I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia hanno presentato il progetto di legge n. 137/22 dal titolo “Istituzione della giornata regionale dei giovani al servizio della patria e sostegno alle attività di formazione organizzate dalle associazioni combattentistiche e d’arma rivolte alle nuove generazioni”.
La proposta di legge secondo gli estensori ( Razzolini, Speranzon, Formaggio ed altri) avrebbe dichiaratamente lo scopo di intercettare il disagio giovanile con l’obiettivo di contrastare il bullismo, l’isolamento, l’iperconnessione, l’abuso di sostanze stupefacenti o alcoliche dei giovani, fortemente in crescita a causa della pandemia.
Obiettivi in teoria condivisibili, ma i rimedi e le soluzioni proposte poggiano, neanche velatamente, su fondamenti d’ordine e disciplina, su una filosofia cameratesca, su uno spirito securitario, principi cari al regime fascista, al Movimento Sociale Italiano, suo erede diretto, trasmessi a Fratelli d’Italia.
La risposta alle fragilità giovanili, al ritiro sociale, al bullismo, all’uso e abuso di droga ed alcool viene individuata in iniziative come “ manifestazioni, campi di formazione”, cerimonie, incontri che trasmettano ai giovani “i principi del volontariato, del sacrificio e il valore della Patria”, li educhino “ad assumere comportamenti e stili di vita sani” migliorando “il senso di controllo personale”.
Nella proposta di legge le parole “il valore della Patria” e “la cultura della sicurezza” assumono un valore taumaturgico entro un orizzonte “sacrificale” e securitario”.
E, come se ciò non fosse sufficiente a suscitare perplessità, vengono indicate come soggetti attuatori delle asserite finalità della legge le associazioni combattentistiche e d’arma e delle forze dell’ordine, associazioni notoriamente costituite per tutt’altro genere di scopi e in ogni caso prive dei requisiti e delle competenze per trattare una materia così delicata e complessa come il disagio giovanile ( anche in non ben precisati campi di formazione in periodi extra scolastici), conferendo così una inequivoca impronta militaresca alla proposta.
Eppure agli estensori della proposta sarebbe bastato copiare o attingere dall’art. 2 del decreto legislativo 6 marzo 2017 n. 40 sul Servizio Civile Universale per richiamarsi a ben altri concetti e orientamenti, da tempo assodati e riconosciuti anche dalla Corte Costituzionale, secondo i quali il sacro dovere della difesa della Patria può assumere anche la forma della “difesa non armata e non violenta” ; avrebbero perciò potuto inserire tra le finalità da perseguire la “pace tra i popoli nonché la promozione dei valori fondativi della Repubblica”.
Ma non sono certo questi i punti di riferimento valoriali di chi celebra e osanna la nascita del Movimento Sociale Italiano, erede della Repubblica di Salò, e che vorrebbe al contrario cancellare la lotta di Liberazione dal nazifascismo come elemento fondativo della Repubblica democratica e della Carta costituzionale del 1948.
Il fuorviante senso di “patria” che permea l’intera proposta di legge emerge dall’inaccettabile istituzione della giornata regionale dei giovani al servizio della Patria, che si individua nel 15 giugno, anniversario della battaglia del solstizio del 1918, che si combatté sul Piave e vide protagonisti i ragazzi del ’99.
Se si vuole davvero onorare e non strumentalizzare la memoria di quei giovani è necessario che le loro azioni siano ricordate, inquadrate e valorizzate nell’ambito di quel periodo storico e non assurgano cento anni dopo, in un mondo completamente diverso – che ha conosciuto il nazifascismo, la Resistenza, la guerra fredda, la globalizzazione, le crisi economiche, l’emergenza pandemica, la crisi climatica, la guerra quasi nel cuore dell’Europa, fino al rischio attuale di escalation nucleare – a simbolo, emblema e modello del servizio alla Patria.
In Italia il servizio di leva obbligatorio è sospeso dal 2005 e la difesa armata è su base volontaria e professionale per cui è assolutamente improponibile offrire alle giovani generazioni l’esaltazione di un modello di patriottismo di stampo militare in aperto conflitto con il profondo respiro pacifista della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
Il disagio giovanile e i relativi rimedi lasciamoli a chi si occupa di tali tematiche e possiede le necessarie competenze: non diventino occasione e pretesto per una legge che tutto affida ad un malinteso e mistificante senso della Patria e tutto risolve nel valore e nella esaltazione di una disciplina militaresca.
20 gennaio 2023