Vista l’iniziativa che si terrà domani 22 a Trieste dal titolo: ““All around… CasaPound” con Claudia Cernigoi e Marco Barone ci è sembrato utile dare ulteriori elementi di riflessione su questo fenomeno politico riproponendo un post del novembre 2013; aiutandoci a riconsiderare gli agganci, ai vari livelli, che hanno le ideologie della destra.
Teniamo presente, anche, il pericolo a cui stiamo andando incontro (vista la continua presenza di certe figure sui media nazionali), se non ci attrezza culturalmente, non solo per i “fenomeni” politici come Bonazza che dichiarano bestialità antistoriche inamissibili, ma onde evitare l’accettazione (oblio) della revisione storica su cosa hanno, realmente, combinato costoro nel mondo.
MOWA
Claudia Cernigoi
Strani Comunisti Rossobruni
STRANI COMUNISTI.
Abbiamo spesso parlato delle organizzazioni politiche cosiddette rossobrune (i discendenti ideologici dei nazional-bolscevichi seguaci del partito comunitarista di Jean Thiriart dei quali in Italia l’esponente più noto è l’ex ordinovista Claudio Mutti), e questa volta intendiamo analizzare uno dei casi più emblematici di strane commistioni tra rossi e neri, quello inerente alla gestione del quotidiano Liberazione (organo di Rifondazione comunista) dall’ottobre 2004 al gennaio 2009 per mano di Piero Sansonetti. In quegli anni il direttore responsabile non solo riuscì a ridurre ai minimi termini (culturali, qualitativi ed economici) un giornale che già aveva dei problemi per conto proprio, ma la linea editoriale di Liberazione influì anche sull’involuzione del partito, che com’è noto, non si è mai ripreso dalle batoste elettorali seguite a quella del 1999.
Il giornalista Piero Sansonetti, cresciuto all’Unità, ne fu direttore e condirettore dal 1994 al 1996; poi andò per un paio di anni negli Stati Uniti come corrispondente, esperienza nordamericana che ci ricorda altri dirigenti del PCI, Walter Veltroni e Giorgio Napolitano (l’attuale Presidente fu il primo iscritto al PCI a recarsi ufficialmente negli USA, casualmente nel periodo del rapimento Moro).
Tornato in patria ed al suo quotidiano, nel 2003 fu criticato da Lia Cigarini perché “nel racconto del forum di Parigi (L’Unità 17/11/03), segnalando la presenza importante delle donne” aveva usato “un linguaggio politico vecchio, prefemminista e contradditorio” (http://www.libreriadelledonne.it/Stanze/Movimento/Lia.htm). La critica sembra essergli servita perché giunto a dirigere Liberazione (voluto, a quanto si dice, dalla magica coppia Bertinotti-Vendola nonostante non fosse iscritto al partito – né si sarebbe iscritto in seguito) si è invece messo in luce come colui il quale apriva finalmente il giornale alle tematiche femministe, della liberazione sessuale ed omosessuale, al punto da creare, affidandone la direzione ad Angela Azzaro (che pare avere anche lavorato al Secolo d’Italia in epoca finiana), un inserto pretenziosamente “culturale” dal titolo Queer, dove, a parte qualche raro articolo degno di questo nome, l’insieme sembrava uno sbrodolamento tra la bassa pornografia ed il malinteso sentimento che la sessualità per essere libera deve essere trasgressiva, con cadute agghiaccianti tipo un articolo (maggio 2007) che proponeva il sesso orale come antidoto all’eccitazione che si prova vedendo le immagini di Abu Ghraib (cosa che chi scrive non avrebbe mai pensato di leggere su un giornale che si dice comunista, perché se qualcuno prova eccitazione sessuale invece di orrore e disgusto di fronte ad immagini di torture farebbe meglio a ricorrere allo psicanalista invece di farne un’icona, quantomeno per rispetto delle vittime).
Interessante ciò che scrive di Sansonetti il suo collega Nello Gradirà: “Passato a Liberazione, si sente investito di una missione singolare: quella di sostenere posizioni di destra dalle pagine di un quotidiano di sinistra”, e cita alcuni esempi, come quando, nel “febbraio 2008 si fa intervistare da Il Secolo d’Italia facendo una sviolinata a Gianfranco Fini (forse Azzaro aveva mantenuto buoni rapporti col suo ex editore?) e al sindacato di destra UGL in quanto “esprime posizioni originali e culturalmente interessanti” http://www.senzasoste.it/nazionale/l-irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti.
