Le operazioni di guerra richiedono un flusso sempre maggiore di informazioni. A Niscemi (Caltanissetta) sta sorgendo una grande installazione che servirà per coordinare gli strumenti militari statunitensi
di Antonio Mazzeo*
Gli F-35 ma non solo. Lockheed Martin, il colosso mondiale della produzione di sistemi di morte, oltre ai famigerati cacciabombardieri a capacità nucleare è stato chiamato dal Pentagono a realizzare il Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitari che gestirà i conflitti sempre più disumanizzati del XXI secolo. Dotato di cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni terrestri, il Muos coordinerà il funzionamento degli strumenti militari statunitensi dislocati in ogni parte del globo. Preposto principalmente per gli utenti mobili (velivoli senza pilota, missili da crociera, piattaforme aeree e marittime, ecc.), la nuova rete satellitare trasmetterà i dati e le comunicazioni audio e video in tempi ancora più ridotti e in valori dieci volte maggiori dei sistemi odierni.
Le stazioni di terra del Muos saranno ubicate nella Defence Satellite Communications Station di Kojarena-Geraldton, nel sud-ovest dell’Australia; a Norfolk, Virginia; nella stazione aeronavale di Wahiawa, isole Hawaii e presso la facility della marina militare Usa di Niscemi (Caltanissetta) operativa dal 1991 per le comunicazioni strategiche con le unità navali e i sottomarini nucleari. Nonostante i costi più che raddoppiati (oggi si stima una spesa complessiva superiore agli 8 miliardi di dollari), a causa di un impressionante numero di errori tecnici e progettuali, il Muos ha registrato ritardi di oltre cinque anni nella sua implementazione. In Sicilia, in particolare, l’opposizione della popolazione e di numerosi enti locali ha costretto la Regione siciliana a revocare le autorizzazioni agli impianti perché ricadono all’interno della riserva naturale “Sughereta”, sito d’importanza comunitaria. Il provvedimento è stato però subdolamente aggirato dalle autorità militari italiane e Usa e il Movimento No Muos ha dovuto sperimentare un ampio ventaglio di azioni dirette, blocchi stradali, sabotaggi non violenti per impedire il prosieguo illegittimo dei lavori. Sotto la pressione del governo Letta e dell’ambasciata statunitense, il governatore Rosario Crocetta ha però revocato lo stop ai cantieri alla vigilia del pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa sulla legittimità delle autorizzazioni (il Tar in primo grado aveva condiviso le preoccupazioni socio-ambientali dei No Muos).
Un voltafaccia prontamente stigmatizzato dagli attivisti siciliani che il 9 agosto hanno indetto una grande manifestazione all’interno della riserva, conclusasi con l’invasione pacifica della grande stazione militare Usa. Ciò ha evidenziato l’assoluta non difendibilità di quella che è una della più importanti infrastrutture di guerra nel Mediterraneo. Il 26 agosto scorso sono però ripresi alacremente i lavori d’innalzamento delle tre mega-parabole satellitari del Muos. “Attività del tutto illegittime perché prive delle necessarie autorizzazioni”, denunciano i legali dei Comitati No Muos nell’ennesimo esposto presentato in Procura. Il Muos di Niscemi è una storia infinita di bugie, soprusi e illegalità. Moltissimi gli appuntamenti di lotta per sfiduciare il governo regionale, reo della riapertura dei cantieri, e ribadire il No dei siciliani a tutte le guerre.
* peace-researcher e giornalista
Info:
Opal: Osservatorio permanente armi leggere di Brescia
www.opalbrescia.org
Smalls Arms Survey: Progetto di ricerca con sede presso il Graduate Institute of International Studies di Ginevra
www. smallarmssurvey.org
Sipri (Stockholm International Peace Research Institute): Istituto di ricerca nato nel 1966 per commemorare i 150 anni di pace ininterrotta in Svezia. Da quasi cinquanta anni conduce ricerche sulle spese militari, i conflitti, la proliferazione nucleare.
ww.sipri.org
Tab I 15 maggiori eportatori di armi leggere*
Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Germania, India, Italia, Corea del Nord, Pakistan, Regno Unito, Russia, Svizzera, Stati Uniti e Turchia.
* in ordine alfabetico, paesi con esportazioni a partire da 100 milioni di dollari l’anno
Fonte: Smalls Arms Survey
Titolo: Principali importatori ed esportatori di armi pesanti 2008-2012
Fonte: Sipri, Annuario 2012
Qualche foto si può prendere da questa fiera in Russia
http://www.armsandhunting.ru/eng/photogallery/byalbum/16/index.htm
fiera in Sudafrica