Ormai ci siamo.
Questo Governo Lega-Movimento 5 stelle (M5S), ha deciso di voler fare approvare entro l’autunno, una nuova Legge sulla legittima difesa.
Questione spinosa.
Proviamo ad approfondire, cercando di coniugare come sempre teoria e pragmatismo.
La legittima difesa è disciplinata dall’Art. 52 del Codice Penale.
“non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.
In caso di violazione del domicilio, e per esso si intende anche il luogo in cui si esercita attività professionale, commerciale o imprenditoriale, e qui si fa riferimento all’Art. 14 C.P., è legittima difesa se si utilizza un’arma, legittimamente detenuta o altro strumento per difendere la propria o altrui incolumità fisica o per difendere dei beni.
“se si agisce in difesa dei beni occorre che l’aggressore non abbia apertamente desistito e vi sia pericolo attuale di aggressione”.
(Ad esempio, non è giustificabile sparare alle spalle quando il ladro è in fuga).
In presenza delle indicate condizioni è stata introdotta una sorta di presunzione legale del requisito di proporzionalità tra difesa ed offesa.
Tutto bene se non fosse che alcune sentenze di Cassazione hanno messo in discussione quella presunzione legale del requisito di proporzionalità tra difesa ed offesa.
Complesse motivazioni giuridiche, hanno reso colpevoli persone aggredite nel proprio domicilio e che hanno reagito sparando con armi regolarmente denunciate.
Il requisito della proporzione tra offesa e difesa, rimane la questione dirimente ed ogni Giudice ne dà una interpretazione soggettiva.
La proposta di Legge della Lega, aggiunge un comma all’attuale normativa vigente (Art. 52 C.P.), dove si dice:
“si considera che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di una o più persone, con violazione di domicilio di cui all’Art. 614, primo e secondo comma, ovvero in ogni altro luogo ove sia esercitata una attività commerciale, professionale o imprenditoriale”.
Tale proposta prevede anche un inasprimento della pena per il reato di furto in appartamento.
Giova precisare che per quanto riguarda l’attuale Governo, questa è la proposta forte di Slavini, mentre il M5S non ha ancora definito la sua proposta in merito.
Nel contratto di governo, firmato con la Lega, è prevista ml’inviolabilità della casa, ma il M5S è più prudente rispetto al Carroccio e chiede un’analisi più approfondita prima di arrivare alla discussione parlamentare.
In campo anche le proposte di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, che potrebbero ritrovare punti di unità con la Lega, ove si punti a “limitare la discrezionalità del Giudice nella definizione di legittima difesa”.
Il Partito Democratico (PD), resta fermo sulla proposta portata avanti dal Governo Gentiloni nella scorsa legislatura.
Quel disegno di Legge prevedeva si dovesse considerare legittima difesa, un’aggressione in casa, negozio o ufficio commessa di notte o l’introduzione con violenza.
Inoltre la colpa dell’aggredito è sempre esclusa quando l’errore è conseguenza del grave turbamento psichico generato dall’aggressore.
Per il PD resta comunque ferma la necessità che vi sia proporzionalità tra difesa ed offesa e l’attualità del pericolo.
E’ bene sapere che, questo disegno di Legge era già stato approvato dalla Camera nel Maggio 2017, ma quando fu il momento di passare al Senato per l’approvazione definitiva, il Segretario del PD Renzi ebbe dei dubbi, ci ripensò e tutto si arenò.
Oggi il PD torna a sostenerlo.
Questo è lo stato dell’arte.
Voglio aggiungere, per completare il quadro, alcune considerazioni e qualche dato aggiuntivo.
La strumentalità dell’operazione è evidente.
Non esiste alcuna emergenza sicurezza, tale da giustificare la fretta di Salvini.
L’urgenza è indotta dalla necessità di incrementare i propri consensi elettorali e bisogna approfittare del momento favorevole.
