Erica Venditti
Prosegue la diatriba sulla quota 100 e sulla quota 41, e non smette di far discutere e generare confronti costruttivi l’interessante intervista che ci ha rilasciato Elsa Fornero nei giorni scorsi. Oggi vi riproponiamo un dibattito nato sul nostro sito, tra alcuni attivi commentatori, che hanno deciso di porre una domanda alla Professoressa, confrontandosi nel mentre su quale sia il confine sottile che permette di parlare, in campo pensionistico, di diritto acquisito e dunque lesione dello stesso in caso di modifica di una legge, piuttosto che di non lesione del diritto, ma di scelta politica che muta e fa mutare gli scenari dei potenziali aventi diritto.
La questione fa tornare alla mente l’attuale possibilità di modifica o eliminazione della quota 100 prima della scadenza, in quanto misura che peserebbe negativamente sulle future generazioni, rispetto, ci fanno notare i lavoratori, alle baby pensioni, ad esempio, ormai elargite da anni su cui non si può intervenire.
Pensioni, quale la linea di confine che stabilisce un diritto acquisito?
Gian scrive: “Prendo spunto da questa incessante tiritera su Quota 100 che ancora tiene banco per chiedere alla Redazione di voler gentilmente fornire un chiarimento, a me ed agli altri utenti, eventualmente ricorrendo all’ausilio di qualche “esperto” quale la famigerata signora.
Come noto il nostro sistema pensionistico è stato devastato dalla pregressa gestione che elargiva pensioni a go-go a fronte di versamenti contributivi per soli 25, 20 o addirittura 15 anni. E di questo ne stiamo scontando tuttora le conseguenze finanziarie. Ci hanno detto che però non si può far nulla al riguardo in quanto si tratta di “diritti acquisiti”: è stata approvata una legge, è stata coerentemente applicata e pertanto così rimarrà in eterno. Ora chiedo: siccome anche Quota 100 è stata approvata con una legge e sono state emanale le conseguenti direttive di applicazioni, perchè non deve essere considerata un “diritto acquisito” al pari di quelle altre?
Poi provocatoriamente conclude, riferendosi a quanti propongono di eliminare anzitempo la misura, vedi proposta del Senatore Nannicini: “Si può tornare indietro/modificare Quota 100? Ok, ma allora togliamo/modifichiamo le pensioni anche a chi se le gode chissà da quanto tempo avendo versato solo 25, 20 o 15 anni di contributi.
Mi sembra di una coerenza ineccepibile! Oppure finiamola una volta per tutte con questo tira e molla”.
Vi é però da sottolineare come la Professoressa Fornero, nell’intervista che ci ha rilasciato, abbia lei stessa suggerito di conservare, per quanto non la ritenga una misura idonea, la quota 100 fino a scadenza, magari depotenziandola rendendola soprattutto fruibile ai più bisognosi, proprio al fine di non ‘giocare con la vita delle persone’. L’economista ha altresì ribadito però la necessità di non prorogare la misura oltre il 2021. Puntualizzato ciò, rivolgeremo comunque la domanda alla Prof.ssa Fornero confidando abbia modo di risponderle attraverso il nostro sito.
Pensioni 2019, legge Fornero equamente penalizzante per tutti, quota 100 iniqua
Franco Giuseppe scrive in risposta a Gian “La corte costituzionale si è già più volte espressa su questo argomento e non c’è niente da fare. Chi già da anni “usufruisce” di quelle leggi è per loro un diritto acquisito. Le nuove leggi invece sono riforme pensionistiche che non intaccano il pregresso ma riguardano il futuro. Credo che giochino su questo fatto quando la Corte emana una sentenza. Resta la brutta abitudine dei nostri politici di fare leggi che sembrano ” acchiappavoti”, costose, inique, spesso accontentando qualcuno a danno di altri. Per quanto riguarda la quota 100, ancora nessuno ha spiegato perchè ci sono lavoratori che possono “scegliere” di andare in pensione con 62-38 e altri che sono “obbligati” ad arrivare a 43,1 anni di contributi magari raggiunti anche loro a 62 anni. 5,1 anni di lavoro in più.
Poi difendendo in parte l’operato della Fornero e la legge che porta il suo nome, aggiunge: “Poi leggo alcuni commenti di chi usufruisce di quota 100 che si lamenta di essere stanca, di aver fatto progetti, di non essere in perfetta salute, come se chi invece è obbligato a sorbirsi la Fornero tutta e fino in fondo, non fosse magari più stanca dopo essersi fatto 5 anni in più, come se non avesse avuto anche lui dei progetti e come se invece godesse di una salute di ferro. Ci vuole una riforma giusta per tutti e non che favorisca qualcuno. Ritengo che la Fornero in quanto ad equità era più corretta. Era penalizzante, vero, ma equamente penalizzante per tutti. Disastro esodati a parte”.
