoci su quello degli Enti locali con aumento medio dichiarato di 118 euro lordi al mese, già in gran parte anticipato in busta paga a gennaio 2024 con la cosiddetta “vacanza contrattuale”; un termine, quest’ultimo, che certifica l’incapacità di trattare dei sindacati firmatari di contratto, puntualmente scavalcati dal Governo che immette nelle buste paga medio/basse più di 100 euro netti mensili sottoforma di “esonero contributivo”.
Tale operazione è analoga ai cosiddetti bonus fiscali: si rendono meno povere le retribuzioni dei lavoratori depauperando la previdenza pubblica per un periodo limitato nel tempo. Una modalità patologica di aumento dei redditi perchè si sottraggono risorse dalla tassazione, che serve per finanziare servizi pubblici, e dalla previdenza pubblica che serve a pagare le nostre future pensioni.
Che contratto sarà quindi? Le premesse non sono certo confortanti. Il pubblico impiego volutamente viene reso meno appetibile in termini salariali e questo mancato investimento nei nostri redditi ci ha portato (unico paese in Europa) a perdere potere d’acquisto rispetto a trent’anni fa. Anche il salario accessorio è bloccato economicamente a quello del 2016, così pure le assunzioni sono contingentate e gli organici di conseguenza ridotti all’osso.
Tutto ciò è finalizzato allo smantellamento dei servizi pubblici e la situazione è drammatica nella sanità pubblica (che dovrebbe essere gratuita e universale) in riferimento alle liste di attesa infinite, ma è altrettanto chiara negli enti locali che sono chiamati a gestire servizi importanti per la cittadinanza senza risorse e organici adeguati.
Milano, 22 marzo 2024
CUB Pubblico Impiego federazione nazionale
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