Dopo avere affossato Liberazione grazie anche ad una campagna stampa ferocemente anticubana ed antivenezeluana, che creò tensioni di non poco conto tra la base del partito ed i dirigenti bertinottiani, Sansonetti fu licenziato e passò dapprima al Riformista, poi a Calabria Ora, fino a dirigere una propria testata Gli altri (nata come L’Altro dovette cambiare nome per motivi legali), della quale il direttore disse “faremo riferimento a Sinistra e libertà ma senza esserne l’organo ufficiale” (http://www.senzasoste.it/nazionale/l-irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti) e la fedele Azzaro è divenuta “vicedirettora” (noi continuiamo a non capire come la cacofonia sia più politically correct dei termini finora usati).
Durante la direzione di Calabria ora fece notizia, nel 2010, il licenziamento di un giornalista che scriveva sulla n’drangheta ed aveva intenzione di continuare a farlo anche dopo avere ricevuto delle pesanti minacce. Nel novembre dello stesso anno la testata organizzò un convegno dal titolo “C’era il vento del Nord, ci sarà il vento del Sud”, con la parola d’ordine Boia chi molla, slogan che per chi ha memoria storica, è uno slogan fascista, il grido di battaglia della “rivolta di Reggio”, un misto di eversione, interessi politici e mafia, che però Sansonetti riabilita scrivendo in un editoriale: “Boia chi molla lo inventarono gli insorti della Repubblica napoletana e fu ripreso da Carlo Rosselli” (d’altra parte non possiamo fare a meno di ricordare come i neofascisti si siano ripetutamente appropriati delle testate e dei motti di sinistra, dall’Ordine Nuovo di Gramsci al Fronte della Gioventù di Curiel, fino alla storica testata comunista Rinascita che in mano ai rosso bruni è diventata Rinascita Nazionale) aggiungendo che la rivolta di Reggio non fu fascista, come per quarant’anni ha sostenuto la sinistra, ma vera rivolta di popolo. E la manifestazione unitaria dei sindacati del 1972, centinaia di migliaia di lavoratori e studenti da tutta Italia, “fu sbagliata, sbagliatissima” (altro editoriale di fuoco), perché animata da una “logica da occupazione militare”, e poi quello slogan “Nord e Sud uniti nella lotta era insensato”.
Così si presentano nel sito: “un gruppo di giornalisti di sinistra che si sono messi in testa di fare un settimanale che va in edicola, più un sito online, senza avere un editore, senza avere una lira, senza avere un padrone” (http://www.glialtrionline.it/chi-siamo-3/).
Tra i “giornalisti di sinistra”, oltre a Sansonetti ed Azzaro troviamo il nome interessante di Andrea Colombo, già collaboratore de l’Unità, e poi al Manifesto e Liberazione, “ex militante di Potere operaio e dal 2006 al 2008 portavoce del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista al Senato” (http://www.mirorenzaglia.org/collaboratori/), come leggiamo nel blog di un giornalista che si schiera indiscutibilmente a destra e del quale è anche collaboratore. Inoltre Colombo è uno dei più convinti sostenitori della tesi innocentista di Mambro e Fioravanti relativamente alla strage di Bologna del 1980.
Torniamo all’analisi di Gradirà.
“Ma L’Altro si caratterizza soprattutto per l’ampio spazio che dedica all’estrema destra neofascista: nel giugno 2009 alcune realtà della sinistra romana denunciano: “Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale personaggio interessante e controverso: definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di pestaggi” (http://www.senzasoste.it/nazionale/l-irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti).
