Una straordinaria ricostruzione di Giovanni Fasanella dagli anni del dopoguerra sino ai giorni della morte dell’Onorevole Aldo Moro, attraverso la documentazione desecretata di alcuni paesi stranieri che, oltretutto, vengono chiamati in causa su molte vicende interne (poco democratiche) in altri Stati…
Ebbero un ruolo preciso in Italia, su diversi episodi criminosi, il Secret Team?
MOWA
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Riceviamo da Marco V. le seguenti osservazioni:
Buongiorno,
pur apprezzando l’ottimo lavoro di Giovanni Fasanella – assistito, da un bravissimo studioso ed “archivista” come Mario Josè Cereghino – mi corre l’obbligo di precisare che la pista “americana” e quindi del Secret Team è stata rispolverata per l’occasione da Paolo Cucchiarelli nel suo “L’ultima notte di Aldo Moro” (ed Ponte alle Grazie) mentre Fasanella si è concentrato soprattutto sulla pista £inglese” (ma anche “francese”) anche perché le ultime sue fatiche si sono avvalse soprattutto e quasi essenzialmente della documentazione proveniente dall’archivio inglese di Kew Gardens. Fra la pista “americana” e la pista “inglese” (europea ?) poco o nulla sembra essere emerso sulla pista “israeliana” che pure ha tenuto spesso banco…
Personalmente quello che mi stupisce e che mi sconvolge deriva dal fatto che né Cucchiarelli, né Fasanella e tutti gli altri sembrano prestare troppa attenzione alla “nostrana Loggia P2”, evidentemente troppo confinata in Italia per rientrare nell’ossessione del complotto internazionale.
Eppure le tracce e gli indizi più tangibili e concreti conducono proprio alla Superloggia di Gelli che aveva in mano servizi, forze armate e forze dell’ordine durante il sequestro Moro e non è certo poco vista la disastrosa gestione della crisi, a parere del sottoscritto voluta. Non solo, proprio la P2 si presenta come l’anello di congiunzione fra pista interna e pista internazionale, poiché in effetti sembra proprio che Gelli e Ortolani rispondessero alle sollecitazioni provenienti da Oltreoceano.
https://www.iskrae.eu/dens-dolens-96-limpiego-di-gelli-alla-cia/
Cucchiarelli menziona il presunto rapporto fra il capo del Secret Team della CIA, il famigerato Theodore Shackley, con Licio Gelli. Secondo un rapporto dei servizi segreti proprio Shackley avrebbe presentato Gelli a Kissinger e all’ammiraglio Haig e questi ultimi avrebbero chiesto al Venerabile di “iniziare” alla sua loggia atlantica e anticomunista quattrocento ufficiali, una sorta di esercito di riserva di un ipotizzato golpe. Era il 1969… Pur convinto dell’esistenza di questo rapporto a Cucchiarelli non sembra venire in mente che Gelli, Ortolani – o lo stesso Cefis – fossero pienamente coinvolti nelle operazioni occulte e “sporche” sul suolo italiano ed è strano che non si voglia o non si possa approfondire. mancanza di volontà o la presenza di “paletti” precisi da non oltrepassare ?
Infine, pur lodando il lavoro del prof Cereghino e di Fasanella dubito che siano riusciti a consultare i famosi documenti del Dipartimento di Stato USA sulla loggia P2 – ma dai quali emerge un rapporto o un contatto con l’intelligence USA -. Infatti sono classificati segretissimi e non possono essere visionati… Con tutto il rispetto non riesco a capire perché Fasanella non dedichi mezza parola sul fatto che per gli americani la P2 è una “questione di Sicurezza Nazionale”. Eppure nei saggi di Fasanella la P2 è sempre poco citata e quando lo è, si fa sempre in modo di ridimensionarne il ruolo. Perché ? Mancanza di curiosità ? Forse che Fasanella è abbastanza attento alla sensibilità del suo editore – e mi riferisco al settimanale “Panorama” – che, come è noto, era un celebre iscritto alla P2 ?
Non mi dilungo più, ma questa sottovalutazione mi fa molto pensare quando nel caso Moro – e negli altri cosiddetti “misteri d’Italia – la P2 e i piduisti spuntano come funghi… La mia impressione è che, concentrandosi esclusivamente sulla pista internazionale – CIA, MI6, MOSSAD, KGB, ecc… – serva anche ad allontanare l’attenzione sulla P2 e sui “risvolti interni”. Perché P2 è anche sinonimo di servizi italiani, soprattutto quelli militari… Avete presente le piste relative alla GLADIO e ai servizi nostrani la cui presenza in via Fani pure pare accertata e non certo a favore di Moro e della sua scorta ? C’è da rifletterci… Forse che si voglia gabellare per buona fede ed inefficienza, la sostanziale colpevole inerzia del nostro Stato durante i cinquantacinque giorni ?
Forse un sussulto di patriottismo che porta a negare i risvolti interni della vicenda, eppure proprio la P2 – come abbiamo visto – rappresenta il trait d’union fra i nostri servizi, le nostre forze armate, le nostre forze dell’ordine con ambienti d’oltreoceano ben identificati ed identificabili.
Forse che della subalternità e della sudditanza agli USA non si può ancora troppo parlare, come un tabù difficilmente rimovibile.
Buona giornata
Marco V