La legalità ritorna a casa nella vertenza Comune – UberPop. Infatti, la Polizia Municipale di Milano ha fatto le cose in regola ed ha provveduto a far rispettare la legge per chi si è improvvisato conducente per il trasporto di persone a pagamento e con l’itermediazione dell’applicazione di UberPop.
Questa sentenza riordina la giurisprudenza su queste applicazioni che non tengono conto delle regole condivise attraverso le leggi nei vari paesi.
Consiglierei agli improvvisati autisti, che hanno subito il sequestro/confisca dell’automobile, di formare una class-action contro UberPop per la pubblicità ingannevole di cui sono stati vittime. Vedremo come si renderanno disponibili queste multinazionali a mitigare il danno arrecato agli sprovveduti autisti o se useranno la classica frase: “non è un nostro problema”.
MOWA
Milano, il giudice dà ragione al Comune: “E’ legittimo il sequestro delle auto UberPop”
Per la prima volta il tribunale ha confermato la linea di Palazzo Marino. Ribalta la sentenza di un giudice di pace
di ILARIA CARRA
Per la prima volta il tribunale di Milano dà ragione al Comune sulla questione UberPop. E’ legittimo, secondo i giudici, il sequestro in vista della confisca degli agenti della polizia locale della macchina di un autista UberPop, l’app dichiarata fuorilegge in Italia che consentiva a chiunque, anche conducenti senza licenza, di trasportare passeggeri dietro pagamento di un corrispettivo economico.
Il tribunale ha annullato la decisione di un giudice di pace che, come altri suoi colleghi, aveva accolto il ricorso presentato da un’autista che nel 2014 si era visto sequestrate la sua Mercedes.
IL GIUDICE: “CONCORRENZA SLEALE VERSO I TAXI”
Il caso riguarda un sequestro di un’auto, avvenuto il 26 giugno scorso: i vigili hanno fermato e sequestrato l’auto di un cittadino, M.D. T., sorpreso a trasportare passeggeri senza una licenza e violando così il Codice della strada. L’autista aveva fatto ricorso al giudice di pace, che gli aveva dato ragione, come talvolta è accaduto nella battaglia tra l’amministrazione comunale e gli autisti di UberPop. Ogni volta che il Comune si è visto dare torto, come questa volta, ha fatto poi ricorso al Tribunale. E questa sentenza è la prima in cui un giudice si esprime, in qualche modo dettando la linea e creando un precedente.
L’orientamento del Tribunale di Milano si era già peraltro intuito l’anno scorso, quando il 26 maggio il giudice monocratico della Sezione specializzata imprese Claudio Marangoni aveva accolto il ricorso in via cautelare ed urgente presentato dalle organizzazioni sindacali e di categoria dei tassisti e dei radiotaxi, che avevano chiesto l’oscuramento di Uber-pop e l’inibitoria del servizio, in quanto la multinazionale avrebbe fatto “concorrenza sleale” riuscendo a praticare tariffe più basse con autisti senza licenza.
Il 10 giugno, poi, il presidente della sezione Marina Tavassi aveva respinto la richiesta di Uber di sospendere il blocco della app in attesa della decisione nel merito sul reclamo. Decisione che è arrivata a luglio e che di fatto ha confermato il blocco dell’applicazione, tuttora sospesa. A Milano e in Italia infatti è regolare solo il servizio di Uberblack, l’applicazione con la quale si possono chiamare autisti personali (con licenza di noleggio con conducente). Sempre che – dicono i vigili – seguano le regole della legge italiana e, per esempio, non sostino per strada in attesa di un cliente come se fossero dei tassisti.
03 marzo 2016