“Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare” avverte il presidente russo, Vladimir Putin, parlando ai giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. Colpa dello “sfacelo” del sistema di deterrenza internazionale, acuito dalla decisione degli Usa di uscire dal trattato Inf”.
-Per non essere troppo sgarbato con l’amico Trump, lo aiuta sulla Siria: “Donald ha ragione, ha aiutato a sconfiggere l’Isis”. Omissis caritatevole sulla origini dell’Isis.
Speriamo esageri
Putin, «rischio guerra nucleare se salta il sistema di deterrenza»
Putin dice che “c’è il rischio di una guerra nucleare perché il sistema di deterrenza sta collassando”.
E se dice la verità (possibili interessi privati in trattato sul controllo dei missili a medio raggio), c’è davvero da aver paura. Giovedì il presidente russo, Vladimir Putin, parlando ai giornalisti nella conferenza stampa di fine anno ha detto che “il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare”. Tucca colpa dello “sfacelo” del sistema di deterrenza internazionale, acuito -ecco l’interessi privato- dalla decisione degli Usa di uscire dal trattato Inf, Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, che aumenta l’incertezza”.
L’atto d’accusa
Toni decisamente allarmistici sulla “tendenza in atto in Occidente ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari”. Progetto americano e neo stategia Trump sull’uso della bombe atomiche ‘tattiche’. Questo spingerebbe Mosca a tenere posizioni difensive: “Le armi della Russia – ha detto Putin – servono a mantenere la parità strategica e se arriveranno i missili in Europa poi, l’Occidente non squittisca se noi reagiremo. Ma io confido che l’umanità avrà abbastanza buon senso per evitare il peggio”. Questa la sintesi d’agenzia diffusa a livello planetario.
A Trump ragalino di Natale
“L’Isis è stato sconfitto”, conferma il presidente russo, a sostegno i quanto affermato dal collega Usa, ormai in carenza planetaria di credibilità. Ed il presidente russo ha poi commentato la decisione americana di ritirare le truppe dalla Siria, quasi a sorpresa. “Donald ha ragione”, chiamandolo solamente per nome, osserva Rampini su Repubblica: “Gli americani hanno contribuito alla distruzione dell’Isis in Siria”. Forse intendeva a dopo la scoperta del guaio fatto nell’averli inventati assieme ad Arabia saudita, Emirati petroliferi vari e Turchia. Ma è Natale, tempo di doni
Fidarsi ma non troppo
Isist sconfitto, forse, ma sul ritiro reale delle truppe Usa dalla Siria, la ‘bontà’ di Putin si ferma. Scettico visto che, dice, gli Stati Uniti sono in Afghanistan da 17 anni nonostante i continui annunci di disimpegno: “Non vediamo segnali di ritiro delle truppe americane, ma ammettiamo che questo è possibile, dal momento che stiamo percorrendo la via di una soluzione politica del conflitto”. Con la creazione di un Comitato costituzionale e in questo senso “la presenza delle forze Usa non è necessaria”. Puzza di accordo segreto, mas ovviamebnte nessuno dei due, neppure TwitterTrump dice di più.
Pasticcio Ucraina
Putin ha parlato anche delle recenti, nuove tensioni con l’Ucraina, accusando il presidente ucraino Porošenko di aver scientemente provocato l’incidente nello stretto di Kerch per cercare consenso in vista delle elezioni. “Ha raggiunto i suoi obiettivi a spese degli interessi degli ucraini”. Per quanto riguarda la sorte dei marinai arrestati, Putin ha chiarito che “un’indagine è in corso e dopo il procedimento diventerà chiaro cosa accadrà”. Riferendosi ai rapporti col Giappone ha infine stigmatizzato una volta di più lo scudo missilistico Usa. “Per noi questi sistemi non sono solo difensivi perché sono in realtà sincronizzati con l’apparato offensivo, e lo capiamo benissimo”.
DETERRENZA NUCLEARE
“Dizionario di Storia” – Treccani
- -Espressione che fa riferimento alle strategie d’attacco e contrattacco nucleare messe in atto, nel corso della Guerra fredda, per scoraggiare ogni aggressione. In particolare la deterrenza consiste nel predisporre misure tali per cui il nemico, in vista delle conseguenze di un suo attacco, sia dissuaso dal metterlo in opera. In tal senso essa si lega alla corsa agli armamenti iniziata nel secondo dopoguerra, e ne costituisce l’impalcatura concettuale e la giustificazione ideologica.
- -Nel 1945 gli USA avevano lanciato bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Le armi nucleari, già entrate in scena come strumento dissuasivo durante il blocco di Berlino del 1948 (quando gli USA attivarono in Gran Bretagna una base aerea che rendeva loro possibile colpire il territorio sovietico), divennero il principale strumento della strategia della d.n. dell’amministrazione Truman.
- -Nel 1949 anche l’URSS sperimentò un proprio ordigno nucleare, seguita da Gran Bretagna (1952), Francia (1960) e Cina (1964). Intanto, nel 1952, il nuovo presidente degli USA Eisenhower lanciava una strategia, basata sul concetto di «rappresaglia massiccia» in caso di attacco, la cui tappa successiva fu la dottrina del MAD (mutual assured destruction, «distruzione reciproca assicurata»), che doveva appunto dissuadere dall’uso di armi atomiche con il loro stesso incremento. Si avviava dunque una escalation nella corsa agli armamenti destinata a durare vari anni, con pericolose conseguenze per la sicurezza stessa dei popoli.
- -Per limitare l’aumento delle potenze nucleari e degli arsenali esistenti furono dunque conclusi vari accordi per il controllo quantitativo e qualitativo degli armamenti, dal Trattato per il divieto parziale degli esperimenti atomici (1963) al Trattato di non-proliferazione (Helsinki, nov. 1969), fino agli accordi SALT I (1972) e SALT II (1974, 1979). La d.n. sembrava dunque aver fatto posto alla distensione.
- -Tuttavia, negli anni Ottanta, l’installazione degli «euromissili» da parte degli USA e il progetto di Scudo spaziale del presidente R. Reagan avviarono una nuova fase della d.n. e della corsa agli armamenti. Il trattato START I (1991), firmato dal presidente sovietico M.S. Gorbačëv e dal presidente statunitense G. Bush, seguito poi dallo Start II (1993), pose fine a questa fase e alla stessa Guerra fredda, che della d.n. era stata il quadro di riferimento generale.
20 dicembre 2018