Tratto da OttolinaTv del 15 luglio ·
Un indecifrabile mistero investe da anni il mondo dell’informazione italiana?
Com’è che i giornalisti italiani più reazionari hanno così spesso un passato nella sinistra radicale?
L’ultima new entry è stato Stefano Cappellini, che, dalle pagine del noto giornale giacobino e antimperialissta La Repubblica, ha pensato bene di lanciare un attacco squadrista contro la marcia della pace Peruiga-Assisi, che nel suo pacifismo militante s’era azzardata, pensate un po’, a invitare al cessate il fuoco entrambi gli schieramenti
posizioni che Cappellini ai suoi esordi, quando scriveva sulle pagine del giornale di Rifondazione Comunista “Liberazione”, avrebbe senz’altro sposato appieno. Come d’altornde avrebbe fatto il suo collega David Parenzo, prima di dedicare la vita a sdoganare e normalizzare il peggior suprematismo del simpaticissimo collega Cruciani.
Sono solo due esempi di una lunghissima serie di giornalisti nati rivoluzionari e poi approdati a quello che Glenn Greenwald ha definito “il contrario del giornalismo”
Nello specifico Greenwald si riferiva a Johnny Riotta, il Torquemada dei loft d’oltreoceano, che prima di specializzarsi in liste di proscrizione contro i presunti putiniani d’italia faceva l’incendiario dalle pagine de Il Manifesto
Dal Manifesto sono passati anche Lucia Annunziata, Tiziana Maiolo (3 volte deputata, una con Rifondazione e due con Forza Italia) e anche il leggendario pigi Battista che ha definito Canfora “apologeta dei gulag”
Tra i fondatori del manifesto c’è anche nientepopodimeno che il leggendario Giampiero Fofata Mughini. Che poi ha condiviso un’altra stagione di militanza con Paolo Liguori a Lotta Continua
E la lista potrebbe proseguire per ore, ma forse la morale è già chiara: i giornalisti sono per la verità a qualunque costo, e per la menzogna a prezzo da concordare
L’antidoto? seguire la nostra RASSEGNA STRAMBA
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