Foto: Renzi e l’occupazione televisiva totalitaria
Luciano Canfora, noto storico e filologo, ha parlato di Renzi e di Berlusconi, facendo un interessante confronto con Augusto.
Luciano Canfora, professore emerito a Bari, classe 1942, ha parlato di ‘renzismo’, di ‘berlusconismo’ e di potere, nel corso di un’intervista pubblicata sul numero odierno del giornale ‘Il Fatto Quotidiano’.
La domanda che si è posto lo storico e filologo dell’antichità è fino a che punto le ambizioni assolutistiche di chi viene chiamato a governare possano collimare con uno Stato di diritto.
Luciano Canfora introduce l’argomento parlando dell’imperatore Augusto e di come questo personaggio risulti molto interessante per chi studia la politica moderna: Augusto sfruttò la rivoluzione cesariana per conquistare il potere, pur riconoscendo la necessità di mettersi d’accordo con la vecchia classe dirigente. Lo storico chiede: ‘Vi ricorda qualcosa questo esempio?’
Renzi come Augusto: ‘Ogni dissenso va colpito, Rai e stampa servi del premier’
Il paragone con l’attuale Presidente del Consiglio è presto fatto. Secondo Canfora, Matteo Renzi interpreta il potere in maniera completamente totalitaria: qualunque dissenso, non importa da dove provenga, va colpito. Il filologo pugliese, mettendo a confronto Renzi con l’ex premier Berlusconi, ritiene che il primo sia molto più ‘greve’, ossia opprimente, rispetto al leader di Forza Italia: lo si capisce dalla sua totale occupazione televisiva.
‘Il berlusconismo ha prodotto l’estinzione della sinistra: l’ultima fase è quella renziana’
A Luciano Canfora viene chiesto un parere sulla definizione data da Renzi sull’antiberlusconismo, causa scatenante della paralisi della politica italiana. Lo storico risponde che il berlusconismo, in realtà, ha causato l’estinzione della sinistra in Italia, il cui ultimo atto è rappresentato proprio da quest’ultima fase, la ‘fase Renzi‘: ormai, è sparito l’antagonismo tra programmi e idee. Stiamo assistendo ad una convergenza di potere verso le classi più abbienti e la diretta conseguenza di questo ‘status’ venutosi a creare è che i cittadini non vanno più a votare.
27 agosto 2015