Crisi della Libia, Putin a Mattarella: «Noi non c’entriamo. Chi ha distrutto la stabilità della Libia è stata la Nato. Ora deve trovare una soluzione».
Federazione Russa prossima potenza egemone del Mediterraneo
Putin all’Italia sulla Libia, chi ha rotto (la Nato), paghi
Putin a Mattarella parla chiaro: “Chi ha distrutto la stabilità della Libia è stata la Nato. Ora deve trovare una soluzione”. Ma qualche problema lo ha anche la Russia, aspirante potenza egemone del Mediterraneo che non può, nel bordello Libia, schierarsi troppo apertamente a favore dell’uomo forte di Bengasi Khalifa Haftar nell’attuale guerra civile libica. Errore russo e generale pippa, che Tripoli, quando mai sarà, la raggiungerà solo per accordo politico.
Per fortuna Sergej Lavrov
A Mattarella che chiedeva a Putin perché la Russia fosse così schierata con Haftar, Putin risponde con franchezza: “Caro Presidente, noi siamo fuori, non vogliamo in alcun modo essere coinvolti nel conflitto.” Il Presidente russo non ha nascosto le sue preoccupazioni che ha condiviso con il Papa e con il premier Conte oltre che con Mattarella, precisa nel dettaglio Gerardo Pelosi su EastWest.
Con segnali allarmanti anche per noi, e non solo per qualche ignibile ricatto sui migranti. Secondo Mosca centinaia di combattenti islamici, provenienti dalla Siria, stanno infatti affluendo in Nord Africa e possono rendere la situazione in Libia ancora meno governabile. E la sponda per gli jihadisti non è Haftar ma molte milizie vicine al nostro protetto Sarraj.
Libia, tre anni dopo, di nuovo guerra
Il leader del Cremlino ha insistito su chi ha la colpa di tutto questo. “Non sarebbe male ricordare da cosa tutto è cominciato.” “Chi ha distrutto la stabilità della Libia è stata la Nato che ha deciso di bombardare e distruggere la statualità libica nel 2011. Tocca dunque alla Nato, ora, fornire le soluzioni per ristabilire la Libia anche come entità politica”. Off record e senza virgolette, Mosca può dare una mano, “ma non vuole affatto essere coinvolta.”
Putin con Conte in coro hanno insistito sulla necessità di arrivare quanto prima a un “cessate il fuoco” ed equidistanza russa con Serraj e Haftar promessa. Conte paga pegno e ammonisce Serraj invitandolo “ad assumersi le sue responsabilità e a fare di tutto perché crisi umanitarie non esplodano”. Migranti e senza ricatti e qualche disumanità in meno.
06 Luglio 2019