Altro “sdoganamento” di Sansonetti è andato ai camerati di Blocco studentesco, che nel maggio 2010 gli avevano domandato di firmare un appello “a favore della libertà – per tutti – di manifestare e di sfilare in corteo”, ed egli aveva aderito assieme ad altri amici (tra i quali i suoi colleghi Azzaro e Colombo; l’ex giornalista di Liberazione e collaboratrice di Giuliano Ferrara a 8 e 1/2, Ritanna Armeni; l’ex Potere operaio poi approdato a La7, Lanfranco Pace; la deputata del PD Anna Paola Concia che, relatrice ad un dibattito a CasaPound, aveva asserito che su certi diritti CasaPound era meglio del suo stesso partito (http://www.queerblog.it/post/6205/anna-paola-concia-su-alcuni-diritti-meglio-casa-pound-del-pd)
In un articolo sul Riformista Sansonetti giustifica la sua solidarietà ai “ragazzi del Blocco” perché ritiene che ciascuno abbia diritto di manifestare (cosa che riteniamo anche noi, ma la nostra discriminante antifascista ci impedisce di firmare a favore di chi si rifà a dottrine fasciste), e poi, dimessamente, afferma “Non so se davvero i ragazzi del Blocco siano particolarmente violenti” (http://operazioneadunata.wordpress.com/2010/05/08/sit-in-blocco-studentesco-sansonetti-sul-riformista-ce-una-sinistra-da-legge-scelba/ ).
Non lo sa? Non ci sembra molto professionale per un giornalista non preoccuparsi neppure di verificare se le persone a cui dà la solidarietà sono violenti (“particolarmente” o “vagamente”, che dir si voglia), considerando tra l’altro che di scontri provocati dai camerati del Blocco Studentesco sono pieni i giornali e le pagine internet. Né ci sembra un buon biglietto da visita per un giornalista che è stato direttore di tante testate e da tanti anni si occupa di politica e non di bulbi olandesi afferma, come ha fatto, che “questi di Forza Nuova non è che li conosco più di tanto… Per quel che ne so mi sembrano un po’ rozzi e con delle venature naziste… Insomma, quanto di più lontano dalle mie idee io possa immaginare. Ma non cambia nulla” (http://emiliaromagna.indymedia.org/node/8781), considerando che Forza Nuova è un movimento che fa parlare di sé dal 1997.
Interessante anche la carriera di Angela Azzaro, che oltre ad essere “vicedirettora” de Gli altri risulta (come Colombo) tra i collaboratori di Miro Renzaglia che come lei scriveva sul Secolo d’Italia ed oggi ha un blog Il Fondo, che mette assieme Mussolini e Che Guevara. Renzaglia si dichiara castrista (come il reduce della Decima mas, Piero Vivarelli, che si è sempre fatto un vanto di essere sempre stato iscritto al Partito comunista cubano e mai a quello italiano) e tra i suoi collaboratori troviamo anche il medievalista Franco Cardini (già militante del MSI e della Jeune Europe di Thiriart, che rivendicò per sé ed i suoi camerati comunitaristi, “una lettura nazionalsocialista e spiritualista del castrismo” (http://www.fascinazione.info/2010/08/proposito-di-giovane-europa.html) ed oggi appoggia Giulietto Chiesa nella sua analisi degli attentati dell’11 settembre 2001); il triestino Lorenzo Salimbeni, collaboratore di Eurasia, la rivista di Mutti nonché responsabile di Strade d’Europa e di Stato e potenza; l’ex parlamentare di AN Antonio Serena, espulso dal gruppo parlamentare perché diffondeva nell’aula il video con l’autodifesa di Priebke ed autore di testi di revisionismo storico finalizzati alla demonizzazione della Resistenza; l’ex brigatista Valerio Morucci (che nel gennaio del 2009 è stato ospite di CasaPound ed ha rilasciato un’intervista alla rivista Otto (pubblicata dall’Alternativa antagonista di Verona, anno XI, n. 1, primavera estate 2009) nella quale affermava che “la gabbia antifascista è un’idiozia preoccupante” e che “il fascismo non è il male assoluto, ammesso che questo concetto esista da un punto di vista storico” e dove i giornalisti di Misteriditalia ipotizzano che sia stata questa iniziativa a sdoganare Morucci nell’ambiente di destra, dato che successivamente ha iniziato a collaborare alla rivista di geopolitica, Theorema, diretta da “un uomo di Alemanno, Salvatore Santangelo, direttore del centro studi di Nuova Italia”, mentre “il direttore editoriale è Alfredo Mantici, vice capo di gabinetto del primo cittadino romano”, che aveva diretto “l’Ufficio analisi del Sisde ai tempi di Mori” (http://www.misteriditalia.it/ultimora/?p=1079), cioè il generale Mario Mori, che presiede il comitato scientifico della rivista, ed è stato dirigente del ROS e poi del Sisde ); ed infine il sedicente futurista Graziano Cecchini, quello che colorava l’acqua delle fontane pubbliche e fece rotolare una quantità di palline di plastica dalla scalinata di Trinità dei Monti).
