di Angelo Ruggeri
Così come ricevuto da Chiellini e in accordo col socio anziano Lanini, trasmetto la proposta di convocazione dell’assemblea e la proposta di Statuto – formulata dallo stesso Chiellini sulla base dello statuto del Centro Il Lavoratore a suo tempo stilato con e da d’Albergo – dell’Associazione “Il Lavoratore-Salvatore d’Albergo”, ai soci fondatori, ai soci aderenti, a taluni degli ex autoconvocati del PCI, ai possibili soci dell’Ass. “Il Lavoratore-Salvatore d’Albergo”, ai partecipanti all’incontro di Bologna sul “Ruolo di S. d’Albergo uomo organico e scienziato sociale, nella storia politica-sociale-culturale dell’Italia”
Avendo ipotizzato un incontro a Bologna per l’ultimo Sabato di Aprile e avendo “scoperto” con Chirico e poi con Chiellini che cadeva nella giornata del 25 aprile d’intuito è venuto spontaneo formulare l’idea e proposta di tenere l’incontro nel quartiere di Bologna detto “della Bolognina” e promuovere, come dire, UNA “CONTRO-BOLOGNINA” nel nome dell’antifascismo, e di Salvatore d’Albergo, per la difesa integrale della Costituzione nata dalla Resistenza.
Quella Resistenza che fu la base e radice stessa della nascita dell’Italia come Nazione e come popolo e che mai era esistita prima e contro la quale, progressivamente e specialmente dopo la c.d. “svolta della Bolognina” operata dal PCI di Occhetto-Reichlin (in attuazione e per conto di quella che era l’idea e la strategia in corso da tempo e attuata – specie dopo la “morte” di Berlinguer – del napolitaniano “migliorismo capitalistico”), sono andati raffermandosi valori contrastanti ed opposti a quelli che sono stati il fondamento della democrazia dopo la sconfitta del nazi-fascista e guerrafondaio imperialismo del capitale finanziario “corporativo e corporativista” (cosi come “il fascismo non è altro che corporativismo” come precisamente fu asserito da Benito Mussolini). Quel corporativismo che, nel nome del capitalismo finanziario ovvero di un “bianco fascismo”, si sta restaurando con e dopo l’abolizione dello Statuto dei Lavoratori e col sovversivismo dall’alto della Legge “Bersani-Renzusconi” di c.d. “revisione costituzionale”, andando “Verso una Seconda Carta del lavoro” (processo identificato nell’articolo – con omonimo titolo – già nel 2002 nell’articolo del Lavoratore scritto con d’Albergo).
Costituire l’Ass. a nome di S. d’Albergo nel giorno del 25 aprile e promuovendo (per dire) una “CONTRO-BOLOGNINA” invitando a parteciparvi singoli e collettivi come i Comitati di difesa della Costituzione e Comitati antifascisti, ecc. (senza per questo illuderci, ma le sorprese sono sempre gradite), sembra il migliore e programmatico viatico, per quel che d’Albergo stesso intendeva e voleva fosse il lavoro da svolgere, un modo per continuare “una lotta che non finisce qui ma durerà a lungo” (S. d’Albergo) per la difesa integrale della Costituzione e il rilancio dei valori dell’antifascismo e della Resistenza. Tutto questo anche allargando e costruendo rapporti e collegamenti, quelli possibili e che ci riesce di realizzare (sempre senza illuderci ma anche senza mai rinunciare), inducendo almeno “elementi” di controtendenza in una fase in cui “Mancando un soggetto collettivo di LOTTA TEORICA E POLITICA è peggio che nel 1925″ (S. d’Albergo).
In tal guisa, rimembrando, ricongiungendo e (ri)valutando, anche l’esperienza degli autoconvocati. Esperienza che può forse definirsi una prima forma di resistenza e di mobilitazione di base contro i vertici di partito-sindacato-stato-impresa, collusi tra loro – che avevano come un loro asse principale la contrarietà alla svolta della “Bolognina” e alla cancellazione del PCI col PDS di Occhetto-Reichlin, ecc.