Salvini sta cavalcando l’onda del securitarismo, che è il suo secondo cavallo di battaglia dopo il tema immigrazione.
Salvini offre le sue soluzioni per contrastare quel senso di insicurezza che certi media, complici, alimentano.
Peccato che è un’insicurezza percepita, ma non reale.
Le statistiche del Viminale, da lui stesso presieduto, ci dicono che negli ultimi tempi vi è un forte calo di rapine ed omicidi.
Quanti Italiani lo sanno?
E quanti sanno che l’Italia è fra i paesi più sicuri in ambito UE?
Negli USA, considerato paese leader, si registrano 4,1 omicidi ogni 100 mila abitanti.
In Italia meno di un omicidio.
Sia Salvini che Bonafede (M5S) Ministro della Giustizia, sostengono di non voler liberalizzare l’uso delle armi.
Peccato che la proposta di Salvini sulla legittima difesa, invogli il cittadino ad armarsi. Va da sé.
In un recente sondaggio, il 56,2% degli intervistati ha dichiarato che userebbe un’arma contro estranei che entrino in casa di notte.
E se è vero che, per fortuna, in Italia non è ancora così semplice ottenere il porto d’armi, molti Italiani hanno trovato una strada alternativa.
Vi è un incremento di circa il 50% di richieste, per poter utilizzare un’arma per uso venatorio o sportivo.
Importante è avere in casa una pistola o un fucile… l’utilizzo poi a necessità.
Non credo che Salvini sia particolarmente preoccupato da queste possibili conseguenze.
Credo invece che il M5S ne abbia maggior consapevolezza.
Saranno forse questi alcuni dei motivi per i quali il M5S tarda a far conoscere la sua proposta in merito?
Da una parte il timore di andare verso una deriva culturale poco gradita e, dall’altra, la necessità di tener fede al patto di governo con Salvini che preme.
Questa cautela potrebbe essere dovuta a lungimiranza, anche perché importanti giuristi e costituzionalisti storcono il naso.
Una possibile legge che delegasse al cittadino l’uso della forza estrema, rappresenterebbe una debolezza dello Stato.
E’ lo Stato che deve garantire la sicurezza del cittadino.
Dover ammettere nei fatti l’incapacità a tutelare anche i beni più preziosi, quali il domicilio, incrementerebbe l’insicurezza nel cittadino che rivendicherà il proprio diritto a difendersi senza limiti.
A quel punto, perché un cittadino non dovrebbe pretendere di avere legittimamente un’arma in casa?
E, una volta ottenuta quell’arma, perché non utilizzarla anche per far valere proprie ragioni di altra natura, non necessariamente legate alla legittima difesa?
Nascerebbero altri problemi di ordine pubblico.
E’ la deriva culturale che ci porterebbe verso processi di americanizzazione, i cui effetti nefasti sono evidenti a tutti.
Faccio mie tutte queste ragioni.
Temo molto queste possibili derive culturali, purtroppo già parzialmente in atto.
Sono consapevole della strumentalizzazione e delle forzature volute da Salvini per far crescere i suoi consensi.
Non esiste un’emergenza sicurezza e certamente esistono problematiche ben più gravi che meriterebbero la precedenza.
La strategia della paura ha lo scopo di allarmare e Salvini, dopo averla alimentata, si propone come colui che ha le soluzioni per rassicurare.
L’idea dell’uomo forte, che sa decidere, si sta sempre più diffondendo e Salvini rappresenta per molti questa figura.
Mi batterò sempre contro queste storture, perché credo che una vera democrazia pretenda altro.
Ma il mio pragmatismo impone di calarmi, in prima persona, anche nelle situazioni specifiche.
Se venisse a casa mia un ladro o una persona con cattive intenzioni, magari di notte, cercherei di difendermi con qualunque mezzo a mia disposizione… e possedendo io l’arma di ordinanza…con quale esito?
Questione spinosa…molto spinosa.
DANILO TOSARELLI – MILANO