Tratto da mariotozziofficial
Una realistica VIA andrebbe fatta considerando l’alternativa della risistemazione degli imbarchi, compresa la rete stradale e ferroviaria di prossimità, e una nuova flotta ecologica di traghetti. A un costo nemmeno paragonabile al ponte. E il fatto che è sempre meglio mandare le merci via mare, per esempio, fra Palermo e Genova: 1 cavallo vapore marino trasporta 4000 kg, uno terrestre su camion 150, in treno forse 450.
Il ponte riporta persone e merci su gomma, specie se la ferrovia non si farà.
Poi c’è la questione naturalistica e paesaggistica. L’area dello stretto è parco letterario, luogo di suggestioni mitologiche e di grande bellezza.
Inoltre l’area è ricompresa in due importantissime Zone di Protezione Speciale – ZPS (sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e su quello siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antenna a Mare e area marina dello Stretto) e da un sistema di ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione), ai sensi della Direttiva comunitaria Habitat, che tutelano un ambiente unico che va dalla fragile costa calabrese, alla importante zona umida della Laguna di Capo Peloro, al prezioso ecosistema botanico dei Monti Peloritani. La Commissione VIA del Ministero diede nel 2013 un parere negativo di valutazione di incidenza sul progetto definitivo del ponte ad unica campata del 2010 proprio a tutela dello Stretto di Messina, importantissimo luogo di transito per l’avifauna e per i mammiferi marini, una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo.
Ma, a noi, checcefrega degli altri viventi e degli ecosistemi? Mica ce ne abbiamo bisogno, no?