Foto: Mussolini per il Sì – Gli elettori potevano votare SÌ o NO per approvare la lista dei deputati designati dal Gran Consiglio del Fascismo – 1934
Ho già avuto modo di esprimere il mio dissenso, rispetto alla riforma costituzionale proposta dal duo Renzi-Boschi, che sarà sottoposta a referendum il prossimo 4 dicembre.
In un precedente articolo “le ragioni del mio NO” sottolineavo come sia impossibile scindere riforma costituzionale e sistema elettorale Italicum.
I sostenitori del SI’ mi devono spiegare dove vanno a trovare tanta ingenuità per alcuni, tanta malafede per altri.
Vi è una compenetrazione tra una e l’altro che identifica un progetto ben preciso.
Dietro a Renzi vi è la spinta dei poteri forti, che ambiscono a creare in Italia un Governo che possa avere mani libere.
Un Governo che possa decidere senza stare troppo a discutere.
Ecco quindi la necessità di creare le condizioni, per avere una maggioranza blindata che imponga le proprie scelte.
L’Italicum garantisce tutto ciò e Renzi accetta la partita, perché è convinto che sarà lui a capo di questa maggioranza.
I sostenitori del NO, a prescindere da chi vincerà le elezioni, sostengono che è l’impostazione autoritaria di questo sistema che va respinta.
Non è pensabile che in un solo partito possano coincidere potere esecutivo, legislativo e di controllo.
Camera e Governo saranno espressione dello stesso partito.
E quel partito avrà un ruolo decisivo nella elezione del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale.
Ho trovato sostenitori del SI’ che mi hanno contestato questa ultima affermazione.
Proprio perché Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale sono organismi di garanzia, non può essere che quel partito possa avere un ruolo decisivo nella loro elezione.
Mi sono messo con carta, penna e calcolatrice ed ho scoperto che ciò che sostengo è supportato da numeri e fatti.
Vi sottopongo un raffronto tra come è oggi e come sarebbe dopo la riforma costituzionale.
ELEZIONE PRESIDENTE della REPUBBLICA.
OGGI
Il Presidente della Repubblica viene eletto in seduta congiunta tra Camera e Senato.
Sono i cosiddetti impropriamente “grandi elettori“.
Quanti sono?
630 deputati della Camera
320 senatori ( 315 + 4 senatori a vita )
58 delegati regionali
TOTALE 1007 aventi diritto.
Come viene eletto?
Primi 3 scrutini occorre maggioranza dei 2/3 = 672 voti
Dalla quarta votazione in poi è sufficiente il 50%+ 1 degli aventi diritto = 504 voti
Fino ad oggi nessun partito è mai stato in grado di eleggere con i soli suoi numeri il Presidente della Repubblica.
Salvo rari casi, tutti i presidenti sono stati eletti dalla quarta votazione in poi.
E’ sempre stato necessario trovare un accordo con altre forze politiche, per poter raggiungere i famosi 504 voti.
CON LA RIFORMA COSTITUZIONALE
I “grandi elettori” sono 732.
630 deputati della Camera
102 senatori ( inclusi 2 ex Presidenti della Repubblica)
I delegati regionali non esistono più.
Primi 3 scrutini occorre maggioranza dei 2/3 = 488 voti
Dalla quarta votazione alla sesta, maggioranza dei 3/5 = 440 voti
Dalla settima votazione, maggioranza del 50%+1 dei votanti e non degli aventi diritto.
Questa ultima differenza è una novità, che potrebbe avere la sua rilevanza.
Se votassero tutti, il 50%+1 di 732 è uguale a 367.
Se è vero, che con il premio di maggioranza il partito che ha vinto le elezioni avrebbe 340 eletti alla Camera, il conto è presto fatto.
Basterebbero 27 voti fra i senatori, per eleggere il Presidente della Repubblica.
E’ pensabile, che un partito che ha vinto le elezioni non abbia almeno 27 tra Sindaci e Consiglieri regionali suoi fra i 100 senatori?
Se così fosse, potremmo avere anche un Presidente della Repubblica espressione di quel partito.
Basterà poi trovare un partito qualsiasi, ufficialmente con un “forte senso dello Stato”, per salvare faccia ed apparenze.
ELEZIONE CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale è composta da 15 Giudici.
E’ un organismo di garanzia importantissimo.
Quando la Corte Costituzionale dichiara illegittima una norma di legge, essa cessa di avere efficacia dal giorno successivo la pubblicazione della decisione.
E’ la Corte Costituzionale, che nel 2013 ha reso inapplicabili alcune parti della vecchia legge elettorale Calderoli (porcellum), che è stata poi sostituita dalla legge Italicum.
E’ lo stesso organismo che è stato chiamato in causa anche sulla legittimità costituzionale dell’Italicum.
La Corte ha deciso di rinviare ogni decisione a dopo l’esito del referendum.
ELEZIONE GIUDICI della CORTE COSTITUZIONALE
OGGI
5 Giudici vengono eletti in seduta congiunta di Camera e Senato
5 Giudici vengono eletti dal Presidente della Repubblica
5 Giudici vengono eletti dalle supreme Magistrature ordinarie ed amministrative
La nomina parlamentare con voto segreto avviene cosi:
Primi 3 scrutini con maggioranza dei 2/3 degli aventi diritto
Dal terzo scrutinio in poi maggioranza 3/5 degli aventi diritto.
CON la RIFORMA COSTITUZIONALE
I Giudici di nomina parlamentare saranno eletti in modo differenziato.
3 alla Camera
2 al Senato
Tutto il resto rimane invariato.
Mi tocca evidenziare un aspetto che ritengo rilevante e che desta in me forti sospetti.
Giova ricordare che il partito che ha vinto le elezioni ha la maggioranza alla Camera e ne nomina 3.
Giova precisare che il Presidente della Repubblica ne nomina 5 e potrebbe essere espressione dello stesso partito.
La sola somma di queste due voci mi fa dire che 8 Giudici su 15 potrebbero essere espressione dello stesso partito.
Il mio sano scetticismo, fortemente motivato in questo caso, mi porta a dire che tutto ciò non mi lascia tranquillo.
Quanti cittadini, propensi a votare SI per sentito dire, sono a conoscenza dei rischi per la democrazia insiti in questa riforma?
DANILO TOSARELLI MILANO