Conclude Gradirà: “su L’Altro a scrivere tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi (…) ad occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale della destra radicale e firma di NoReporter, sito d’informazione gestito da Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare con un articolo il compleanno di Adolf Hitler” (http://www.senzasoste.it/nazionale/l-irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti ).
Oltre al caso di Sansonetti, un non-comunista direttore di un quotidiano comunista, abbiamo anche casi di comunisti poi virati al bruno: ad esempio Marco Costa, assessore esterno del comune di Besana in provincia di Reggio Emilia, è stato espulso da Rifondazione comunista dopo avere pubblicato il libro Soviet e Sobornost sul nazionalcomunismo di Ceausescu con la casa editrice (di Mutti) All’insegna del veltro; l’anno prima (10/6/11) aveva partecipato ad un convegno organizzato dall’associazione Ultimo baluardo e dalla rivista Eurasia, sul tema “Stati non allineati e sionismo, Italia fascista, Germania nazionalsocialista e Unione Sovietica di fronte al movimento sionista”, assieme a Fernando Rossi, già senatore Pdci (ma poi non più iscritto, che oggi partecipa alle iniziative filo-siriane assieme a vari comunitaristi).
Poi abbiamo Alessandro (Alex) Lattanzio (da non confondere con Maurizio Lattanzio, collaboratore della rivista Avanguardia di Trapani) che è stato militante di Rifondazione a Catania dal 1995 al 1999 e dell’Associazione Marxista Rivoluzionaria-Proposta per il Comunismo, e poi collaboratore del bollettino Aurora, che, stando alle affermazioni dell’interessato è un sito “dedicato all’analisi e allo studio di questioni legate alla Geopolitica, alla Storia, alla Tecnologia e alle Scienze Sociali” e “non ha mai propagandato ideologie legate al razzismo, al colonialismo e all’imperialismo, Rosso-Bruno o Verde-Dollaro che siano” (http://www.fascinazione.info/2010/08/proposito-di-giovane-europa.html). Il problema è che vi sono diverse testate dal nome Aurora, tra le quali il “mensile del Movimento antagonista–Sinistra nazionale” (nato nel 1988 su iniziativa di ex rautiani) oggi reperibile in rete (http://aurora.altervista.org/Aurora_prima.htm ), diretta da Luigi Costa ed alla quale collaboravano, tra gli altri, Mutti ed il rappresentante dell’associazione reduci della RSI Giorgio Vitali, mentre un’altra Aurora, pubblicata a Milano, sarebbe stata ispirata dal criminologo ed ex brigatista Giovanni Senzani.
Richiederebbe infine un approfondimento a parte l’ex coordinatore dei Giovani comunisti di Torino, Andrea Salutari, che sosteneva non avere più senso la “fobia delle infiltrazioni fasciste”, dato che, a differenza degli anni 70, le organizzazioni neofascista non sono in crescita (!); la necessità di unire i concetti di “patriottismo e di socialismo”, come in America Latina (dove, però, osserviamo che tali concetti hanno delle valenze ben diverse); e, in materia economica, abbracciare le teorie della sovranità monetaria (della quale uno dei primi teorici fu l’ex missino Giacinto Auriti, che nel 1999 fece da consulente a Grillo per lo spettacolo Apocalisse morbida e poi nell’areale di Forza Nuova).
In un momento come questo in cui non esiste un partito comunista organicamente strutturato, certe teorizzazioni, sia in materia economica, sia di solidarietà internazionale, possono attecchire anche in militanti di sinistra in perfetta buona fede, ed è per questo che è necessario fare chiarezza.
novembre 2013