Gian dalla sua procede: “Attenzione: anche quando furono varate queste “agevolazioni” altro non erano che mirate “riforme pensionistiche” destinate a certi soggetti e per certi motivi, mica valevano di certo per tutti! Il fatto è che ai tempi la cassa era ancora in discreta salute e nessuno, vuoi per incompetenza o meglio per indifferenza verso la materia (non c’erano di certo gli “esperti” ed i forum di oggi), si sognava di inscenare tutta quella cagnara che sta venendo oltre per Quota 100. Giustamente si riferisce che la Corte Costituzionale ha decretato l’intangibilità delle stesse quali “diritti acquisiti”. Lo ribadisco: non afferro la differenza tra il diritto acquisito di ieri ed il diritto acquisito di oggi posto che Quota 100 è stata introdotta con una legge regolarmente promulgata dalle Camere, finanziata sino alla sua scadenza, e regolata in dettaglio dall’Inps. E quindi?
Pensioni 2019, se si sospende quota 100 non si lede nessun diritto acquisito
Per Alessandro la diatriba, pur costruttiva, tra i lavoratori Franco Giuseppe e Gian ha una sua soluzione: “Beh la differenza è evidente. Nel caso della quota 100 non si parla di togliere il diritto acquisito di chi ha già “maturato” il diritto alla pensione e magari già ne fruisce, ma solamente di chi ancora non ha maturato tale diritto e lo potrebbe maturare nel 2020-21. Una volta maturato il diritto (anche se non si è ancora fatta la domanda di pensionamento), qualsiasi cambiamento della legge nonpotrebbe impedire a chi ha già maturato il diritto di fare domanda di pensione. Ovviamente non è costituzionalmente lecito invece intervenire su pensioni già erogate da anni a seguito di diritti esercitati su leggi in vigore all’epoca del pensionamento”. Non così evidente per Roberto che aggiunge: “Non vi e’ nessuna differenza tra il diritto acquisito di ieri e di oggi altrimenti sarebbe una legge iniqua. Fare aggiustamenti in corso d’opera su una legge a scadenza porterebbe a differenze fra soggetti già in pensione e soggetti che hanno diritto di andare in pensione con le stesse regole.Quindi credo proprio che non sia possibile e neanche conveniente inserire paletti ulteriori a limitare l’uscita già programmata. In altre parole la legge deve essere uguale per tutti!”
Franco Giuseppe, dalla sua, con chiarezza chiude il cerchio ed afferma, chiamando in causa anche il torto subito nel 2011 dai precoci, che all’epoca potevano accedere con la quota 41: “Gentile Gian, cercherò di essere piu chiaro facendole un esempio proprio sulla quota 100. La legge sulla quota 100, sperimentale e triennale è stata promulgata quest’anno e se un lavoratore, ha presentato la domanda e questa viene accettata, in quel momento diventa “diritto acquisito”. Può accadere che subito dopo, lo stesso governo o un nuovo governo, individui delle storture,dei difetti, degli abusi o semplicemente e più facilmente una mancanza di coperture e correndo ai ripari promulghi una nuova legge ( riforma) che, una volta firmata dal Capo dello Stato e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, diventa la nuova legge sulle pensioni che cancella la precedente. Da questo momento la quota 100 non esisterebbe più.
Ecco che, un lavoratore con la vecchia quota 100 sarebbe potuto andare in pensione, con la nuova legge o riforma no. Spero che l’esempio sia stato chiaro. E’ la stessa cosa che è successa nel 2011 quando è stata varata la Fornero. Un lavoratore con la legge Sacconi-Brunetta sarebbe andato il in pensione con quota 41, con la Fornero quel lavoratore si è visto spostare di 2 anni la pensione. In poche parole: se hai presentato la domanda e questa viene accettata il tuo diventa un “diritto acquisito”, ma se non hai ancora presentato domanda e la legge cambia nel frattempo, lo si prende in quel posto. Il fatto che una legge sia sperimentale e limitata nel tempo non impedisce ai governanti di cancellarla ed emetterne una nuova”.
Riforma pensioni 2019, I precoci alla Fornero: perché quota 41 non basta?
Sulla quota 41 invece sono molti a chiedere alla Professoressa Fornero perché 41 anni di contributi, a suo dire, non sarebbero sufficienti a prescindere da paletti anagrafici per andare in quiescenza? La pensione non dovrebbe basarsi, dicono all’unisono, sui contributi versati dal lavoratore?
Cosa importa se uno ha maturato 41 anni di contributi a 57 piuttosto che a 62/64 anni d’età, se i contributi sono stati versati a detta dei precoci, sostenuti da Domenico Proietti- Uil- e da Roberto Ghiselli-Cgil: “la pensione con 41 anni di contributi non sarebbe certo un regalo ed andrebbe concessa indipendentemente dall’età”.
Voi dal canto vostro avete domande da fare alla professoressa Fornero o vi siete fatti una vostra idea sulla logica che permette di parlare, in campo previdenziale, di diritto acquisito o meno? Fatecelo sapere, come sempre, nell’apposita sezione commenti, saremo lieti, di darvi voce ogni volta che troveremo spunti di riflessione interessanti. Nel mentre chiamiamo in causa la Prof.ssa Fornero confidando abbia modo e tempo di rispondere ai vostri quesiti.
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3 Ottobre 2019