Da questa svolta è derivato un “salto in avanti” di quel che d’Albergo definiva il “RIPENSAMENTO-ARRETRAMENTO” dalla teoria e prassi del movimento operaio e dei comunisti e conseguentemente della deriva della democrazia sociale e del ruolo e centralità della classe lavoratrice e del lavoro a favore del primato del capitale, del potere d’impresa della c.d. “governabilità”, che è la forma teorica pratica del ripensamento-arretramento.
A questo punto giunge ad hoc la predisposizione di materiali (come preannunciato: ad es. su “cosa è il diritto di pace” che sovvertendo la Costituzione stanno rimuovendo, sugli autoconvocati del Pci ecc. ) volta a socializzare (avendo sempre presente il contributo e lo stimolo dell’opera di d’Albergo), quella Resistenza e rivolta di base degli autoconvocati per rilanciare un’altra forma o fronte di Resistenza e di rivolta contro l’intero PD (compresa cioè quella falsa-finta-minoranza dedita a un tatticismo ipocrita e ingannatore che utilmente è servito e servirà a “placare”, occultare e che ha sposato tutte le leggi e il golpismo renzusconiano-bersaniano), e contro il governo interamente composto da non eletti, cioè tutti extraparlamentari, con ciò anche antiparlamentari, predisposti e contrari al nesso sovranità popolare/parlamento, sì che è indispensabile assumere e mantenere un prospettivismo – proprio del realismo e del marxismo- “per fare un partito tutto da rifare con uomini nuovi e ideologicamente contrari al cretinismo parlamentare, a favore e pro-nesso-SOVRANITA‘ POPOLARE-PARLAMENTO, come e per il lavoro politico quotidiano”, come ha sintetizzato d’ALBERGO.
D’Albergo è stato, credo, certamente il maggior conoscitore e studioso del pensiero e teoria della prassi nonché della teoria del partito e dello stato di A. Gramsci , il quale tenne a sottolineare, specificare e insegnare, che : “Produrre cultura non significa solo fare scoperte originali, significa, specialmente, diffondere criticamente delle verità già scoperte, conoscenze ed esperienze di lotta teorica e pratica già fatte, “socializzare” per così dire, e pertanto farle diventare basi di azioni vitali, elementi di coordinamento (tra l’ieri e l’oggi, n.d.r) e di organizzazione e di ordine e direttiva intellettuale e morale” (GRAMSCI) che credo sia una delle cose che ci stiamo accingendo a fare, intraprendendo l’iniziativa dell’Associazione, (per il quale fine indicato da Gramsci può motivarsi ed essere ben utile l’associazione) e con l’occasione, fondarla nel segno dell’antifascismo e di una “controbolognina” del 25 aprile. Con tutto ciò potremo andare alla radice e criticamente analizzare, dall’origine, le molteplici implicazioni di uno snaturamento proseguito a spron battuto. Tra queste implicazioni quella maggiormente grave o più eclatante, sia sul piano teorico che dei comportamenti e degli esiti contrari agli interessi dei lavoratori, è insita nella scelta di svuotare completamente il carattere di classe della posizione e della funzione del lavoro nei rapporti tra società civile e Stato (d’Albergo docet).
Chiedo scusa se mi sono dilungato nel ribadire cose a voi note e precisando che i soci impossibilitati a partecipare all’Assemblea, per statuto hanno la possibilità di delegare un altro a rappresentarli.
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Centro culturale “IL LAVORATORE”
Associazione di studi e ricerche sul pensiero e l’azione del Movimento Operaio in Italia
Ai Soci Fondatori
Cari Compagni,
la grave crisi che il mondo sta attraversando ha assunto in Italia specifiche connotazioni politiche giunte ormai alla stretta autoritaria che liquida ogni prospettiva di una democrazia economico-sociale apertasi con la Costituzione del 1948.
Ciò rende particolarmente urgente rilanciare l’attività del Centro che quasi vent’anni fa, sotto la guida di Salvatore d’Albergo, oggi scomparso, venne da noi fondato per contrastare il processo che ora sta giungendo agli esiti che vediamo.
Poiché in occasione della commemorazione di Salvatore, svoltasi a Bologna il 6 dicembre 2014, emerse l’unanime impegno di fondare un associazione a lui dedicata, noi riteniamo che il modo più coerente per assolvere detto impegno sia dedicargli il Centro, cosicché ne sia reso più efficace il rilancio.
A tal fine, d’intesa con il socio anziano Enzo Lanini, allo scopo di conferire all’iniziativa una più esplicita ed efficace connotazione di militanza, propongo di celebrare insieme il 25 aprile 2015 a Bologna, con un’assemblea aperta.
In tale contesto i soci fondatori del Centro potranno dedicare una parte della giornata alla discussione ed all’approvazione delle modifiche statutarie (v. ipotesi nella bozza allegata)rese necessarie dalla scomparsa di Salvatore e dalla fine dei rapporti convenzionali che il Centro intratteneva con la CGIL – Lombardia.
Il responsabile esecutivo
Angelo Ruggeri
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Ipotesi di nuovo statuto.
Centro Il Lavoratore-Salvatore d’Albergo – per la democrazia socialista (n.d. proposta Ruggeri aggiunta al testo Chiellini)
Art. 1
L’Associazione di studi e ricerche sul pensiero e l’azione del Movimento operaio, senza fini di lucro. fondata da Salvatore d’Albergo nel 1995 e denominata “Il lavoratore”, è ora denominata “Il lavoratore -Salvatore d’Albergo ” .
Art.2
L’Associazione ha l’obbiettivo di sviluppare la tradizione culturale delle forze sociali e politiche di ispirazione marxista, per approfondire fondamenti e vicende della lotta di classe delle organizzazioni del Movimento operaio nelle contraddizioni del “caso italiano” segnate col passaggio dalla strategia della trasformazione dei rapporti sociali di produzione, alla deriva corporativa nel quadro europeo e mondiale.
Art. 3
1. Si diventa soci, previa domanda di ammissione, con la quale si fa adesione alle finalità di cui agli articoli 1 e 2, si accetta il presente Statuto e ci si impegna al rispetto delle deliberazioni dell’assemblea.
2. I soci possono essere anche entità collettive che partecipano alla vita dell’Associazione tramite il proprio legale rappresentante, cui spetta un solo voto.
3. Sono già soci quanti parteciparono alla fondazione de “Il Lavoratore”.
Art.4
Sono organi dell’Associazione l’assemblea dei soci e il collegio di coordinamento
Art. 5
1. L’assemblea dei soci delibera le modifiche statutarie, lo scioglimento dell’Associazione, la nomina del collegio di coordinamento, l’ammissione e l’espulsione dei soci con la maggioranza dei due terzi.
2. L’assemblea delibera altresì annualmente a maggioranza semplice dei presenti le quote associative, i programmi di attività ed i bilanci annuali.
3. In caso di inerzia del collegio di cui all’art. 4 , l’assemblea può essere convocata da un quinto dei soci.
4. In prima convocazione l’assemblea e validamente costituita quando sia presente la maggioranza dei soci e, in seconda convocazione, quale che sia il numero dei presenti. È ammesso il voto per delega, conferita in forma scritta ad altro socio.
Art. 6
1. Il collegio di coordinamento è l’organo esecutivo dell’Associazione, si compone di un minimo di tre soci eletti per tre anni.
2. Il collegio convoca l’assemblea e ne esegue le deliberazioni.
3. Il collegio, per l’esecuzione delle deliberazioni assembleari, può di volta in volta delegare un suo componente con mandato vincolante.
Art.7
Per quanto non previsto dal presente statuto si rinvia al Codice civile.